•1• And then I met him

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«Arya, smettila di morderti il labbro, altrimenti i tuoi nuovi compagni penseranno cose strane su di te»

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«Arya, smettila di morderti il labbro, altrimenti i tuoi nuovi compagni penseranno cose strane su di te»

Con una borsa di Louis Vuitton in mano, tacco a spillo dodici centimetri e una passata di trucco in faccia, mamma continua a lanciarmi occhiate di disappunto, scuotendo il capo in cenno di disapprovazione.

Vi presento Marylyn Grimson, detta Marylyn Anderson, avvocatessa famosa in tutta Los Angeles per non aver mai perso una causa in tutta la sua carriera.

«Mamma, andrò in un nuovo istituto, ho tutto il diritto di essere nervosa» commento, infastidita.

Mi obbligo a smettere di mordere il labbro, come ad ammettere il mio nervosismo, ma lei non accenna a deporre le armi, mentre se ne sta in piedi davanti alla porta di camera mia per aspettarmi, mettendomi ansia.

Continua ad assillarmi, come se il primo giorno di scuola non fosse già abbastanza complicato.

«E truccati un po' di più, solo con il mascara sembrerai trasandata!» esclama, avvicinandosi a passo spedito.

Certo, truccarmi di più. Mi hai sempre detto che sono meglio le ragazze acqua e sapone, e adesso te ne esci con "truccati di più"?

La scruto rapidamente, osservando i capelli perfettamente acconciati, gli occhi truccati di nero. Questo look le dà la tipica aria da avvocatessa contro la quale è meglio non mettersi.

«Mamma, ascoltami, va benissimo così. Non ho alcuna intenzione di sembrare una pick me» rispondo, mentre sistemo frettolosamente i trucchi nella trousse.

Penso che andrebbe fuori di testa se scoprisse il significato di quella parola.

«Arya, puoi parlare come tutte le persone civili?» borbotta infastidita. «Non ho voglia di decifrare ciò che dici ogni volta che apri bocca» mia madre resta ferma accanto a me, come a obbligarmi a truccarmi ulteriormente, incombendo con la sua altezza.

Non cederò, sappilo.

Se mia mamma è dotata di poca pazienza, non perdo occasione per lanciarle frecciatine velenose.

«Aggiornati sui termini, allora» la provoco, sbattendo violentemente la trousse di trucchi dentro al cassetto della scrivania e dirigendomi verso l'armadio.

Perché non capisce che sono così nervosa che potrei urlare con tutto il fiato che ho in gola?

«Arya Angeline Anderson, non superare il limite» mi punta un dito contro, per sgridarmi.

THUNDERSWhere stories live. Discover now