5. La fine di un lungo incubo

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Rufy stava correndo, sempre con Coco in spalla, attraverso il giardino del castello. La ragazza era ancora decisamente stupita di essere viva e vegeta, soprattutto dopo quel pazzesco salto nel vuoto. Però, decise di lasciar perdere e concentrarsi sulla situazione. 

-La mia hoshi no tama... deve averla ancora Orey-.

-Chi?-.

-Il capitano delle guardie, grosso e muscoloso... con tipo la faccia da topo-.

Rufy le annuiva. -Quindi è lui che devo prendere a calci? Ok, ho capito!-.

Mentre lui accelerava il passo, uscendo dal giardino in cui erano finiti, Coco non poteva far altro che rimuginare su quella situazione. "Io e mamma non siamo riuscite a fare nulla contro di lui... cosa potrebbe fare Rufy?".

Certo, era grata e non voleva dubitare di lui. Però, una parte di lei non riusciva a smettere di pensarci: sarebbe riuscito davvero ad aiutarla? Ai suoi occhi, Orey sembrava un muro insormontabile o, peggio, un dominatore di animali che non esitava ad usare la sua frusta per rimetterla in riga e lasciarla rinchiusa nella sua piccola gabbia.

Proprio mentre Rufy voltava un angolo, si sentirono sbalzati via. Una volta per terra, Coco si tenne la testa, voltandosi lentamente e notare Rufy che sbatteva contro un muro. Non ebbe il tempo di chiedersi cosa fosse successo, che si era sentita presa per i capelli.

-Bene, bene, che abbiamo qui? La volpe per fuggire adesso chiede aiuto a dei pirati?-.

Alzando il viso, puntava i suoi occhi sgranati verso l'uomo che aveva sempre odiato, per poi aggrottare arrabbiata le sopracciglia nel vedere la sua espressione divertita. -Orey..!-.

Solo quando l'aveva alzata da terra per usarla come scudo, si accorgeva che non fossero soli: tutt'intorno c'erano altre guardie che combattevano contro Zoro e Sanji, in lontananza vedeva persino Usopp. I pirati non sembravano affatto in difficoltà, ma adesso tutti si erano come bloccati alla vista della loro apparizione e di cosa stava per fare il Capitano delle Guardie.

-Oh, oh... io non mi muoverei, se fossi in te-. Orey si era rivolto verso Rufy, il quale si era alzato da terra e lo avrebbe seriamente preso a pugni, se non avesse usato Coco come scudo.

-Bastardo, affrontami piuttosto!-. Gli aveva urlato Rufy, ma Orey si mise semplicemente a ridere.

-Guarda che so della taglia che la marina ti ha appena dato... trenta milioni, poco male! Non sono così sciocco da non capire che non riuscirei a batterti!-. Gli intimò, spiegando come avesse sconfitto Arlong recentemente, lasciando il resto dei soldati del regno sorpresi e a dir poco allibiti.

"Ha una taglia?! E così alta?!", si chiese invece Coco mentalmente. Conosceva di quell'Arlong solo quel poco che scrivevano nei giornali, ma non sapeva di tutti quei soldi che pendevano sulla testa del pirata. E neppure che avesse sconfitto quel famigerato pirata.

Mentre Rufy gli dava del codardo, Orey si mise semplicemente a ridere. Poi la lampadina si accese, ricavandone un'ingegnosa idea.

-Perchè no... Cara principessa-. Si rivolse a lei, sempre con quel ghigno sardonico sul viso. 

-Uccidilo tu stessa-.

Lei si sentiva come persa, nell'udire quelle parole.

-C-cosa?-.

-Hai sentito bene, uccidi lui e anche i suoi amichetti. Non vuoi che succeda qualcosa alla tua sfera stellata, giusto?-.

In quel momento, non riusciva a sentire bene ciò che la circondava, come gli schiamazzi e le reazioni di coloro che osservavano la scena. Davanti vedeva solamente Orey e il crudele ordine che le aveva appena affidato. Quelle sue parole si ripetevano come un disco rotto nella sua mente. "U-ucciderli?".

Oltre l'orizzonte | ONE PIECEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora