Capitolo 2

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Il vento gli sfilava tra i capelli. L'aria
fredda sul viso era pungente, ma anche rinfrescante.
Era settembre.
Nico e la sua, per così dire, famiglia, era arrivata da poco negli Stati Uniti e Nico giá era esausto di quella casa, di quei quartieri. Gli piacevano le strade però. Perchè sono uguali in qualunque posto vai più o meno, perciò potevi viaggiare con la tua mente e fingere di essere in un altro posto.
Con la sua moto sfrecciava fra le strade a grandi velocità.

Gliela aveva regalata suo padre. "Almeno esci un po' di qui e ti trovi qualche bella ragazza" aveva detto.
Nico aveva taciuto. Se avesse scoperto che era gay avrebbe fatto tante di quelle storie.

Erano le 19:00 circa. Il ragazzo stava cercando un Mc Donald's aperto quando per poco non investì qualcuno.

Era tranquillamente piegato sulla sua moto. La concentrazione a mille, come sempre. Ma quel tipo proprio non lo aveva notato.
Infatti una zazzera bionda comparve in mezzo alla strada indisturbata; e appena si accorse del pericolo corse terribilmente in avanti
cercando di deviarla. La paura era tanta. Non era ancora pronto a morire.
Nico lo deviò, ma a causa della curva troppo accentuata, la sua moto cadde di lato e strisciò per terra. Creò scintille che sfiorarono il suo corpo.

Smessa quella lunga tragedia, il moro si alzò e controllo i danni.
Il lato della moto che aveva strisciato a terra era completamente rovinato. Nico avrebbe dovuto farla aggiustare prima che il padre avrebbe potuto accorgersene.
Non era più guidabile. Non in quelle condizioni.
Infuriato si avvicinò alla persona che aveva causato tutto quello.
Vide che anche lui era steso a terra. Probabilmente correndo in avanti si era buttato ed era caduto.
Pian piano che di avvicinava la sua rabbia svanì di poco. Quel poco che bastò per essere almeno educato.
<<Ei. Ti sei fatto male?>> chiese protendendo una mano verso di lui.
<<Mh?>> Nico lo vedeva. Aveva gli occhi lucidi <<Oh, no, no. Grazie però.>>
<<Mh. Ok>>
<<E tu?>>
<<Io sto bene. È la mia moto non tanto a posto>>
<<Oh. Mi dispiace.>>
Si guardarono per qualche minuto. Entrambi non avevano idea di come comportarsi. Non c'erano mai finiti in una situazione del genere, per fortuna.
<<Senti, ma la puoi guidare ancora la moto?>> lo incalzò il biondo.
<<No.>> rispose secco.
<<Oh, mi dispiace.>>
Nico era stufo. <<Si, si va bene. Le tue scuse non servono. Almeno che tu non abbia qualche potere magico per riportarla come prima. Quindi risparmiati. Ciao>> disse acido.
Si allontanò.
<<Aspetta!>> lo rincorse.
<<Che c'è?!>>
<<Lascia almeno che ti paghi il viaggio di ritorno>>
Nico alzò un sopracciglio.
Senti, adesso chiamo un taxi. Ti riaccompagno a casa. È il minimo credo>>
Nico ci riflette un pò su.
Andare con uno sconosciuto era pericoloso, ma sarebbero stati su un taxi e lui sarebbe sceso per primo. Inoltre da lì a casa sua c'erano parecchi chilometri a piedi da fare, e Nico era stanco. Ma non poteva lasciare la moto lì.
<<E la moto?>>
<<Facciamo così: ora chiamo un carro attrezzi. Aspettiamo che arrivi e poi prendiamo il taxi.>>
Era una proposta allettante. Lui non avrebbe pagato un bel niente.
Accettò.

Il biondino aveva chiamato per la moto e loro si stavano spostando vicino ad una panchina. Il moro notò che zoppicava.
<<Guarda che stai zoppicando>>
<<Grazie>> sorrise amaro il biondo. <<Non l'avevo notato>> gli rispose ironico infine.
<<Mh. ok>>
Il biondino credette non gli interessasse sul serio. Forse voleva solo rompere il ghiaccio. Infatti neanche lo aiutò.
Si sedettero presto sulla panchina più vicina in attesa del carro attrezzi.

Nico aveva preso il suo telefono e stava massaggiando con sua sorella. Le scriveva che sarebbe arrivato un pochino in ritardo.
Il biondo invece si annoiava. Le sue dita tamburellavano sulle sue ginocchia fasciate da dei jeans.
<<Mi chiamo Will comunque>> cominciò lui.
<<Mh. Ok>>
<<Tu?>>
<<Non è necessario saperlo>>
<<Beh, io te l'ho chiesto però>>
<<Ma io non voglio risponderti>>
<<Ma se ti ho fatto una domanda è giusto che tu mi risponda>>
<<Ma se non voglio risponderti non vedo il problema>>
Gli animi si stavano alterando. I due ragazzi quasi urlavano.
<<Non capisco cosa ti costi>>
<<Neanche ti conosco!>>
<<È ovvio che non mi conosci, ma se mi dici il tuo nome assegno un nome sl tuo volto>>
<<Ma se ti ho detto che non voglio!
<<Ho capito, ma è segno di maleducazione. Insomma questo è->>
Un clacson li risvegliò dalla loro presunta litigata.
Era il carro attrezzi.
Nico si avvicinò a lui per parlare della moto. Mentre Will sbuffava sonoramente. Non capiva tutto quel mistero per un nome.

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⏰ Last updated: Sep 09, 2023 ⏰

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SOLANGELO AUWhere stories live. Discover now