37. Garrow E I Cavalieri

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Non ho mai avuto dubbi sul motivo della regola d'oro del nonno.

« Perché i grandi sono cattivi, a volte, piccolo Cavaliere. La grandezza è più importante di ciò che abbiamo dentro» sorride.

« E io non sono cattiva?» sospiro.

« Non esistono le persone brave, Irly. C'è solo chi è più bravo a nascondere la cattiveria. L'importante è il controllo. Dentro a saldi principi c'è sempre un cuore valoroso e degno di esser definito tale».

*

« Stupefacente come passa veloce il tempo. Mi ricordo quel giorno come ieri, eppure sono passati quindici anni. ho cercato per anni e anni gli scritti di tuo nonno, ma li custodiva troppo gelosamente. Volevo sapere dell'esistenza di un Regno da poter governare. Era la mia opportunità. Lavinia stava perdendo la memoria, tu avevi costantemente la testa tra le nuvole. Non me ne facevo niente di voi» sputa con rabbia l'uomo davanti a me.

Anche se non dovrebbero, le sue parole mi smuovono qualcosa dentro.

« Eravamo noi a non farcene niente di te» ribatto « Non sei mai servito a nulla, se non a causare più dolore di quanto già provasse la mamma. Vorrei che la vedessi adesso. I suoi ultimi ricordi si rivolterebbero dalla tomba alla tua vista».

« Hai il suo carattere, altro motivo in più per classificarti come nemica» ghigna.

« Lo so» rispondo fiera.

« Credi di poter venire qui e diventare l'erede al trono di tuo nonno? Davvero? Non è così. Tra una decina d'anni comincerai a dimenticare come si arriva a casa, poi non saprai come si chiamano i tuoi famigliari. Devo continuare, o la storia la conosci già da sola? Sarà un circolo infinito, Irlanda. I tuoi figi, i figli dei tuoi figli. Saranno tutti come te» sbuffa.

Sento quelle parole crudeli schiantarmisi addosso, ma io sono più forte.

Non mi trapassano nemmeno un po'.

« E allora sono felice di essere come la mamma» scuoto la testa.

« Ho letto tutti i racconti di tuo nonno. Un Regno. Una terra da governare. Era l'occasione perfetta per diventare davvero importante, ce l'avrei fatta. Ho finto di essere un Cavaliere per fregarli tutti. Il Regno sarebbe stato solo mio. Mi ero fatto chiamare Garrow, per non destare sospetti. Ma non voglio passare per l'unico antagonista di questa fiaba» sibila, mentre dei passi si fanno sempre più vicini.

« Bentornati, figlioli» entra nell'enorme sala un uomo, certamente più vecchio.

Si rivolge a Derek e Chris, mentre con una chiave scioglie le catene che li tengono legati.

Derek si alza in piedi, fronteggiando l'uomo misterioso.

« Era ovvio che c'entrassi anche tu in questa storia» sibila, dandogli uno spintone.

« Calmati, non puoi prenderlo a pugni adesso» sento Chris sussurrargli.
Adrian, ancora legato, grugnisce arrabbiato.

Derek viene verso di me, scostandomi dei ciuffi biondi dal viso.

« Stai bene? Ti hanno fatto qualcosa?» mi guarda dritto con i suoi laghi ghiacciati negli occhi.

« No, sto bene» mormoro, stringendogli la mano inconsapevolmente.

Forse per trovare un appoggio.

Un qualcosa a cui sostenermi quando diventerà tutto ancora più difficile.

« Ora che finalmente siete qui, nulla intralcerà più il nostro piano» commenta l'uomo accanto a Carl « Oh, giusto. Forse è meglio che mi presenti: sono Tyrone, il padre di Christian e Derek. Suppongo di non essere il centro delle loro conversazioni» ride, rivolgendosi a me.

IRLANDA e il segreto dell'ametista Where stories live. Discover now