Prologo

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Esmeralda


Sotto di me la nave che porta il mio nome segue il corso del mare. Vacilla appena ma non molla mai. Proprio come me. Un tempo lontano mio padre portava un nome ed era un brav'uomo. Prima che un ragazzino gli staccò la mano e la diede in pasto a quel dannato coccodrillo. Prima di divenire uno spietato marinaio e anche crudele. Ma una figlia vuole sempre che un padre sia fiero di se ,non è così? Sospiro riponendo la stupida frase che ho scritto, davvero non è importante. Adesso sono io il capitano, io a comandare, tutti gli scagnozzi di Capitan Uncino sono adesso piegati sotto alla mia volontà. Rammento ancora quella conversazione avvenuta con papà nella penombra della sua stanza.

*

<<Tira le tende figlia. La luce mi fa male agli occhi>>

<<Certo padre ma mamma non diceva sempre che la luce inonda i cuori e scalda l'isola?>>

<<Non nominarla>>

Punto. Mamma è sempre stata un'incognita per me. Non so praticamente niente su di lei.

<<Certo, scusami>>

<<Scusarsi è da deboli. Cosa vuoi?>>

<<Lo sai padre. Vendicarmi di chi ti ha fatto questo>>

<<Come se una ragazzina di diciassette anni potesse farlo>>

Mi sentì punta sul vivo.

<<Non sono...sono forte papà e posso renderti fiero di me uccidendolo>>

<<Peter Pan è impossibile da uccidere. Se non ce l'ho fatta io...>>

<<Fammi andare sull'Esmeralda, affidami i tuoi uomini e dammi una possibilità. Ti supplico>>

<<Se per te questo conta davvero...posso farlo mia adorata ,ma se dovesse ferirti?>>

Sorrisi diabolica garantendo che gli avrei portato la testa di Peter Pan. 

*

E ora eccomi qui a capitanare una nave che sento come fosse casa mia, con la rabbia perenne in me e la vendetta nel cuore di colore nero come le mie unghie dipinte. Perchè cazzo, è colpa di quel maledetto ragazzino se non ho mai avuto una vita normale ,con un bravo padre ma severo e arcigno. Colpa sua se l'unica persona che avrebbe dovuto amarmi non mi ama abbastanza. Non ho mai avuto nessuno e io decido di incolpare Peter Pan. 

<<Signora capitano...>>

<<Signor>>-correggo Spugna, un ignobile pezzente che leccava perfino al passaggio di papà. Ma che poi ha conosciuto me e mi ha cresciuta come una nipote mai avuta. Ma non posso mostrare di trattarlo diversamente dagli altri. Basso, semi pelato e tarchiato è l'esatto opposto di Jim che con la sua altezza smilza mi da il voltastomaco. Se non avessero tanta paura solo perchè sono la figlia di Giacomo Uncino si approfitterebbero di me senza pensarci due volte. Ma non Spugna, no: perchè lui è tonto ma anche troppo buono e cerco di non essere così stronza con lui. Innocuo persino. 

<<Ma certo mio signor capitano, dunque: l'Isola che non c'è è laggiù, siamo quasi pronti a gettare l'ancora>>

<<Allora sparate ben quattro colpi di cannone>>

<<M-ma signorina Ms. capitano lui...>>

<<Lui deve sapere del mio arrivo>>-gli rispondo categorica con le mani dietro la schiena. Afferro il cappello di mio padre che mi va troppo largo e serro le labbra. 

Peter Pan, vuoi volare con me?Where stories live. Discover now