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Ero davanti alla mia scuola, e dato che l'entrata quel giorno era per le nove, stavo aspettando il mio migliore amico per andare al bar a fare colazione insieme.
«Boo» Sussultai, mi girai di scatto e per la paura tirai uno schiaffo senza vedere chi mi avesse fatto spaventare.
«Alex? Oddio... Scusami, scusami.» Dissi notando che quel coglione era mio fratello.
«Ahia. Porco di-» Esclamò lui accarezzandosi la guancia.
«Eddai Alex.»
«Mi hai ucciso.»
«Così impari a farmi spaventare.»
Alessandro è mio fratello. Io e lui abbiamo due anni di differenza e ciò lo rende più grande di me. Alex era molto alto, aveva i capelli biondi e gli occhi castani. Era praticamente considerato da tutti quelli che conoscevo il più bello, ma nonostante tutte le ragazze ci provavano con lui, Alex aveva gli occhi soltanto per una sola persona. Questa persona era Giorgio, il MIO migliore amico. Quest'ultimo, al contrario di mio fratello, è abbastanza basso. Ha i capelli ricci e castani, e gli occhi del medesimo colore. Portava degli occhiali dalla montatura tondeggiante e dorata. A primo impatto sembrava molto timido, ma dopo averlo conosciuto meglio si rivelava una vera e propria serpe -nel senso buono, ovviamente. A Giorgio, detta sinceramente, Alex non interessava affatto, o almeno, questo era quello che lui mi diceva quando gli parlavo di mio fratello, ma c'era qualcosa che mi portava a pensare che stesse mentendo.
Parlando di me, invece, diciamo che sono l'opposto di mio fratello. Ho i capelli biondi, si, ma tinti, e due occhioni azzurri che quando qualcuno li guarda dice che sono magnetici. Non sono chissà quanto alto, e il mio sport preferito è dormire.
«Che ci fai già qua? Non hai detto che entravi dopo?» Mi chiese lui.
«Aspetto Giorgio. Andiamo insieme a fare colazione.» Appena il ragazzo sentì quel nome, gli occhi gli si illuminarono.
«Vengo con voi.» Esclamò.
«Alex, hai fin troppe assenze, non credi?»
«Ho diciott'anni, entro in seconda.» Roteai gli occhi e gli dissi che poteva venire con noi.
Passo qualche minuto e finalmente arrivò Giorgio.
«Hey Fede.» Mi sorrise e lo abbracciai.
«Ciao Giorgino.» Mi strinse e iniziammo a parlare di svariate cose, senza neanche calcolare Alex. Camminammo fino al bar, e Giorgio non aveva ancora rivolto la parola a mio fratello. Arrivati, ordinammo un caffè e dei cornetti al barista.
Andavo spesso in quel bar, ma il ragazzo era nuovo. Aveva i capelli per metà rossi e per metà neri, portava un paio di occhiali, e le sue mani erano completamente piene di anelli.
Ci sedemmo, e mentre aspettavamo il nostro ordine, Alex cercava di inserirsi nella conversazione, ma Giorgio sembrava non prestargli molta attenzione. Quando finalmente il ragazzo ci servì, iniziammo a fare colazione. Io e Giorgio iniziammo a sparlare di alcune persone, Alessandro era completamente escluso, ma a lui non sembrava importare.
«Si, ma che poi c'è Francesca che è una troia assurda.» Disse ad un certo punto Giorgio. Francesca era una ragazza che stava nella classe di Alex, era una di quelle tipe che si sarebbe fatta chiunque, e stava sul cazzo ad ogni persona in quella scuola.
«Assolutamente si.» Gli risposi io.
«Ma non è vero.» Si intromise mio fratello. A quelle parole Giorgio roteò gli occhi, come se quelle parole gli avessero dato fastidio.
«Lo dici perché sei il primo con cui mette in atto le sue doti da puttanella.» Disse per poi mettersi a sorseggiare il suo caffè. Alex aprì bocca per controbatterlo, ma capì che era inutile e rimase zitto. Pochi minuti dopo, mio fratello si alzò, andò al bancone, dove pagò per tutti.
«Quanto hai pagato?» Gli chiese Giorgio quando il ragazzo tornò da noi. Alex non gli rispose.
«Alex, seriamente, quanto hai pagato?» Mio fratello continuò a non parlare.
«Dai Alessandro.»
«Mi devi solo dare un bacio.» Gli rispose in fine sorridendo. Giorgio roteò gli occhi, capendo che era solo una delle solite provocazioni di Alex. Ignorò il commento e si concentrò sul suo caffè. Io cercai di alleggerire l'atmosfera scherzando sul fatto che Alex avesse pagato probabilmente con i soldi che erano stranamente scomparsi dal mio portafogli qualche giorno prima, quando ad un certo punto il mio sguardo cadde sul barista.
«Certo che il barista è un fregno.» Commentai un po' troppo ad alta voce.
«Certo che dovresti imparare a non fartelo alzare da chiunque tu veda.» Rispose Alex e poi continuò. «Comunque, per tua fortuna, lo conosco. Si chiama Nicola.» Gli sorrisi, e la prima cosa che feci fu cercarlo su Instagram. Aveva l'account pubblico, i suoi post erano tutte foto sue, in alcune si vedeva il suo fisico che era wow, mentre in altre, che erano più aesthetic se così si può dire, aveva un sigarettina tra le dita. Rimasi un attimo a pensare se cliccare o no il tasto segui, ma alla fine, anche sotto consiglio di Giorgio, presi coraggio e lo feci.

𝒕𝒉𝒐𝒔𝒆 𝒐𝒄𝒆𝒂𝒏 𝒆𝒚𝒆𝒔 ~strecico~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora