»Capitolo 15«

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CAPITOLO 15

Attendevo impaziente l'arrivo di Niall e lo scorrere dell'ultima ora a scuola, da quando avevo confessato a Dorothy che si, conoscevo Niall, le voci avevano fatto il giro dell'istituto e come avevo previsto, ricevevo una montagna di massaggi del tipo: "Hey, vuoi essere mia amica?" "Ti adoro".

Io prontamente li liquidavo con uno "Scusa ma sto massaggiando con Niall, ci sentiamo dopo." Sapevo di essere stronza ma almeno mi divertivo e le persone mi lasciavano stare;

Da quel giorno solo un ragazzo era riuscito a superare il mio caratteraccio.

Austin.

Austin era un ragazzo un po' chiuso in se stesso, forse perché era gay, veniva discriminato da quei bulletti idioti, o forse perché oltre ad essere gay ascoltava la musica di One Direction e 5 Seconds Of Summer...

Fatto sta che mi aveva scritto solo per "parlare" e non perché ero quella che si sente con Niall Horan.

Austin: Vieni alle macchinette? Ti aspetto

Risposi affermativamente e alzai la mano mentre la prof spiegava economia aziendale.

«Potrei andare in bagno?» la prof annuì velocemente continuando poi a spiegare.

Mi avviai alle macchinette e quando lo vidi gli corsi incontro abbracciandolo. Era molto alto e anche molto bello, aveva gli occhi castani tendenti al verde, e i capelli neri corvini, non mi stupiva che attirasse molte ragazze, ma purtroppo per loro non era interessato.

«E' successo qualcosa?» chiesi preoccupata, mi stringeva davvero forte e alzai lo sguardo per cercare nel suo qualcosa che mi facesse capire se stesse bene o no.

«Niente, è che avevo bisogno di abbracciarti, mi sei mancata.» mi si sciolse il cuore a quell'affermazione, era mancato solo un paio di giorni per un viaggio di famiglia e sentire quelle parole mi resero davvero felice.

«Lo sai,» continuò non sentendo la mia risposta «da quando siamo amici le persone cercano di avvicinarsi a te tramite me, mi dicono "oh Austin come sei simpatico, mi presenti Brittany? Si chiama così quella che conosce Niall e i One Direction?" e io gli rido in faccia pensando che sono davvero patetici.» ridacchiai e mi staccai dall'abbraccio.

«Lo penso anche io.» sbuffai, controllai l'orario e notai che qualche minuto dopo sarebbe suonata la campanella.

«Tin vado a prendere lo zaino, ci rivediamo qua quando suona.» gli stampai un bacio sulla guancia e lo salutai.

Fortunatamente la prof non si accorse nemmeno del mio rientro e di tutto il tempo che ero stata fuori, impegnata com'era a far star seduta la classe che era tutta in piedi aspettando il suono della campanella.

Presi di corsa il mio zaino ma venni fermata dalla mano di Ashley, una del gruppetto delle superfan che da giorni mi tormentava.

«Ashley, basta.» mi incamminai stufa del suo comportamento.

«Brittenc... cioè Brittany, ascoltami fammi avere solo un autografo e ti lascerò stare.» scossi la testa e mi girai a guardarla.

«Ashley, lo farei, ma poi tutti ne vorrebbero uno, altri vorranno la foto, chi un video dei saluti e Niall non è sempre qua, non lo vieto perché sono gelosa di lui o qualche stronzata simile, è solo che poi non riuscirebbe più a vivere.» comunque, ero gelosa dell'amicizia di Niall ma non gliel'avrei mai detto; la ragazza abbassò lo sguardo, si scusò e se ne andò via. Vederla così infelice mi fece male al cuore ma cercai di non curarmene più di tanto.

Avevo ricevuto un solo messaggio, nel cuore della notte da Niall che mi avvertiva di essere partito e che sarebbe arrivato l'indomani mattina, cioè quel giorno. Calcolai che a quell'ora sarebbe dovuto già essere atterrato, ma di lui nessuna traccia, di nuovo.

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