II. DÉCOUVERTES

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II

DÉCOUVERTES

Ore 7.30

Sveglia alle 6.00 del mattino, un bagno caldo, la colazione più ricca che mai, messa in piega perfetta e vestiario elegante. Serena quella mattina era euforica. Lasciato François a pochi isolati dall'entrata del Lycée, si diresse subito a lavoro. L'ambulatorio era stracolmo e il sorriso che l'aveva accompagnata fino al minuto prima, sparì. Gente in piedi in attesa di prenotazione, chi seduto in attesa del suo arrivo, chi dell'arrivo dei suoi dipendenti e coadiuvati. Visi preoccupati, corrucciati dal dolore, erano anni che non ne vedeva tanti così nello stesso giorno.

-"Serena! Serena!" - una voce femminile cercò la sua attenzione fra i pazienti.

Serena si voltò e la vide.

Che si accendino le luci e si alzi il sipario, signori e signore: Serena era pronta ad entrare in scena, interpretando la donna che aveva superato il dolore. L'amante del suo, ormai, ex marito: era lì.

E apriva il primo atto.

Ore 8.00

La luce irruppe dalle finestre della camera di Marion che strizzò gli occhi. Aveva passato l'intera notte tra bicchieri di Bordeaux e annunci di case in vendita. Stirò le braccia, le gambe, respirò ed espirò rumorosamente. Osservò il soffitto, cercando di valutare se fosse la stanchezza ad impedirle di alzarsi o il post sbornia. La suoneria del cellulare sfondò il silenzio. Sullo schermo un numero sconosciuto:

- "Signora?"- chiese una voce maschile -"S-si? " – rispose, provando a dare la sensazione di chi fosse sveglia da ore. -"Sono Albert, l'agente immobiliare della casa vicino gli Champs ..."- Marion rimase in silenzio, incredula e assonnata.

-"Signora, se vuole, avrei uno spazio per la visita dell'immobile stamattina alle 11.00"

Ah.

Albert, quell'Albert? Suo ex compagno di corso all'università, lo stesso che ha venduto quell'attico enorme a Clara. No, senza neppure pensarci, non era da Marion, non ricordava neppure che tipo di immobile fosse, era ubriaca e triste. -"Signora?"- il tono dell'uomo oltre la cornetta divenne impaziente. -"Si."- rispose senza pensarci, presa in contropiede nei suoi ragionamenti. -"Bene, le mando un messaggio con le coordinate per raggiungere l'immobile. L'aspetto alle 11.00" -"Alle 11.00."- ripeté lei e riattaccò senza dare modo all'uomo di congedarsi.

Era una buona idea? Valutare di lasciare un affitto per acquistare una casa tutta sua? Solo per lei? Per se stessa?

Marion lanciò il telefono tra le lenzuola.

Era tempo di prepararsi.

Ore 9.30

Clara indossava il cappotto rosa.

Guidava per Parigi allegra e speranzosa della bella giornata, perfetta per recarsi dalla sua fioraia preferita.

-"Bonjour Marie!" - urlò disinvolta dal finestrino abbassato, scese e diede subito un occhiata ai fiori. I mille colori in quella piccola serra in centro città riuscivano a condurla in un altro mondo. Dal negozio uscì un uomo dagli occhi azzurri e i capelli chiari, alto e curioso.

-"Oh... "- esclamò Clara, imbarazzata. Lo sconosciuto aveva un sorriso gentile -"Di cosa ha bisogno?" –. Clara ricambiò il sorriso timidamente, è troppo bello per essere un fioraio, pensò. Schiarì la voce e dal fare distaccato disse: - "Ho voglia di acquistare un fascio di rose ... rosse!"- "No."- l'uomo rispose velocemente, voltò le spalle e rientrò in negozio. La donna rimase sopraffatta dalla rapidità e la maleducazione: - "come, scusi?" – commentò alzando discretamente il tono della voce. L'uomo, passata una manciata di secondi, ritornò con in mano delle forbici da potatura, sgranò gli occhi e rise rumorosamente, Clara gelò dall'imbarazzo. – "Oh mon Dieu! Pensava che me ne fossi andato?"- la donna non gli diede neppure il tempo di prender fiato che rispose agitando le braccia: - "non è stato molto chiaro..." - "mi aspetti qui, intesi?"-il fioraio, questa volta scandì bene la frase e si diresse sul retro del negozio per poi riapparire con un sorriso brillante: - "ecco. Queste, sono le rose adatte."

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⏰ Last updated: Oct 11, 2023 ⏰

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TRE DONNE  A PARIGIWhere stories live. Discover now