L'Appeso

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"Hai voglia di parlare un po'?"

Quante volte te l'ho chiesto.


(hai mai contato i semi di un tarassaco?)


In questa serata sospesa nel tempo, avrei voglia, un po', di parlare con te.

Ti direi che un seme di tarassaco al vento può arrivare ovunque, se solo ci crede, e che il Mondo è un posto meraviglioso in cui vivere, se ogni tanto ci si mette a testa in giù per guardarlo.

Ti direi che i tramonti sono così belli perché preannunciano sempre l'arrivo di una nuova alba, e che la notte la sa vivere solo chi è abbastanza coraggioso per farlo.

Ti direi che la luce di una lanterna può guarire un cuore ferito, e che un fazzoletto, donato per asciugare una lacrima, può salvare una vita. Come una camomilla preparata per calmare un dolore.

Ti direi che un gesto gentile non è mai sprecato, e che le tue mani sono nate per creare, guarire e volare.

In questa serata sospesa nel tempo, ti direi grazie.

Prendo il telefono, decisa a scriverti, ma non voglio chiederti di parlare, te l'ho già chiesto tante altre volte.


(hai mai contato i semi di un tarassaco?)


Sto per scriverti che un dolce al cioccolato ti aspetta in un bar sconosciuto a due passi da casa tua.

Ma, nell'esatto momento in cui sto per farlo, arriva un tuo messaggio.


"Scendi."


Trattengo il respiro, sospesa nel tempo.

Appesa.

E tu mi chiedi di scendere.

Tu che sei sotto casa mia mentre io sono a due passi da casa tua. C'è della poesia in questa sincronicità, ma dovrei respirare per coglierla.


(come due semi di tarassaco al vento)


Invece, mentre trattengo il respiro, tutto quello che riesco a cogliere è una sensazione di panico che ormai conosco fin troppo bene. Sono una stupida, se solo fossi rimasta a casa in questo momento saremmo insieme, ma sono qui, al buio, su un marciapiede di una strada di città, vicina a casa tua ma lontana da te.

Una delle mie crisi sta arrivando, travolgendomi come un tornado.

Se solo respirassi forse riuscirei a danzarci dentro.


(come un seme di tarassaco al vento)


Lacrime appese cominciano a scendere, mentre ti prego di aspettarmi, di non andartene, di non abbandonarmi. Perdo lucidità e riesco solo a pensare che se non ti vedo oggi non ti rivedrò mai più.

Sono al centro del tornado, persa lungo una linea di confine.

Oltre c'è una bambina di pochi mesi che si agita guardando una distesa di soffioni mossi dal vento incontrollabile, come se fossero presagio di qualcosa. Di lì a poco sua mamma verrà ricoverata in ospedale e non la vedrà per quaranta giorni. La stessa bambina, anni dopo, guarderà oltre una finestra pregando di veder apparire la madre in fondo alla strada, con dentro la paura di non vederla tornare da lavoro.

Vorrei abbracciarla e dirle di non preoccuparsi, come fai sempre tu con me, che sua madre è tornata a casa ogni sera e che va tutto bene. Ma dovrei respirare per farlo, ed io continuo a trattenere il respiro.

Provi a calmarmi, mi scrivi che oggi hai poco tempo, che dopo hai un impegno, che ci vediamo un'altra volta, che non succede nulla, che va tutto bene.

Non ci credo. Non credo a niente quando sono al centro del tornado.

In apnea, comincio a correre, persa lungo una linea di confine.


(come un seme di tarassaco al vento)

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 16, 2023 ⏰

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