20-fratelli di sangue

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Damon gli ha fatto un'iniezione di verbena e mi fa male vederlo così debole e sofferente.

<<ti amo Stefan>> mi solleva da terra e mi porta fuori dalla cella, lo guardo qualche secondo attraverso la grata, è privo di sensi. <<è così difficile vederlo rinchiuso>>

<<sei stata tu a rinchiuderlo>> risponde Damon.

<<tu mi hai aiutata>> mi giro a guardarlo.

<<non potevo permettergli di mordere la gente con la città alla ricerca di vampiri>>

<<quindi non lo hai richiuso perché ci tieni a lui?>>

<<questa è una cosa tua, non mia>> risponde in tono piatto e io aggrotto la fronte.

<<di quello che vuoi, Damon, ma so che ci tieni a lui>> sbuffa e se ne va. Gli do un'ultima occhiata e me ne vado anch'io.

<<hai scoperto di cosa si tratta? Accidenti, sono in ritardo per la scuola>> prendo le mie cose dal divano, ieri sera Pearl ha dato a Damon una specie di bussola o un vecchio orologio.

<<no, qualunque cosa sia, non funziona>> mi risponde mentre gioca con l'oggetto.

<<Pearl, non ha detto nient'altro?>> chiedo incuriosita.

<<pensava che stessi rubando la bussola anti-vampiro, ma era un orologio da tasca, e che Jonathan Gilbert era uno scienziato pazzo>>

<<dovresti parlare con Elena, forse a qualcosa di suo zio>> finisco di mettere via le mie cose, sono rimasta qui per qualche notte nella stanza di Stefan, voglio che sappia che ero qui per sostenerlo e che non l'ho semplicemente rinchiuso affinché non bevesse sangue umano.

<<lo farò, rimane stanotte?>> metto lo zaino in spalla.

<<c'è qualche problema?>> chiedo offesa e lui sospira.

<<si, sei proprio una rompiscatole>>

<<e mi fa piacere, ci vediamo dopo>> esco da casa sua per andare alla mia, solo per cambiarmi i vestiti.

<<stasera dormi ancora a casa del tuo ragazzo?>> mi chiede mia madre guardandomi dallo stipite della porta.

<<si, è un po' malato e voglio aiutarlo a sentirsi meglio, lui...non ha nessuno che si prenda cura di lui a parte Damon>> annuisce e beve il caffè.

<<non devo ricordarti le regole, sai che mi fido di te>> mi fermo dal tirare fuori i vestiti dai cassetti.

<<si, tranquilla non torno a casa incinta>> dico e tiro fuori i pantaloni.

<<ci vediamo più tardi, dobbiamo parlare del tuo lavoro>> sorrido. <<non ho tempo adesso ma mi interessa>>

Ci salutiamo e io continuo a preparare alcune cose.

<<lavori con Matt? Come cameriera?>> Matt entra in camera mia stupidità.

<<si, lavorare mi toglie un po' di stress>> finisco di mettere via le mie cose.

<<Cami, lo sai che papà ci dà un bel sostegno economico e mamma->> la interrompo.

<<non si tratta di soldi, ma di avere qualcosa da fare, non sai quello che ho passato>> annuisce.

<<hai ragione, perché non me ne parli invece di nascondermi le cose? A parte il fatto che eviti anche le sedute con la psicologa, devo cominciare a preoccuparmi?>>

𝐃𝐄𝐒𝐓𝐈𝐍𝐘-stefan salvatore¹✔︎Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon