Era poco più alto e, finalmente, poteva osservare il suo viso senza che questo gli sfuggisse di continuo. Morbido, bianco e delicato. Avrebbe voluto sfiorarlo per assicurarsi che fosse reale, per sentire sulla propria pelle se le guance fossero davvero così lisce come sembravano, anche se così come ora gli dava l'idea che se si fosse mosso per afferrarlo lo avrebbe semplicemente attraversato, come capitava con i fantasmi nei libri.

«Potrei dire lo stesso di te.», gli sorrise, chiudendo gli occhi per pochi secondi. Sembrava provenire da un altro mondo, molto lontano da quello.

«Non ero io che stavo leggendo, in maniera piuttosto inquietante, un libro completamente bianco l'altro giorno. – replicò Clay alzando lo sguardo per incontrare ancora i suoi occhi, lui non si mosse – E, ora, sospettosamente ti ritrovo all'interno di un castello senza via di uscita. Devi ammettere che qualche dubbio potrebbe sorgere.», mormorò poi soltanto per sentirlo ridere ancora una volta. Lo seguì con gli occhi, mentre lentamente lasciava scivolare il libro che teneva in mano dentro una fessura tra altri due, facendo soltanto la giusta pressione con le lunghe dita.

«Hai ragione, mi dispiace.», disse a quel punto, ritornando con lo sguardo su di lui. 

C'era qualcosa nei suoi occhi che faceva sembrare come se conoscesse i segreti dell'universo e, stanco di possederli, aspettava soltanto il momento giusto per farli ricadere su qualcun altro. Per un istante, un singolo folle istante, Clay provò il desiderio di essere questo qualcun altro.

«Chi sei?», ripeté Clay ancora una volta, aveva bisogno di ricevere una risposta a quella domanda. Ormai aveva smesso di essere mera curiosità, Clay aveva il desiderio, la necessità di scoprire chi fosse.

«Sono un cultore. E tu?», gli rispose dopo un attimo di silenzio, passeggiandogli intorno con le mani congiunte dietro la schiena e Clay si chiese da quale epoca provenisse.

«Un cultore? – chiese perplesso – Intendi, un fanatico?», gli chiese dunque, seguendolo in quel bizzarro nascondino a cui sembravano star giocando tutto d'un tratto.

«Se preferisci metterla in questo modo...», sorrise l'altro vago, lasciando spuntare la testa riccia oltre uno scaffale.

«Di cosa, di castelli?», il sopracciglio di Clay si sollevò, mostrando tutto il suo scetticismo a quel viso adesso tanto vicino. Il sorriso etereo che pareva non lasciargli mai le labbra, in quel momento svanì lasciando spazio a un'espressione confusa: gli occhi neri appena sgranati e le labbra socchiuse. Bello, fu l'aggettivo che gli si formò nella mente, all'improvviso.

«Ma no! – gli disse poi, sparendo ancora una volta dietro lo scaffale – Del paranormale.», spiegò sottolineando lentamente la parola come se stesse parlando a un bambino. Clay lo seguì, ma nel momento in cui svoltò l'angolo, lui era già sparito, scivolato via con leggerezza tra i vecchi libri, scorrendo le dita sui loro dorsi forse nel tentativo di dar loro qualche tipo di sollievo.

«Paranormale?», Clay stava iniziando a stancarsi di stare dietro a un pazzo come lui, ma la forza di volontà che lo faceva rimanere a seguire i suoi passi leggeri, era più forte del buon senso che gli diceva di ritornare indietro. Vide un lampo bianco svoltare l'angolo e si fiondò in quella direzione.

«Questo castello è infestato, non lo sapevi?», la sua voce appariva dolce come la prima volta e Clay ormai pendeva dalle sue labbra, come se in qualche modo fosse rimasto rapito, intrappolato dentro quel miele che erano le sue parole.

«Ci sono i fantasmi?», non aveva paura, non credeva nemmeno che i fantasmi esistessero, però in quel momento gli sembrò improvvisamente tutto così reale come non lo percepiva da tempo. Si sentì parte del mondo, riacquistò peso e la forza di gravità lo trascinò a terra. Lo sentì sospirare lì da qualche parte, nascosto.

𝗕𝗮𝗺𝗼𝗿𝗮𝗹 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗹𝗲حيث تعيش القصص. اكتشف الآن