«Basta anche solo fargli provare l'ebbrezza della navigazione. Fargli provare l'emozione di essere parte della ciurma. Dopotutto, lo desiderava da tempo. Almeno per un giorno può realizzare il suo sogno.»

Voleva questo, la felicità di sua figlia. Non desiderava nient'altro che questo. Non appena Corallie arrivò da lui, la sua voce fece scattare tutto l'equipaggio. Le vele si aprirono, tirarono su l'ancora, e la nave partì, seguendo la corrente del mare.
I gabbiani seguivano il tragitto della nave, gli uomini cantavano storie di avventure storiche, di come Kyle era un buon capitano e di quanto fosse coraggioso e di come la purezza di Corallie fosse così contagiosa. Era una giornata bella, incoraggiante. Non sembravano ci fossero navi nemiche, quindi era un buon segno. O così pensava. Un urlo fece bloccare tutti, lasciando confusa la piccola.

«Nave in vista!»

Era stato tutto a sorpresa: la nave che si scontrò contro quella sconosciuta, le tavole di legno che fecero da passerella, e la ciurma nemica che salì sulla nave. Istintivamente il primo pensiero di Kyle era sulla piccola, che se ne stava dietro ad un barile nascosta. Stava avendo paura. D'istinto andò da lei, che la mise dietro di sé e puntò lo sguardo su quello che sembrava un uomo poco più grande di Kyle. Era grassoccio, la lunga barba bionda legata in una sorta di treccina con qualche perla che faceva da fermo, gli occhi castani leggermente sbiaditi, forse per una leggera cecità. Indossava stracci, vestiti logori di chi uno ha navigato per anni senza mai scendere o prendere dei vestiti nuovi. Non gli dava buone sensazioni, questo percepiva il giovane, mentre sentiva lo sguardo della piccola tra il confuso e lo spaventato.

«Tranquilla. Sarà rapido...»

Corallie in tutta risposta annuì, stringendo la stoffa della camicia di Kyle, mentre il capitano estraneo si avvicinò, fermandosi a pochi passi da loro e mostrando quel sorriso simile ad un ghigno.

«Buongiorno! Non ci sono molte navi a quest'ora che navigano. Che cosa vi porta in giro?»

«Ricognizione... Se a voi non vi dispiace, dovremmo andare.»

Notò come quell'uomo avesse notato Corallie, fissandola col solito ghigno e avvicinandosi, cosa che fece spaventare maggiormente la piccola e stare sulla difensiva Kyle, che lo fissava con sguardo gelido e tagliente. In tutta risposta l'uomo si fermò, sogghignando.

«Vedi mio giovane amico, il problema è che quest'area è sotto il mio controllo. Sono il capitano Sadist se vuoi saperlo. E visto che sei nella mia area, dovrai pagare. Diciamo che, se mi dai la bambina, chiuderò un occhio. Mi sembra uno scambio equo mh?»

Dare via sua figlia, colei che ha dato la vita per farla nascere e crescere? Una rabbia selvaggia gli crebbe dentro, stando sulla difensiva. La piccola invece spalancò gli occhi, lucidi e sul punto di piangere.

«P...papà?»

«Tranquilla Corallie, quest'uomo non ti porterà da nessuna parte... Sono desolato, ma la mia risposta è no. Non darò via mia figlia. Preferisco morire piuttosto che darla a voi.»

L'uomo per un momento stette in silenzio, assumendo un espressione seria, infastidito dal comportamento assunto da Kyle. Ma poi sorrise, avvicinandosi a lui e mettendogli un braccio sulle spalle, avvicinandolo a sé. La puzza di sudore, mischiata ad alcol e altri tipi di odori, diedero alla nausea il giovane. Lo aveva perfino fatto vomitare.

«Andiamo, ragiona. Ne gioverebbe ad entrambi. Io avrò compagnia, mentre tu potrai navigare per questi mari col mio pass. Allora, è aggiudicato?»

𝐀 𝐬𝐭𝐨𝐥𝐞𝐧 𝐥𝐨𝐯𝐞Where stories live. Discover now