Supernova

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Dal diario di Fiamma

18 ottobre

"Stasera, mentre facevo ritorno a casa, mi è capitato qualcosa di veramente strano: camminavo per il boulevard adiacente al fiume, e la luce dei lampioni illuminava il volto dei passanti: non vedevo che occhi privi di espressione. Qualcuno aveva lo sguardo rivolto verso il proprio smartphone e sembrava avvolto nel proprio alone di incomunicabilità, chi aveva lo sguardo puntato in avanti, invece, sembrava allucinato. Mi sono sentita tanto sola. Parevano tutti uguali e privi d'identità, quando ad un tratto si distingue nella folla un uomo sulla quarantina dalle fattezze di lord: soprabito nero lungo, capelli nero corvino con qualche sfumatura di grigio legata all'età e labbra ben definite d'un rosso vivo... In quell'insieme indistinto di occhi spenti, gli unici espressivi erano i suoi, ad un tratto i nostri sguardi: mi sono sentita meno sola, ma il cuore ha iniziato a battere sempre più forte al punto da sentirlo rimbombare nelle orecchie. Questa sensazione ossimorica aumentava col procedere di quell'uomo nella mia direzione ed io nella sua. Stringevo fra le braccia un paio di libri, più una serie di appunti di ematologia da riordinare. Quegli occhi puntati addosso mi allietavano e m'intimidivano, quindi ho preferito abbassare lo sguardo e... Da gran sbadata mi ci sono scontrata e mi è caduto tutto dalle mani! Era alto quasi due metri, sembrava una montagna paragonato a me, anche se longilineo. Mi sono sentita stupida, ma lui mi ha sorriso e, con quelle mani affusolate ed un po' pelose, mi ha aiutato a raccogliere quanto mi era cascato. Tuttavia, non trovo più delle pagine, devo averle perdute. Quegli occhi erano magnetici e che sorriso aveva! Forse vive da queste parti, in fondo, da casa mia al boulevard sono cinque minuti... Forse lo rivedrò, forse non lo rivedrò più. Mi è sembrato sfacciato voltarmi per vedere che direzione prendesse. Conviene non pensarci più."

20 ottobre

"Stasera in metro c'era l'uomo dell'altra sera! Credo mi abbia riconosciuta, perché mi ha fatto un cenno col capo e con le labbra ha schiuso un mezzo sorriso. Stavolta ho potuto vederlo meglio, ma il convoglio era affollato. Ho potuto vedere che ha le sopracciglia nere e folte e i capelli grigi, invece, sono di più di quanti ne avevo notato la volta scorsa. Ha la pelle molto chiara, sembra anemico, ma il suo portamento è nobile. Siamo scesi alla stessa fermata, l'ho perduto tra la folla e ci siamo beccati nuovamente fuori la stazione, poi le nostre strade si sono separate: l'ho seguito con lo sguardo per quel che potevo, ma la nebbia era tanta che mi è parso che si dissolvesse nella stessa. Qui in casa, invece, con le coinquiline è la solita routine, ognuna tira l'acqua al proprio mulino."

Arrivato l'ultimo weekend del mese, Fiamma si recò in campagna dai genitori. Mentre il treno correva, assorta nei suoi pensieri guardava fuori dal finestrino, quando, ad un tratto, ebbe la sensazione che un paio di occhi gialli la guardassero da dietro a un folto cespuglio: probabilmente, si trattava di un animale selvatico. A casa, dopo mezzanotte, scorse dalla finestra la Luna piena e uscì in giardino per riempire le ciotole dei cani, i quali, corsero con agitazione verso il cancello: c'era un estraneo. Intravedendo una sagoma in nero, considerò prudente portare con sé una spranga per sentirsi più sicura. I cani ringhiavano, ma costui, guardandoli semplicemente negli occhi e portandosi l'indice alla bocca, li ammansì: i cani adesso avrebbero obbedito soltanto a lui. Fiamma gli puntò contro la spranga, ma egli, aprendo una mano, stese come una barriera invisibile e impenetrabile. La giovane, digrignando i denti, esclamò:

«Non osare avvicinarti o inizio a gridare.»

«Non aver paura. Sono inoffensivo.» disse l'uomo alzando entrambi i palmi e continuò:

«Riconoscimi»

Fiamma lo guardò attentamente, era lui.

«Mi spiace. Non festeggio Halloween e non sono in vena di ricevere scherzi. Vada via» E con la spranga indicò il cancello.

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