Act XI - the growth

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-Non c'è un modo più veloce per arrivare al parcheggio?-

Iwaizumi distoglie l'attenzione dal finestrino solo per accettarsi che Kahori non abbia deciso di mettere fine a quel viaggio schiantandosi sul palo più vicino.

La sorella di Oikawa, d'altro canto, non era certo famosa per il suo mite temperamento o per la sua pazienza. Quella mattina, però, i suoi scatti di rabbia sembravano controllati da una forza sconosciuta.

-No, mamma,- risponde Kahomi, piano. -Non c'è.-

-Ne sei sicura?- Yuzusa si sporge dal sedile del passeggero mentre la figlia le rifila un'occhiata esasperata. -Non ci sono altre strade?-

Iwaizumi non ha bisogno di guardarsi attorno per sapere che infinite distese di campi di grano li circondato da entrambi i lati. L'unico segno di attività umana è l'enorme colosso grigio a cinquecento metri di distanza e le scie degli areoplani sopra le loro teste.

-Siamo nel bel mezzo del nulla più totale, mamma,- le fa notare Kahori, aumentando la presa sul volante. -Un nulla che, peraltro, è rettilineo.-

-C'è sempre così tanto traffico da queste parti?-

Kahomi sbatte la fronte sul volante e dopo un unico, sofferente sospiro, solleva nuovamente la testa. -Non lo so, non vengo qui così spesso.-

-Forse possiamo chiedere a quel tuo amico che lavora qui se ci sono strade alternative.-

-Di chi stai parlando?-

-Dai, quel ragazzo che hai frequentato per qualche mese al college!-

-Isami? Ma se non lo sento da quattro anni. E poi, lavora all'aeroporto di Nara.-

-Forse conosce un modo per raggiungere più velocemente la zona parcheggio.-

-C'è un'unica strada, mamma!- esplode Kahori, allargando le braccia per indicare il paesaggio. -Dobbiamo metterci in coda come le altre persone.-

-Secondo me dovresti provare.-

Kahori piega la testa all'indietro fino a sprofondare nel sedile. Sua madre continua a portare avanti la conversazione, ma lei si comporta come se avesse perso ogni speranza di poterla smuovere dalle sue convinzioni. Iwaizumi prova quasi pena per lei. Se Yuzusa non avesse insistito per accogliere Oikawa con la nuova auto, forse avrebbero saliti su un qualunque autobus di linea e si sarebbero risparmiati trenta minuti di traffico appena usciti dalla statale.

-Guarda, si è liberato un posto!-

-Ci sono almeno altre venti auto di fronte a noi.-

-Se vuoi scendo e dico che lo abbiamo visto prima noi.-

-Se tra quarant'anni finirò anche io così,- borbotta Kahori, a bassa voce. -Ti prego, Iwa, metti prematuramente fine alle mie sofferenze.-

Iwaizumi torna a guardare fuori dal finestrino mentre trattiene una risata.

Kahori riesce a parcheggiare dopo appena cinque minuti, lamentele di sua madre a parte. I tre risalgono diverse rampe di scale mobili fino a raggiungere l'area di attesa. Lì, sotto il tabellone delle partenze, aspettano che Oikawa faccia il suo ingresso.

Iwaizumi prova una sensazione di sottile familiarità, guardandosi attorno. I controlli, le guardie, persino i turisti; tutto gli ricorda il giorno in cui si era dichiarato al suo migliore amico poco prima che l'areo decollasse.

Ripensandoci a mente lucida, Iwaizumi si sente leggermente in imbarazzo. Da un punto di vista esterno, probabilmente, il suo gesto era apparso fin troppo stucchevole. Per non parlare delle parole che aveva usato. Iwaizumi è grato che Hanamaki e Matsukawa abbiano assistito solo all'ultima parte del suo monologo. Conoscendoli, glielo avrebbero rinfacciato a vita.

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⏰ Last updated: May 06 ⏰

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