Il patrimonio della famiglia Anderson era sparito e con sé aveva portato via la possibilità che mio padre potesse sopravvivere. E adesso sapevo perché.

Anis Anderson aveva deciso di diventare un collaboratore di giustizia. Aveva fatto nomi e cognomi, aveva indicato luoghi, mostrato foto e stampato documenti, aveva tutte le prove possibili per distruggere un impero che alla fine aveva distrutto lui: qualcuno, e immaginavo anche chi, era entrato in casa nostra e aveva distrutto tutte le prove che mio padre aveva racimolato nel tempo.

Mio padre, Anis Anderson, era rimasto senza nulla.
Oltre a privargli di tutto il padre di Isaiah decise, ovviamente con il consenso di tutti gli altri vory v zakone, di punirlo brutalmente per quello che aveva tentato di fare. Aveva usato quelle prove contro mio padre, dando il via ad un indagine che mirava a farlo condannare, con annesse foto e video degli incontri dove si intravedeva Anis, mio padre, dare dei borsoni pieni di soldi a suo figlio, Isaiah.

Ebbene, il padre di Isaiah aveva sacrificato la vita di suo figlio per punire quella di mio padre. In pochi mesi le indagini avevano portato alla luce tutti i crimini ben più gravi commessi da Isaiah, che era stato arrestato immediatamente dopo il suo processo, e l'avvocato di mio padre era riuscito a prendere tempo avviando diversi ricorsi. Poi era successo quello che era successo e che avevo visto in prima persona.

Le condizioni di nostro padre peggioravano ogni giorno di più e la somma per il trapianto ci sembrava enorme adesso che non avevamo più la stessa vita di prima, quindi ci stavamo preparando - o almeno io - a trovare il modo giusto per dirgli addio. Mio fratello aveva deciso di rapinare una banca per ricavare la somma del trapianto ed era stato processato con la stessa gravità di un assassino, pur non avendo fatto del male a nessuno.

Era stato condannato e messo in carcere per scontare la sua pena. Aveva subito sevizie, torture, bullismo e Dio solo sapeva cos'altro. E poi si era suicidato.

Mio padre era morto pochi giorni dopo il funerale di Norman, il suo cuore non stava bene di per sé e la morte del suo adorato figlio aveva solo accelerato il processo. Il medico mi aveva confessato che lo stress degli ultimi mesi, che adesso sapevo essere la causa di quello che aveva subito dal padre di Isaiah, aveva tramutato un leggero problema cardiocircolatorio in una cardiomiopatia dilatativa.
Senza quello stress elevato sarebbero stati ancora vivi, sarebbero stati ancora qui con me.

E così avevo perso mio padre e mio fratello in un colpo solo, così avevo pianto su due bare diverse, così ero stata costretta a comprare sempre due mazzi di fiori diversi da portare al cimitero invece che uno solo. Anche se, ovviamente, avrei preferito non portarne proprio  nessuno.

Il rumore di un paio di pugni leggeri mi destò dai miei pensieri e il mio sguardo corse subito alla porta. Incrociai le gambe, fasciate da un paio di pantaloni neri eleganti, e il mio sguardo si perse nel vuoto di un angolo della stanza. «Avanti».

«Hanno detto che volevi vedermi». Isaiah si chiuse la porta alle spalle e avanzò verso di me, non aspettando un mio cenno di assenso come faceva di solito Airton. Erano molto diversi, quasi l'opposto l'uno dell'altro.

Annuii distrattamente e gli indicai la poltrona. «Siediti».

Si guardò attorno come se fosse improvvisamente a disagio, ma ben presto la sua maschera di indifferenza tornò su e si sedette di fronte a me senza fare troppe storie. Sembrò capire subito che qualcosa non andava quando i suoi occhi azzurri incontrarono i miei e per questo mi studiò a fondo, cercando di capire cosa aspettarsi da me.

«Cosa succede Nicole?».

Mi leccai le labbra secche e screpolate, quella mattina mi ero svegliata talmente tanto distrutta emotivamente da non essermi truccata o vestita in qualche particolare modo. Mi ero infilata addosso le prime cose che avevo trovato, un maglioncino a collo alto nero e un paio di pantaloni del medesimo colore, e avevo legato i capelli in una coda scombinata. Per oggi ero Nerea, solo Nerea.

The Not HeardDonde viven las historias. Descúbrelo ahora