62. II🌙

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TW: riferimenti al bullismo e al suicidio.

Respira. Puoi farcela.

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"Così finirà il mondo, in cenere e acqua, nell'oscurità e nel gelo.
Questo è il destino ultimo degli dèi."


Neil Gaiman - Miti del Nord


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Non mi sembrava ancora vero che non avrei più camminato tra i corridoi dell'Oak High.

Sebbene l'avessi frequentato solo l'ultimo anno, sentivo una sorta di malinconia assiepata dietro al cuore, un piccolo ago che di tanto in tanto mi pungeva, ricordandomi tutti i momenti felici vissuti tra quelle mura.

Mi chiesi se mi sarebbe mancato l'odore di fogli di carta e disinfettante, il ronzio degli altoparlanti e la voce eccentrica di Mrs. Gorman, i pisolini durante le lezioni, il cibo della mensa. Mi chiesi se mi sarebbe mancato studiare in biblioteca, scegliere i vestiti per il ballo, chiacchierare nel parcheggio fino al suono della campanella.

La luce del sole che entrava attraverso le vetrate del portone d'ingresso illuminava le schiere di armadietti, luccicando tra le fessure e riflettendosi sul pavimento in piccoli arcobaleni variopinti.

Non sapevo se tutto quello mi sarebbe mancato. Non sapevo se prima o poi avrei desiderato tornare indietro nel tempo e vivere tutto da capo.

Sapevo solo che, più guardavo la mia toga bordeaux, più guardavo gli ospiti raccogliersi in cortile, più sentivo il vuoto allargarsi dentro di me.

«Tesoro, va tutto bene?» Sollevai di scatto lo sguardo verso mia madre. I capelli biondi scendevano in onde luminose sulla seta nera del suo vestito. Era lungo fin sopra le ginocchia, stretto in vita e con due ampie maniche svolazzanti. Mi sfiorò la guancia con una carezza; il volto appena inclinato di lato.

«Sì, credo» risposi, schiarendomi la voce. «Josh è andato a sedersi?»

«Sì, è lì che parla con il nonno» mia madre sorrise. «Kyle ha sempre una storia da raccontare. E a Josh fa piacere ascoltarlo.»

«Se farà parte di questa famiglia, finirà per conoscere tutte le storie del nonno a memoria.»

«È pronto a tutto, me ne sono assicurata. Ad ogni modo, sono venuta a vedere come stessi, perché la cerimonia sta per iniziare.»

«Mh-mh, sto bene» distolsi lo sguardo, perché gli occhi azzurri di mia madre conoscevano bene i miei. Si sarebbe accorta di come mi si stava spezzando il cuore per l'ennesima volta. «Sto solo aspettando Juni.»

«Sei la persona più forte che conosca, Ari» mi sollevò il mento con un dito. O forse, se n'era già accorta. «E il dolore che stai provando ti darà solo più forza per affrontare la vita che hai davanti, quella che sta per iniziare. Non lasciare che ti porti via i momenti di felicità, perché te li meriti.»

Sapevo che aveva ragione. Dentro di me, lo sapevo. Ma nell'ultimo mese era stato davvero difficile ricordarmi di essere forte, andare a dormire ogni notte con la speranza di ritrovare Elis a mangiare latte e pomodori il mattino seguente, per poi svegliarmi ogni giorno e dover accettare che Elis era morto.

C'era una voragine enorme dentro di me.

C'era il posto che sarebbe dovuto appartenere ad Elis, ma che senza di lui non era che terra arida e smorta, un angolo buio, senza sole, senza luce. Sapevo che niente al mondo l'avrebbe mai colmato, che non sarebbero bastate mille vite e incantesimi per abituarmi alla sua mancanza, ma io continuavo ancora a provarci, a cercare conforto nel suo ricordo, perché faceva così male che a volte desideravo solo che tutto si spegnesse.

𝐃𝐚𝐥𝐥'𝐚𝐥𝐭𝐫𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐚𝐫𝐞Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα