"Sole?" sentendo una voce comune mi voltai. Era Tommaso "che ci fai qui?" mi venne incontro sorridendo.

"Ehi Tom" lo abbracciai ricambiando il sorriso. "Sono qui con Lara. Mi ha invitata lei. Tu invece?"

"Ah io sono qui per mio padre. Sai è stato invitato, ma aveva un altro impegno più importante e per non fare brutta figura mi ha obbligato a sostituirlo" parlò allegro, ma con la testa altrove. Probabilmente era un po' scocciato di essere lì.

"Come stai? Ti trovo bene" esclamai poggiando una mano sul suo braccio.

"Si, devo dire che sto molto bene. E un grazie va proprio a te"

"Ah si?" Chiesi confusa spalancando gli occhi.

"Se non avessimo parlato quel giorno in cui abbiamo chiuso, ora non avrei discusso con mio padre. E con lui ora ho un rapporto molto più diretto e amichevole"

"Ma è fantastico. Sono davvero contenta per te Tommy" esclamai piena di felicità.

"E tu Sole? Come stai? E come va con Pulisic?"

"Beh non ti saprei dire. Io sto bene, ma con Christian non sono ancora riuscita a parlare per bene"

"Come mai? Eravate così presi l'uno dall'altra. Si vedeva a chilometri di distanza"

"È complicato. A volte penso di non riuscire proprio a capirlo. Non sono sicura vogliamo la stessa cosa" spostai lo sguardo verso il pavimento.

"Eddai Sole" mi prese il mento con le dita e me lo risollevò "Sono sicuro che si risolverà tutto. Dopotutto ti ho lasciata andare per uno come lui. E sarebbe da stupidi rifiutarti" arrossì leggermente.

"Scusate ragazzi. Possiamo farvi una foto? Solo una" chiese una giornalista di riviste di moda.

Tommaso mi guardò cercando una mia risposta. Segno che per lui era indifferente.
"D'accordo" dissi mettendomi a fianco del mio amico. Gli portai un braccio dietro la schiena e lui fece lo stesso con me. Poi mostrammo un sorriso smagliante e appena i giornalisti fotografi ci ringraziarono noi lasciammo lo spazio ad altre persone e raggiungemmo l'interno del palazzo.

Fui scioccata alla vista di tutto quello che Lara aveva fatto: il soffitto era ricoperto di luci e le pareti scure illuminate dall'edera luminosa attaccata su di esse. Il pavimento bianco lucido, arricchito da sedie che circondavano la passerella luminosa a forma di U al centro della sala. Strabiliante pensai e la faccia di Tommaso mi fece intuire che non ero l'unica ad essere rimasta sorpresa.



Passarono diversi giorni e io ripresi a lavorare. Vi starete chiedendo se mi sono decisa a parlare con Christian? Bhe la risposta è no. Non perché lo voglia io, ma perché ho un sacco di lavoro da fare negli ultimi giorni e poi sembra quasi che lui mi stia evitando. Non so per quale ragione, ma ogni volta che lo guardo lui si allontana da me. Ma che ha che non va?
Talmente ero disperata appena ne abbi la possibilità decisi di chiedere a Reinders. So che con lui ha legato parecchio ultimamente. Fortunatamente quel pomeriggio venne a farsi visitare da me. Un semplice controllo ai muscoli che sentiva infiammati.
Appena conclusi di visitarlo presi coraggio e glielo domandai "Tijjani per caso sai che cos'ha Christian? Ultimamente lo vedo un po' giù?"

"È nervoso da lunedì mattina. Abbiamo provato tutti a capire che avesse ma non ne vuole parlare" fece spallucce. "Magari se provi a chiederglielo tu saprà darti una risposta. Sei la sua dottoressa" finí di vestirsi e poi mi lasció sola nella stanza.

-Sunshine- Christian PuliscWhere stories live. Discover now