𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟎𝟖・𝐒𝐜𝐨𝐝𝐢𝐧𝐳𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞

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Quando Jamie ne aveva parlato durante la riunione del gruppo di studio, Paulina aveva provato a immaginare il villino con piscina in Brianza di Stefano, ma non aveva pensato che l'avrebbe visto con i suoi occhi molto presto.

Passeggiando lungo il pavimento di foglie morte che dalla stazione le aveva portate a costeggiare il fiume Lambro, Paulina e Aurora si fermarono all'indirizzo che gli era stato indicato.

La casa era una splendida dimora padronale su due piani, con muri bianchissimi e immense finestre a specchio. Sembrava persino più grandiosa di quella in cui Aurora abitava a Miazzina. La proprietà comprendeva anche un cortile spazioso e ben tenuto, diviso da un vialetto di ghiaia che le ragazze percorsero guardandosi attorno. Sulla sinistra, oltre una fitta siepe, Paulina riuscì a intravedere la piscina, coperta in quel periodo dell'anno. A destra tre macchine di lusso erano parcheggiate in fila vicino a un grazioso pergolato di legno, ampio ma spoglio. Forse avrebbe ripreso vita nella bella stagione, quando sarebbe stato il luogo perfetto dove tenere una grigliata.

Arrivate davanti alla porta d'ingresso, non dovettero nemmeno suonare il campanello. Un acuto abbaiare annunciò il loro arrivo alla madre di Stefano, che corse ad aprire e le accolse con un sorriso smagliante. «Benvenute.» disse mentre tratteneva un dalmata che osservava le due ospiti con le gengive scoperte, una vista che fece irrigidire Paulina sulla soglia.

«Scusate. Milli è un po' aggressiva con gli sconosciuti. Ma si abitua subito.» Aveva ragione. Quando vide la padrona accogliere in casa le due ragazze Milli sembrò tranquillizzarsi, e sedette composta lasciando che potessero entrare senza sentirsi minacciate.

«Sono Emma.» disse quindi la signora Santarelli porgendo loro la mano tesa, che strinsero a turno. Emma era una bella donna sulla quarantina. Aveva gli stessi lineamenti sottili del figlio, in particolare quel grazioso naso a punta era proprio identico. I capelli biondi, perfettamente lisci, le ondeggiavano all'altezza della vita mentre Aurora e Paulina la seguivano passando davanti allo sguardo calmo e indagatore di Milli.

«Sparisci, mamma?» domandò sgarbato Stefano dopo che la signora aveva di nuovo offerto da bere ai suoi ospiti. «Ti ho detto che ci penso io.»

«E io ti ho detto di non rivolgerti a me con quel tono, Stevie.» rispose lei chiamandolo in quel modo. Stefano strinse i denti, invece Diego dovette stringere le labbra per non mettersi a ridere.

Avrebbe potuto chiederle ancora una volta di non chiamarlo in quel modo, soprattutto davanti ai suoi amici. Un tempo ti piaceva, era solita rispondergli sua madre. Cos'ha Stevie che non va? Tuttavia erano tante le cose che un tempo gli piacevano, e adesso non gli piacevano più. Il fatto che sua madre fosse tanto bella, per esempio, era solito riempirlo d'orgoglio quando era bambino, ma era dagli anni delle superiori che era diventata una cosa che lo faceva vergognare. Lentamente, sua madre era diventata una donna agli occhi dei suoi compagni di scuola, i cui commenti si sprecavano.

Stefano avrebbe voluto che Emma cercasse di non dare nell'occhio, invece di camminare per casa con addosso i suoi completini da ginnastica. Invece non faceva mai il minimo sforzo.

Come quella sera.

Indossava un elegante miniabito aderente che le fasciava i fianchi, e che lo faceva sentire piuttosto a disagio. Sua madre aveva un fisico tonico e tornito, da fare invidia alle ragazze presenti grazie alle quotidiane sessioni di yoga e pilates. D'altra parte non aveva di meglio da fare. Suo marito dopo il divorzio le dava un mantenimento da favola.

𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐎𝐋𝐔𝐂𝐄Where stories live. Discover now