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A te che hai così tanta paura,Che significa,Così tanto coraggio

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A te che hai così tanta paura,
Che significa,
Così tanto coraggio.

Siamo tutti a tavola, nella stanza aleggia un'atmosfera caotica, differenti conversazioni avvengono allo stesso tempo mentre ci godiamo il pollo di nonna Rosa.

Mentre parlo con Giulia suo padre si intromette "allora Emersyn, come sta andando la carriera da pilota? Ho saputo che sei entrata in formula 1." mando giù l'ultimo boccone voltandomi verso di lui, stranita dalla domanda.

Mio zio ha sempre giudicato la mia scelta di carriera in maniera negativa, oltre a non apprezzare questo sport trovandolo un inutile spreco di soldi e tempo pensa che una donna la in mezzo non ci dovrebbe stare, anche se non lo ha mai detto ad alta voce.

Mi pulisco la bocca con il tovagliolo prima di rispondere "bene, ho fatto il mio primo podio poco tempo fa." annuisce semplicemente masticando lentamente "anche un incidente da quello che so..." mormora con tono acido.

Sua figlia gli lancia uno sguardo furioso che ignora "non è stata colpa sua." constata nonno intromettendosi, a quel punto il silenzio cala nella stanza, la tensione è quasi palpabile.

Mi faccio coraggio ed apro bocca nuovamente "cosa intendi dire zio?" domando stupendolo per la fermezza della voce, ormai non sono più la ragazzina che subiva tutti i suoi commenti in silenzio "hai intenzione di continuare? Non ti è bastato?" mi lascio sfuggire un sorriso divertito "ho assolutamente intenzione di continuare, dovresti saperlo." sua moglie cerca di calmare la situazione "dai caro non si è fatta nulla..." viene subito bloccata da un suo gesto di mano.

A quel punto capisco la piega che sta prendendo la conversazione, metto giù le posate e gli do tutta la mia attenzione "penso sia ridicolo, ostinarti a gareggiare in formula 1, dove pensi che ti porterà? Dovevi stare a Parigi e fare una buona università." prendo un respiro profondo, cercando di controllare la rabbia che mi gorgoglia dentro "penso che mi porterà a vincere. Ho dimostrato a tutti di esserne all'altezza zio, questo è il mio percorso, non lo studio."

Si arrotola lentamente le maniche della camicia "ma fammi una cortesia Emersyn non ti illudere..." a quel punto perdo completamente le staffe, sbatto una mano sul tavolo facendo sobbalzare tutti per lo spavento "invece di fare giri di parole dillo che non accetti la presenza di una donna nel mondo sportivo, fai prima, risulti anche meno ridicolo." vedo il suo collo arrossarsi leggermente e un espressione offesa spuntagli in volto "ma con chi pensi di parlare?" esclama puntandomi il dito contro "Io? Ma tu con chi cazzo pensi di parlare. Ho 20 anni, sono entrata questa stagione in formula 1 e alla mia seconda gara sono salita sul podio. Qua stiamo parlando di fatti non di stronzate. Stiamo parlando del mio talento, del mio evidente essere superiore a molti uomini presenti in griglia quest'anno. Gli esperti parlano già di titolo mondiale quando viene fuori il mio nome. E a proposito di nomi vai a chiedere in giro di me, sapranno tutti dirti chi sono, dall'italia al Giappone, dalla Francia all'America tutti conoscono Emersyn Lefevre. Questo vale più delle stronzate che dici ogni volta sul mio conto. Il tuo problema è che semplicemente non puoi accettare che una donna abbia più successo di un uomo. Mi spiace rompere i tuoi sogni di patriarcato e mondo maschilista zio, io spacco culi e sono una donna di successo, ho un potere che tu non avrai mai anche se lo hai sempre desiderato." sputo con rabbia per poi alzarmi ed uscire dalla stanza sbattendo la porta con forza.

Mi siedo sull'erba fresca del giardino, porto una sigaretta alle labbra e l'accendo.

Ho perso anni fa il vizio del fumo, eppure ogni tanto ci sono momenti in cui il mio corpo ne sente il bisogno, specialmente nelle situazioni pesanti per me.

Una lucciola mi sfiora il viso allontanandosi velocemente, la seguo con lo sguardo mentre si unisce alle altre.

Sento dei passi alle mie spalle, che riconosco subito "sei venuto a farmi la ramanzina?" domando senza voltarmi, nonno si fa sfuggire una risata gorgogliante "hai 20 anni, non penso ti servano ormai." si siede a lato mio, osservando il buio della sera con occhi esperti, come se ne conoscesse ogni angolo.

Butto fuori il fumo aprendo leggermente le labbra "sai tuo zio a volte non si rende conto di..." lo fermo immediatamente "oh andiamo nonno, smettila di difenderlo, ha più di 50 anni." brontolo innervosita "hai ragione, allora ti dico che è uno stronzo." scoppio a ridere sentendo quelle parole e lui ovviamente si unisce a me.

Lascio cadere la testa sulla sua spalla, godendomi il profumo di menta del suo dopobarba "dimmi la verità stellina, ti ha fatto stare male."  mi lascio sfuggire un espressione colpevole stringendo le labbra tra loro "vorrei solo mi appoggiasse, in fondo sono sempre sua nipote." con la coda dell'occhio lo vedo annuire lentamente "sono fiero di te Emersyn, sei diventata la donna forte e coraggiosa che volevi essere, rivedo tua madre in te ogni giorno di più." lascio cadere il silenzio, non sapendo cosa rispondere, ma in fondo con nonno non servono le parole, basta uno sguardo per capirci.

La domenica mattina passa velocemente, aiuto i nonni con i preparativi per il pranzo, non essendo troppo talentuosa in cucina punto sulla decorazione della tavolata.

Verso le 11 iniziano ad arrivare tutti, per mezzogiorno la famiglia è al completo, siamo in 30 persone totali.

Mi allontano con le caraffe in mano, per riempirle nella fontana, l'acqua è mille volte più buona.

Quasi mi spavento quando voltandomi trovo zia Betty, tra le labbra tiene una sigaretta accesa "ieri ha chiamato mio fratello." constata analizzandomi attentamente "abbiamo avuto un piccolo confronto, non serviva metterti in mezzo." brontolo iniziando a riempire la seconda caraffa "piccolo confronto? Emi gli hai urlato contro!"

Mi lascio sfuggire un piccolo sorriso di soddisfazione, beccandomi uno sguardo truce "dai zia mi sono rotta i coglioni, critica sempre ciò che faccio, poi è un maschilista bastardo..." sentendo le mie parole anche lei fa fatica a trattenere un sorriso, evidentemente condividendo le mie parole "è sempre tuo zio." prendo la sigaretta ormai finita che sta porgendo verso di me, la lancio nel vicino posacenere con rabbia "e io sono sempre sua nipote, ma nonostante ciò non mi ha mai portato rispetto, dunque io non lo porterò a lui, fine della storia." sputo posandole tra le mani una caraffa e prendendo le altre due.

"sei testarda come tua madre." constata alzando gli occhi al cielo, è sempre stata quella che cerca si mantenere la pace in famiglia "tu troppo buona come tua sorella."

Verso le 5 dopo un pomeriggio passato a giocare con Matteo io e Giulia decidiamo di andare in centro per bere qualcosa.

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