Una Ricerca

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Dopo quella macabra scena, i tre si allontanarono dal corpo del vampiro uscendo dalla magione con un senso di inquietudine che si faceva sempre più intenso e con un altro interrogativo nella testa.
"Ora cosa facciamo?" chiese Jonah, deluso dall'andamento del caso.
Nel frattempo iniziarono ad incamminarsi verso il loculo per raggiungere il portale.
Catheline rivolgendosi a Gabriel chiese: "Te non hai idea di cosa fare?"
Blackwood, risvegliato da quella domanda, rispose: "No, i riti satanici non vengono fatti da centinaia di anni. E io non ne ho mai visto uno. Ho assistito solo a cerimonie di venerazione del Diavolo, ma è come andare in chiesa, non c'è nulla di male e non si fanno sacrifici."
Catheline proseguì: "Quindi non sappiamo come muoverci."
Jonah intervenne dicendo: "Un modo si potrebbe trovare, no? Voglio dire, ti è mai capitato di rimanere bloccato altre volte?"
Gabriel rispose: "No, mai... e non per vantarmi, ma solo perché di solito c'erano sempre degli indizi che mi guidavano nella direzione giusta. Questa volta sembra che quello che sta per accadere, a meno che non sia già successo, debba avvenire inevitabilmente."
Il silenzio calò su di loro.
Una volta arrivati davanti al portale, Jonah suggerì: "Ora che siamo qui, nel Mondo di Mezzo, perché non andiamo alla biblioteca di Alessandria?"
"Siamo ricercati Jonah..." disse Catheline.
Gabriel confermò.
"Se ci presentassimo là, attireremmo l'attenzione di tutti, criminali compresi."
Senza ulteriori esitazioni, decisero di entrare nel portale che stava ormai per scomparire. 
Uscirono dal loculo e si lasciarono il cimitero alle spalle.
Una volta arrivati davanti all'auto, Gabriel si espresse chiedendo: "Nel Mondo di Sopra, le persone non hanno una specie di biblioteca di Alessandria?"
Jonah rispose: "Non hai mica passato duecento anni qui?"
"Si, passo più tempo qua che nel Mondo di Mezzo perché i drink sono migliori." spiegò Gabriel.
"Io conosco una biblioteca, non sarà come quella di Alessandria, ma è comunque ben fornita." disse il ragazzo.
I tre arrivarono a destinazione e lessero un cartello che recitava: ≪Biblioteca Comunale≫ ed entrarono.
Era piena di scaffali e libri, era un luogo accogliente e silenzioso situato in un edificio storico con ampie finestre che permettevano l'ingresso della luce naturale.
All'entrata, un grande bancone di legno ospitava i bibliotecari pronti ad accogliere i visitatori e a fornire assistenza.
Le pareti erano rivestite da scaffali alti e ben organizzati che ospitavano una vasta collezione di libri di ogni genere e argomento, disposti in ordine alfabetico e suddivisi in sezioni tematiche, come narrativa, storia, arte, scienze e molto altro.
Al centro della biblioteca c'erano comode poltrone e tavoli di legno.
L'atmosfera era tranquilla e rispettosa con un sottofondo di sussurri e il leggero rumore delle pagine che venivano sfogliate.
La biblioteca aveva anche una sala multimediale, dotata di computer e accesso a internet.
Era presente anche una stanza per le conferenze, dove venivano organizzati degli eventi culturali, presentazioni di libri e discussioni letterarie.
Gabriel emise un fischio forte e secco.
Jonah lo interruppe subito: "Ma che cosa stai facendo?!"
"Sto chiamando lo scaffale per avere quello che mi serve." spiegò ripetendo il suono ancora più fragorosamente.
Gabriel muovendo le mani e mimando disse: "Sai quando arrivano i libri che volano come gli uccelli e si fermano davanti a te?"
"Gabriel qui non si fischia, e poi i libri e gli scaffali non volano!" esclamò Jonah.
Una signora con occhiali, capelli castani e gonna si avvicinò a loro chiedendo sottovoce: "Cosa sta succedendo qui?!"
Il ragazzo rispose con tono gentile: "No niente, anzi mi scusi per il trambusto che abbiamo provocato."
Catheline disse: "Ah, da noi arrivano i libri. Invece da voi, quando si fischia, arriva una persona che sa tutto." 
Jonah la corresse imbarazzato "No no, lei è una bibliotecaria."
Catheline la squadrò con i suoi occhi azzurri glaciali, poi si allontanò con aria di superiorità.
Gabriel si avvicinò ai due e chiese: "Allora se non bisogna fischiare come si fa a trovare lo scaffale che ci serve?"
"Si cerca." disse Jonah.
"E come?"
"Si va nel reparto che ti interessa, nel nostro caso in quello esoterico, e magari troviamo qualcosa che ci serve."
"Mh... Andiamo Mezza Luna." disse Gabriel.
Catheline, che stava osservando i libri, si unì a Gabriel e si diressero verso la sezione esoterico.
I due iniziarono a sfogliare libri per incessanti minuti, quando poi li raggiunse Jonah con dei caffè per tenersi svegli.
Anche lui si unì alla ricerca.
Trovarono molti tipi di riti e di come farli concludere bene, o per farli finire prima.
Arrivarono a trovare anche delle informazioni sulle tavole Ouija e di altri mille modi per contattare spiriti e altre forme di stregoneria.
"Hanno tanta fantasia questi scrittori. Pensa che alcuni si avvicinano pericolosamente alla realtà." disse Gabriel.
"Si ma se fossimo nella biblioteca di Alessandria avremmo già trovato le informazioni che ci servono."  disse Catheline.
"Si ma come ha detto Gabriel saremmo stati trovati subito e uccisi... ora se qualcuno fosse sulle nostre tracce saprebbe che siamo andati dai Semynov."
"Sicuramente lo sanno." disse Gabriel "Ma, o non sono arrivati in tempo oppure stanno aspettando che facciamo un passo falso."
Passò un'ora dall'inizio della ricerca ininterrotta.
"Qui comunque non si trova niente." disse Catheline.
"No niente. Te scout?! Hai delle idee?"
"No nessuna." rispose lui con le mani tra i capelli.
"Il mio primo caso e non verrà mai risolto..."
"Anche la mia prima avventura non andò molto bene." disse Gabriel riflettendo sul passato.
Improvvisamente, una familiare voce femminile chiamò Jonah.
Il ragazzo si girò, si diresse tra gli scaffali della biblioteca e andò in bagno per raggiungere lo specchio più vicino.
Mentre si trovava lì, sentì una folata di vento come se fosse presente uno spirito: "Jonah... qui nel Purgatorio si sta muovendo qualcosa."
"Cosa succede?" chiese preoccupato.
La ragazza che vide apparire nel sedile posteriore dell'auto quando uscirono dal bordello giorni prima, si palesò nel riflesso dello specchio nel bagno comunicando con lui.
"C'è tumulto e paura, un demone sta dirigendosi verso le porte dell'uscita del Purgatorio."
Jonah domandò "Chi è?"
"È in una delle sue forme...dicono che sia Beelzebub. E chiunque si avvicini a lui, sia angeli che anime purganti, muore. Uccide chiunque cerchi di fermarlo."
Jonah si sentì agitato e ancora più preoccupato.
"Devo andare... non dovrei essere qui."
Prima che potesse dire altro, lo spirito svanì nel nulla.
Il detective, uscito dal bagno, si precipitò verso i colleghi.
"La strega sta cercando di evocare Beelzebub!" riferì con urgenza.
"Cosa?" chiese Gabriel. "Come fai a saperlo?"
"Così mi hanno detto."
Il collega continuò, scettico: "Chi?"
"Un fantasma."
"Harry?"
"No, uno di mia conoscenza..."
"Ѐ sicuro che questo fantasma ti dia delle informazioni affidabili?"
"Si!"
"E come fai a sapere che..."
"È mia sorella." concluse Jonah.
Il volto di Gabriel si intristì comprendendo l'importanza della situazione.
"Ok. Cerchiamo qualcosa su Beelzebub."
Ripresero la ricerca prendendo in mano altri libri che parlavano di demoni e fantasmi sperando di trovare informazioni utili.
Poi Jonah decise di dirigersi verso la zona dei computer della biblioteca sperando di trovare risposte più rapide e precise.
I due lo seguirono e il ragazzo gli fece vedere, indicando con il dito sullo schermo, la riga che stava leggendo.
Il sito web si chiamava: ≪INFORMAZIONI TRAPELATE DALLA BIBLIOTECA DI ALESSANDRIA≫
Jonah lesse ad alta voce:
"Rito per evocare qualcosa dal mondo degli spiriti, demoni, fantasmi."
La curiosità si fece più intensa mentre continuava a leggere.
"Per evocare delle creature al fine di ottenere vendetta, è necessario sacrificare un animale su un pentacolo per gli spiriti malvagi.
Mentre per i demoni è più complicato, lo si deve creare all'interno di una chiesa ancora consacrata coinvolgendo otto persone.
Due di loro dovranno morire per dare avvio al rito, mentre una vergine dovrà restare sdraiata al centro del pentacolo facendo coincidere ogni arto con le punte della stella.
I cinque rimanenti dovranno posizionarsi sulle suddette estremità che rappresentano i diversi elementi: lo spirito dove c'è la testa, la terra nella mano sinistra, l'aria nella mano destra, l'acqua nel piede sinistro e infine..."
"Il fuoco sul piede destro." lo interruppe Gabriel ricordandosi vagamente di quella pratica.
"Internet serve sempre." disse Jonah.
"Quindi questo strumento è come un portale di informazioni? Basta scrivere quello che ti serve e ti appare?" chiese Catheline.
I due si voltarono verso di lei e Jonah la guardò un pò divertito.
"Che c'è?!" chiese la cacciatrice.
"Te la semplifico, è tipo Jonah ma sta zitto." disse Gabriel.
Catheline era ancora più confusa.
"Ora quale potrà essere la chiesa?" proseguì cercando di cambiare argomento.
"Ci sono tre chiese qui." disse Gabriel.
"Allora c'è la Saint Louis, la Saint Charles oppure la Saint Zocoia." spiegò Jonah.
Improvvisamente nella mente di Gabriel si creò una connessione.
"Aspetta! Ripeti l'ultima." disse Blackwood.
"Saint Zocoia."
"Zocoia, mmmh...  è il maledetto anagramma del nome Ocozia!"
"E quindi?" disse Catheline.
"Ocozia era il re di Israele!" spiegò Gabriel.
"Quindi?" incalzò Jonah.
"Non sapete la storia?!"
"No!" risposero i due.
"Ocozia, il re di Israele, a causa di una malattia si rivolse a Beelzebub per essere curato." 
I tre, appresa la notizia, corsero verso l'uscita della biblioteca.
"Ehi! Non così in fretta!" disse la bibliotecaria.
Il trio si fermò.
"Ah già, in biblioteca non si corre, si cammina." disse Jonah.
Ripresero a camminare, ma furono di nuovo interrotti.
"Fermi!" gridò la signora.
I tre si girarono nuovamente verso di lei, che ora aveva un arco e la freccia pronti.
La scoccò, ma riuscirono ad evitarla abilmente.
"Sono loro!" disse quella che prima era la bibliotecaria, rivelando la sua vera natura di cacciatrice. Molte persone iniziarono a fuggire in preda al panico mentre altri, presenti nella biblioteca, si unirono all'azione, scoccando frecce verso di loro. I tre si dispersero correndo tra le file degli scaffali. Jonah si dedicò subito a guidare gli altri verso l'uscita, ma venne presto bloccato dai cacciatori e si vide costretto a correre.
Fu intercettato da tre di loro che lo inseguirono.
"Oh, ok." disse Jonah sarcasticamente preparandosi per affrontare la situazione.
Tirò un pugno a quello di fronte a lui e di conseguenza gli altri lo aggredirono subito.
Volarono calci e pugni, Jonah riuscì a far svenire un cacciatore, ma subito dopo gli arrivò un destro che gli ruppe il naso.
Il detective rimase stupito.
"Mi hai rotto il naso!" esclamò.
Senza perdere troppi secondi, tornò nella mischia e, dopo un po', ne uscì vittorioso.
Con fiato corto si aggiustò la giacca.
Gabriel, nel mentre, correva più veloce che poteva intanto che i cacciatori scoccavano le frecce contro di lui.
"Se li prendiamo ci daranno un ottimo bottino." sentì dire alle sue spalle.
Il detective Blackwood, con la sua forza e per merito delle vene verdi che gli apparvero sul volto intorno agli occhi, fece cadere un intero scaffale che portò gli inseguitori a fermarsi e a urlare di dolore.
Non appena si riprese, Gabriel si trovò di fronte a un imponente cacciatore, un uomo alto e muscoloso con tatuaggi tribali sul corpo e con un orso morto sulla testa.
"Sei piccolo." disse quel cacciatore.
"Io invece ne ho affrontati di più grossi." controbattè mettendosi in posizione di combattimento come se fosse un pugile.
L'enorme uomo fece un sorrisetto e si avvicinò a Blackwood.
"Devo dirti una cosa preoccupante." disse Gabriel.
"Cosa?"
"È finito il miele." gli sussurrò minaccioso.
Poi iniziò a tirare dei pugni, che diventarono sempre più forti a Gabriel che fu costretto a chinarsi più volte per evitare i colpi.
Il detective iniziò a controbattere.
Il cacciatore alzò di peso Blackwood e lo scaraventò contro un tavolo rompendolo.
Gabriel si rialzò velocemente.
"Ahia!" si bloccò a metà poichè la schiena non gli permise di alzarsi più di troppo.
Il cacciatore lo placcò facendolo cadere e facendogli scrocchiare tutte le ossa.
Gabriel, con ancora le vene visibili intorno agli occhi e con tutta la sua forza, spinse quell'uomo scaraventandolo contro il soffitto, poi cadde a terra.
Si alzarono insieme, si guardarono negli occhi, desiderosi di attaccare per primi, si avvicinarono contemporaneamente e tirarono entrambi un pugno in faccia all'altro facendosi tanto male.
Gabriel si toccò la mascella, poi aprì la bocca e la scrocchiò.
Il cacciatore invece era fermo a terra ed emise uno strano verso nel quale si poteva evincere la sua stanchezza.
Catheline, intanto, dopo aver sconfitto cinque cacciatori, si trovò di fronte la signora che prima svolgeva il ruolo da bibliotecaria.
Quest'ultima era pronta per combattere e diede inizio a una sfida di pugni e calci con la ragazza, muovendosi agilmente tra le scrivanie e gli scaffali che popolavano la biblioteca.
In un momento di destrezza straordinaria, Catheline riuscì ad avvolgere l'altra cacciatrice con le sue gambe e la mise fuori combattimento.
I tre, ancora pronti per nuovi scontri, si riunirono nella hall della biblioteca per prendere fiato. Gabriel si rivolse agli altri due e poi disse: "Tutto bene scout?!"
"Si." rispose Jonah.
"Tu Luna?"
"È Mezza Luna. Comunque sì." rispose Catheline.
La biblioteca ora appariva in uno stato di completo disordine, con frecce conficcate tra le colonne e le pareti.
Gabriel, osservando la scena, chiese: "Possiamo andare via o dobbiamo aspettarci altre sorprese?"
Mentre si stavano voltando verso l'uscita, tre frecce furono scagliate a terra, cadendo proprio vicino ai loro piedi.
"Potevi stare zitto?!" disse Catheline.
"Non così in fretta!" esclamò un cacciatore che improvvisamente apparve dall'alto.
"Ma da dove...?" chiese Jonah.
"Da ovunque." lo interruppe l'uomo incappucciato le cui corna di cervo spuntavano dal cappuccio.
Il cacciatore atterrò al suolo e disse: "La caccia non è ancora finita."
Con una mossa estremamente atletica e leggiadra, colpì i tre facendoli sobbalzare a terra.
Catheline, incredula, pronunciò le parole: "È lui... è Herne il cacciatore! Uno dei più abili al mondo, uno stratega...il migliore nel suo campo."
L'uomo prese due lame e iniziò a giostrare la sua abilità con le spade mentre si avvicinava a loro pericolosamente, ma allo stesso tempo elegantemente.
Gabriel lentamente prese la pistola e con un gesto fulmineo sparò al cacciatore che cadde a terra.
"Ma come?" chiese Catheline del tutto incredula.
"L'ho visto fare una volta in un film." rispose Blackwood.
"Avrà affrontato tante creature, forse anche più di quelle che ho affrontato io... ma non ha mai affrontato me."
I tre superarono il corpo di Herne ed uscirono dalla biblioteca.
"Come mai aveva le corna?" chiese Jonah curioso.
"Herne era uno dei tanti cacciatori di Re Riccardo...tanti anni fa. Per salvare la vita del Re ha dovuto porre fine a quella di un cervo bianco. Il cacciatore però riportò delle ferite mortali e il mago che lo salvò e che lo guarì, gli fece spuntare sulla testa le corna dell'animale morto..." spiegò Catheline.
Il discorso venne interrotto da Gabriel che mise il braccio sul petto dei due.
"Fermi!"
"Cosa?"
"Vedete quell'uomo vestito completamente di bianco e con i capelli bianchi?"
I due guardarono nella direzione indicata.
"Oddio, si."
"É un angelo."
"Quindi?" chiese Catheline con tono curioso.
"È un'autorità superiore e potrebbe ucciderci all'istante se lo volesse, quindi ora dirigiamoci verso il retro della biblioteca e andiamocene via di fretta!" disse Gabriel.
L'angelo, che non era neanche girato verso di loro, disse: "Non vi farò del male. Venite, Gabriel Blackwood, Jonah Garlick e Catheline Dankworth."

Ombre e MisteriWhere stories live. Discover now