Blood Curse- Hunter Point

7.Come sono io?

Sfortunatamente, o per fortuna, nel periodo della mia vita in cui ero ancora a casa con i miei, soffrivo spesso di attacchi di panico; ovviamente per la situazione traumatica che stavo vivendo.
Con il passare del tempo si sono alleviati fino a sparire, ma ricordo benissimo di come l'unica cosa che riusciva ad aiutarmi in quei momenti era pensare a piccoli attimi felici della mia vita.

"Okay, guarda me. Ascoltami." Cerco di non agitarmi e rimanere calmo per lei, rifletto, mi guardo velocemente intorno, fino a quando vedo la pallina di neve con dentro il Big Ben, proprio sopra la libreria vicino l'arco della cucina.
"Ricordi quando...quando ci tiravamo la neve addosso e tornavamo a casa congelati come due ghiaccioli?" Parlo frettolosamente, cercando di distrarla il prima possibile. "Ricordi quante litigate per chi doveva stare più tempo davanti allo scaldabagno?" Mi avvicino più a lei, sta continuando a fremere, a sussultare e non sembra che la paura abbia intenzione di abbandonare il suo corpo.
Devo trovare qualcos'altro.
"O quando le domeniche sera guardiamo qualche stupida commedia romantica, mentre mangiamo le solite girelle alla cannella?" Mi viene in mente guardando la cucina e poi di nuovo il suo viso, forse sta finalmente provando a concentrarsi su di me adesso. "Dio, ricordi quando abbiamo provato a cucinarle noi?" Un mezzo sorriso divertito si impossessa delle mie labbra al solo pensiero di quella sera.
"Avremmo fatto meglio a comprarle anche quella volta, invece abbiamo passato la serata a pulire la cucina e far uscire il fumo dalla finestra" Sorrido ancora e noto che il suo respiro ha diminuito leggermente la frequenza.
Mi osserva, mi sta ascoltando davvero ora ed aspetta che continui.
"Oh, ce l'ho! E quando ad un appuntamento mi stavo annoiando così tanto, che ti ho pregato di venire e fingere che fossi la mia ex psicopatica e di spaventarla..."Trattengo una risata, Courtney non ride, ma credo stia cercando di ricordare ed i tremolii sono diminuiti. "Il locale era pieno e tutti ci stavano fissando, eppure l'hai fatto." Avvicino lentamente la mano alla sua gamba e questa volta non la scansa, non mi grida di non toccarla e non si allontana immediatamente, mi lascia rassicurarla. "Al contrario di quando, al tuo compleanno, ti ho regalato una visita esclusiva al museo e c'eravamo solo noi due" Tiro fuori un altro ricordo, come se ormai non dovessi più nemmeno impegnarmi per tirarli fuori.
"Tu che annotavi tutto sul tuo computer ed io che prendevo in giro le facce delle mummie dentro le teche" Eccolo qui. Finalmente. Courtney ha accennato un sorriso ed io riesco a tranquillizzarmi. "Ricordi il nome che avevo dato ad una di loro?"

"Sebastian" Il nome viene fuori dalle sue labbra in un sussurro quasi sforzato, ma appare molto più cosciente di sé, riesce a respirare meglio, anche se i piccoli tremolii sono ancora presenti in parte.

"Esatto! Che razza di nome è per una mummia?!"
Rido divertito da quella sera al museo e Courtney mi permette di sentire la sua leggera risata, accompagnandola con la mia.
Sta meglio.
Faccio un sospiro di sollievo e mi rendo conto che io e lei abbiamo un bel po' di ricordi felici insieme.
Credevo che litigassimo e basta, per la maggior parte del nostro tempo insieme, ma in realtà molto spesso mi ritrovo a divertirmi in sua compagnia. Non pensavo che una ragazza, persino più piccola di me di due anni, sarebbe stata una tale coinquilina, una persona che mi piace e, devo ammettere, voglio avere intorno.
Forse sarebbe stato così con il mio fratellino.
Forse se solo avessimo avuto la possibilità di continuare a crescere insieme, adesso avrei altrettanti ricordi felici con lui.
Forse l'universo ha deciso di darmi una sorella, dopo avermi strappato via un fratello.

"Dovresti struccarti sai, assomigli a Sebastian così" Cerco di sdrammatizzare e non cadere in un loop depressivo di pensieri del passato.

Courtney fa un respiro profondo e si scosta i capelli ribelli dal viso, con le mani però ancora invase da leggeri tremori.
"Forse hai ragione" Afferma abbassando lo sguardo, quasi volesse nascondersi, ma intendevo tutto tranne che volerla screditare.