I. sangue tiepido

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Un taglio

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Un taglio. Due tagli. Tre tagli.
La mia pelle sembrava essere un disastro tra lividi, tagli e lacrime o forse lo era veramente?
il mio cuore batteva forte contro la gabbia toracica. 'Sono così stanco, voglio morire e far cessare tutte queste emozioni maligne una volta e per tutte' pensavo tra me e me volendo avverare questo desiderio bramato al più presto possibile.

Riposi poi la lametta nel mio nascondiglio ovvero, la mia cover e disinfettai gli errori che avevo fatto sulla mia pelle tiepida con un fazzoletto.
Eccola, un'altra delusione.

Nessuno sapeva di questa cosa, nessuno tranne jimin, il mio migliore amico da sempre, colui che mi prega di smetterla nel farmi male, io però ogni volta lo deludo, rifacendolo.
So cosa state pensando, jungkook non puoi curare il dolore con altro dolore e avete ragione, però nel farmi sentire vivo si. Ormai sono un corpo vivo con un'anima morta.

Mi misi sulla testa il cappuccio della mia felpa oversize nera e mi alzai dal sudicio pavimento del bagno della scuola.
Prima di aprire la porta feci un bel respiro, per regolarizzarlo e mi asciugai le amare lacrime che mi erano rimaste sulle gote rossastre.

Aprii la porta.
Una risata. Due risate. Tre risate. Tutti mi guardavano divertiti, divertiti dal mio dolore. Sembrava essere una sfilata di vergogna ogni volta che avanzavo di un passo.
"Eii sfigato" sentii una voce roca e divertita ad un tratto urlare alle mie spalle.
Appena udì quella dannata voce le mie gambe aumentarono il passo quasi, correndo per poi arrivare fino in aula con affanno e paura.
'fortunatamente me la sono cavata stavolta, ma so benissimo che lui non l'ha presa bene, chissà cosa mi farà.' Pensai tra me e me impaurito, prima di essere interrotto dal suono fastidioso della campanella.
Presi dal mio zaino il quaderno e la penna, prestando poi attenzione al professore che aveva appena varcato la soglia, iniziando così una noiosissima lezione di coreano.

Dopo interminabili ore di ansia suonò l'ultima campanella della giornata,
le lezioni erano finalmente finite.
Mi affrettai a sistemare le cose nello zaino e corsi via dall'aula con la paura
di quello che mi sarebbe aspettato da qui a poco.

"Koo! Eii!" mi urlò qualcuno, che poi riconobbi, era jimin.
Così le mie gambe si fermarono, e jimin mi poté finalmente raggiungere.
Vedendomi in quello stato, tremante, impaurito e con le lacrime agli occhi non disse nulla solo, mi abbracciò forte.
Sa che ne avevo bisogno, con lui non posso mentire, l'ho capirebbe subito.

"È tutto okay. non avere paura ci sono io con te, se ti tocca se la vedrà con me" mi sussurrò dolcemente all'orecchio.
Udendo le sue parole rassicuranti mi calmai,
e a malincuore mi staccai da quel caldo e rafforzante abbraccio.

"Io non saprei che fare senza te, forse a quest'ora sarei morto" rivelai quelle parole con il cuore in gola. Le mie labbra si sigillarono e i miei occhi contenevano troppe emozioni Il dolore, però, le dominava tutte.

Lui però riuscì a scorgere perfettamente il barlume di dolore tra le mie iridi scure. "Finché sono in vita anche tu lo sarai, accanto a me" mi rivelò, per poi accennare un sorriso caloroso.

Purtroppo quella pace, durò poco perché sentii dei passi duri, quasi famigliari. Non feci in tempo di girarmi che mi arrivò un pugno dritto allo stomaco facendomi poi accovacciare per terra dolorante. Jimin per proteggermi, si precipitò subito verso il carnefice di quell'atto "Ascoltami figlio di una gran puttana, toccalo ancora e te la vedrai con me" disse furioso jimin ammazzandolo con lo sguardo per poi sollevarmi delicatamente da terra.

"Io faccio il cazzo che mi pare, tu non
sei nessuno per dirmi quello che devo o non devo fare" controbbatte pieno di rabbia il bullo, noto come Kim Taehyung. "Jungkook è roba mia" e marcò la parola "mia" con un tono di voce diverso dal solito, "mi dispiace deluderti, ma jungkook non è un oggetto che puoi buttare una volta che non serve più o comandare ai tuoi comandi, è una persona umana. Ci arrivi con quel cervello fumato dalle troppe canne che ti fai"? disse jimin scoppiando dalla rabbia e avanzando verso Taehyung con aria 'se non vuoi che ti spacco le ossa vai via'.
"Vuoi picchiarmi park"? chiese istigandolo Taehyung con un sorrisetto beffardo in volto mentre avanzava anche lui verso jimin
"non sai quanto" rispose a denti stretti jimin. Vedendo che la situazione stava sfuggendo di mano mi permisi di intromettermi "jimin, andiamo non ne vale la pena" sussurrai a malapena aggrappandomi alla maglia di quest'ultimo come se fosse fonte di vita per poi tirarlo dalla manica. "Che c'è? hai paura che il tuo fidanzatino si faccia male"? si rivolse a me Taehyung ridendo, per poi avvicinarsi a me, io mi allontanai. "Si, è l'unica persona a cui importa di me" risposi vuoto, stupendo i due presenti e gli altri alunni.
Nessuno si permise di fiatare, anzi mi fissavano godendo del mio dolore, tipico.

"Taehyung, se vuoi prendertela con qualcuno fallo con me, prenditela con me. e non con jimin o gli altri, non se lo meritano" dissi chiaro e tremante mentre lo fissavo. "Ma jungkook che cazzo dici? nemmeno tu te lo meriti" disse jimin spazientito. Taehyung però non rispose, si limitò a fissarmi strano, quasi pentito? e andò via senza degnare di uno sguardo o parola nessuno. Strano, molto strano da parte sua, di solito non si limita ad andare via ma a umiliarmi, picchiarmi o peggio ancora spegnermi le sigarette sul corpo o deridermi con il suo gruppetto di animali.

"Ci sei"? jimin mi richiamò, annui.
"Come stai"? mi chiese serio indicandomi il punto dove mi aveva colpito Taehyung
"alla grande" dissi con gli occhi lucidi, continuai poi. "Ci sono abituato, ormai non sento nulla quando mi picchia niente di niente" dissi quasi ridendo per non piangere.
"Io quello lo uccido, gliela faccio pagare, per tutto quello che ti ha fatto" jimin bolliva dalla rabbia ma decise di calmarsi altrimenti avrebbe fatto una cazzata.
Mi accarezzò delicatamente la guancia e cacciò via le lacrime che erano su di essa con il pollice. Per poi sorridermi, contagiandomi.

"Non ne vale la pena" risposi serio sapendo di cosa era capace Taehyung.
"Non abbassarti ai suoi livelli" replicai ancora. "Non è abbassarsi ai suoi livelli, ma sola e pura vendetta" disse jimin con un sorrisetto. "Smettila" risposi solamente serio. "tu non farai un cazzo, piuttosto andiamo a casa"? "sono stanco" chiarì. "C'è tuo padre"? Domandò lui, annui. "Vuoi venire da me"? mi chiese preoccupato. "No. non posso scappare da lui per sempre" dissi "ma ti farà male" "sono abituato alle persone cattive" lo guardai sospirando. "Jungkook, stiamo parlando di un ubriacone che picchia il figlio anche in un modo molto violento" disse sincero jimin. "Poco importa di chi stiamo parlando voglio solo andarmene via da qui e dormire" conclusi il tutto avvivandomi verso il grande portone che separava il mondo esterno con la scuola (inferno).
Jimin mi seguì, "allora vengo con te da te" disse deciso. "No. stai tranquillo ti scrivo se succede qualcosa va bene mmh"? lo rassicurai non sapendolo a cosa stavo andando in contro.
"Promesso"?
"Promesso."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 16 ⏰

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