CAPITOLO 10

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"Maestà..."

"Maestà?"

"Mia Regina?"

Lanthis apre improvvisamente gli occhi e si guarda attorno, tutti nella sala udienze la osservano, il suo gran ciambellano ha un'espressione preoccupata.

"Signori per oggi terminano le udienze la Regina è stanca" L'uomo chiude gli incontri, Lanthis si guarda ancora attorno smarrita.

"Ma quando..." Non ricorda d'essere entrata in sala udienze, nemmeno ricorda chi ha ricevuto fino a quel momento, si sente smarrita. Si alza e esce dalla sala, cammina lungo i corridoi del palazzo di New Iridium, è tutto come al solito: la servitù al lavoro, le guardie al loro posto. La Regina si ferma a una finestra e osserva il cielo di un blu splendente privo di alcuna nuvola, è piena primavera nel regno.

Lanthis sospira e scrolla il capo, sente la mente pesante come se qualcosa l'avesse stordita, eppure tutto intorno a lei è normale come sempre. La destra picchietta con le dita sul marmo riscaldato dal sole, del davanzale, si sente irrequieta e decide d'andare dai draghi e dal fratello; si avvia nuovamente lungo il corridoio, passo veloce e sguardo apprensivo, spalanca il portone della sala e trova Aldebaran appisolato al centro di questa.

"Aldebaran?" Lanthis lo richiama titubante, il drago alza il muso, gli occhi assonnati; si concede un lungo e languido sbadiglio prima di mettere a fuoco la figura della demone.

"Lan, tutto bene?" Aldebaran sembra notare il nervosismo di Lanthis ma questa, appena lo sente parlare si calma sospirando.

"Si tutto bene era solo.. nulla. Mio fratello?" Domanda sorridendo al drago.

"Ma era qui prima, si starà allenando." Aldebaran indica le grandi porte finestre spalancate che danno sul terrazzo del palazzo.

Lanthis annuisce e esce all'esterno, una brezza leggera la coglie, è proprio primavera. Lui è la, Belial, al centro del terrazzo, statuario come sempre a dorso nudo, spade alla mano che si allena. La demone gli si avvicina con calma quasi teme di disturbarlo; il fratello si ferma, rinfodera le spade e aggrappandosi con le mani al cinturone bellico la guarda avvicinarsi.

"Lanthis, finite le udienze?" Belial la fissa, il tono della voce, lo sguardo mettono per un attimo a disagio Lanthis, qualcosa in lei percepisce che è tutto sbagliato, ma quella voce viene messa a tacere.

"Si oggi sono distratta, sarà la stagione." Lei risponde garbata.

"Capisco." Belial le porge la mano. "Vieni, facciamo due passi." La invita con gentilezza, senza smettere di fissarla e Lanthis ha nuovamente quella sensazione che sia tutto sbagliato. "Cosa c'è?" Il demone sempre percepire lo smarrimento della sorella, si piega in avanti, troppo alto per lei, solo per guardarla meglio in volto.

Lanthis porta la destra alle labbra mordicchiandosi l'unghia del pollice. "Nulla è tutto fin troppo perfetto..." Ecco cosa la turba, la perfezione in tutto quello che la circonda.

Belial scoppia a ridere. "Lanthis, siamo demoni, noi siamo perfetti e lo è anche la nostra vita, mi pare evidente. Si oggi sei strana. Andiamo." Il demone è divertito e con l'ultima parola la cinge al fianco con la mano sospingendola appena e insieme passeggiano sul terrazzo chiacchierando del più e del meno. Di tanto in tanto si fermano ad ammirare la città dall'alto.

E' tutto perfetto.

"Lanthis?"

Lanthis si ridesta di soprassalto e si guarda attorno, è a casa, le è successo di nuovo, ha perso la cognizione del tempo e di cosa stava facendo, ultimamente le capita spesso d'essere distratta, troppo distratta.

Demons IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora