13. domenica con la febbre

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Iniziai con del riscaldamento, un po di cardio e poi qualcosa coi pesi.
Non mi andava di fare qualcosa di troppo impegnativo ma allo stesso tempo l'adrenalina che mi circolava il corpo, derivata dal solo ricordo di quell'uragano in scala mi costringeva a dover fare attività fisica per riacquistare il mio equilibrio.

Fortunatamente però la palestra mi aiutó a distrarmi,verso le diciotto decisi che fosse ora di farmi una bella doccia e poi vestirmi.
Non sembrava dovesse piovere ma decisi comunque di portarmi l'ombrello e un cambio nel borsone,anzi,due, non si sa mai.

Una volta arrivato al locale lasciai velocemente la mia roba nel luogo adipbito per poi mettermi a scrutare la sala.
Era presto ,eppure c'era già molta gente.
Del resto era sabato,ed è questo l'effetto che fa quel giorno alla maggior parte della popolazione.
Sabato vuol dire divertirsi, spesso dopo una settimana lunga ed estenuante.

Senza volerlo mi misi a scrutare con impegno la pista,alla ricerca di una certa chioma ,che però non faceva capolino da nessuna parte.

Quel giorno non vi era nemmeno Amos,a cui ero molto tentato di andare a chiedere qualche informazione sulla mocciosa.

Un sospiro uscì inavvertitatmente dalle mie labbra.

Cercai di far finta di nulla e continuai a fare il mio lavoro.
Lavorare in un locale voleva dire avere a che fare con gente davvero di tutti i tipi,dal ragazzino alla prime armi,all'imprenditore venuto per festeggiare un successo nella zona riservata ,chi vuole accalappiare ragazze ,e chi ancora per un giorno,per qualche ora solamente vuole solo dimenticare tutto,persino il suo nome.

Dopo un oretta e mezza fu il momento della mia pausa fumo,avvisai l'altro uomo che si occupava della sicurezza e mi diressi fuori.

Dal giubbotto che mi ero messo tirai fuori il pacchetto da cui sfilai una sigaretta.
Me la portai alle labbra e l'accessi.

Nonostante non piova,fa molto freddo.

Presi una grande boccata di fumo.

Forse è meglio che Melissa non sia venuta.

E la buttai fuori.

Passai il resto della serata combattuto tra il desiderio di vederla arrivare e la speranza che non la facesse,le temperature erano basse e inoltre avevo dovuto sedare già due risse,ormai molte persone erano alticce per l'alcool,non l'avrei voluta in quell'ambiente.

Tornai a casa stanco ma decisi comunque di farmi la doccia.
Mi lavai sovrappensiero.
Cosa mi stai facendo little kótik?

Mi asciugai velocemente e mi infilai giusto un boxer,prima di buttarmi sul letto.
Mi stiracchiai e un verso gutturale uscì inavvertitatmente dalle mie labbra.
Diedi un occhiata veloce all'orologio,era tardi.
Sbuffai e chiusi gli occhi convincendomi di dover seriamente addormentarmi.

La mattina seguente,domenica, mi svegliai di buon ora,come al solito.
Feci colazione e preparatomi andai in caserma.
Avevo già controllato il telefono.
Ancora nessuna risposta ,nemmeno un visualizzato.
Sbuffai e cercai di tornare a concentrarmi ma un delicato bussare mi interruppe.

<<avanti>> quasi ringhiai con tono aggressivo,pentendomi un secondo dopo appena vidi sulla porta la figura di Luna con lo sguardo bassa.

<<s-scusa...non volevo disturbare...m-me ..me ne vado subito>>

Mi alzai velocemente e mi avvicinai a lei.

<<no no,scusami sólntse ,oggi sono un po nervoso ma non è colpa tua....tu non disturbi mai>>

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