capitolo 1

4 0 0
                                    

<<Mamma sto scendendo>>
dico seduta sul parquet mentre allaccio le mie nike
<<Studia e non fare stupidaggini,oggi pomeriggio andiamo al centro commerciale,vedi di studiare prima che andiamo,non voglio ritrovarmi brutte sorprese>>
sbuffo ,odio quando mia madre fa la precisina con me,come se io non facessi niente dalla mattina alla sera
<<Va bene,ciao>>
mi chiudo la porta alle spalle e subito rovisto nella mia borsa per cercare le mie salvatrici,le cuffiette.
Mia madre vuole sempre esagerare,mi ha comprato quelle senza filo ma non le sopporto e quindi,a sua insaputa,uso ancora quelle vecchie che mi aveva regalato papà.
Mentre aspetto l'autobus inizia a piovigginare e vedo le persone impazzire,dimenarsi come se ci fosse un apocalisse.
io non capisco proprio,cosa c'è di più bello della pioggia mentre si ascolta il proprio brano preferito?proprio niente.
Salgo sul autobus e appena trovo posto mi siedo e appoggio la testa al finestrino per guardare fuori. la pioggia si fa sempre intensa e così decido di mettere la mia canzone preferita nelle cuffie,
"destri di gazzelle"
Ormai tutte le mie mattine sono uguali,mi alzo,faccio colazione,mi lavo,mi vesto,scendo,autobus,metro e poi di nuovo autobus.
Tutto questo perché mia madre ha voluto mandarmi in un istituto paritario,la scuola privata con tutti i figli di papà e i ricconi.
Mio padre non è d'accordo di questa scelta,ma come si dice,"ciò che è fatto è fatto"
Sono fuori scuola,il posto che odio di più perché è proprio qui che tutto si divide nelle famosissime e antichissime "classi sociali"che anche se diciamo non esistere più,ci sono eccome.
A destra del cancello ci sono "gli sfigati" i nerd della scuola per intenderci,loro arrivano al cancello verso le 7 e 40,poi abbiamo "i fighi" cioè i più ricchi dell'istituto e infine,la classe sociale fondamentale, i normali.
I normali,come me,arrivano all'orario perfetto,non si mettono a ridere di tutto e di tutti,ma sono semplicemente persone che non sono e non vogliono far parte di nessun ceto sociale.
A volte ci chiamano"gli indifferenti" perché anche se non ci fossimo nella scuola,niente cambierebbe.
In realtà io faccio un po' parte dei "fighi" oramai perché lì c'è la mia migliore amica,benedetta,benny per me.
Lei è completamente il mio contrario,siamo gli opposti ma ci vogliamo molto bene.
Nel gruppo dei fighi c'è il famoso "Giulio" il ragazzo di benny,il più famoso della scuola,non per la sua bellezza,ma per i suoi soldi.
A Benedetta piace,ma girano voci nella scuola che stiano insieme per divertimento oppure solo per cose non serie.
La prima ora di scuola è passata,io sono al banco con Federica,una ragazza della mia classe,lei è proprio come me,è una "indifferente" per questo ci troviamo bene insieme ma diciamo che avrei preferito stare vicino alla mia migliore amica piuttosto che vicino a lei,ma il posto ormai è di Giulio e non più mio.
La mattinata è finita e mancano 5 minuti alla fine dell'ora,non è stata una giornata molto pesante,ma il pensiero di dover prendere l'autobus pieno mi fa rabbrividire.
<<Vieni a pranzo con me e Giulio?>>
Benny é sempre gentile con me,ma lo so che vuole che le risponda "no non posso" oppure "facciamo un altra volta".
<<Oggi proprio non posso benny,prossima settimana dai>>
Sto sorridendo per rendere semplicemente la bugia più vera ma appena vedo l'autobus,senza dir niente,corro verso la fermata senza pensarci un minuto in più.

&quot;mi ricordi il mare&quot;Donde viven las historias. Descúbrelo ahora