Capitolo III: Incontro col Destino

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La verità li colpisce come un coltello al cuore. Così orribile da non volerci credere e, sperare che sia tutto un incubo, ma è troppo tardi, i loro occhi hanno visto, e sanno cos'è successo a Mike e Lenny. Quell'immagine, resterà impressa per sempre nelle loro menti. I corpi nudi dei ragazzi sono appesi a dei ganci, infilzati nel torace, come bestiame pronto al macello. Hanno morsi sparsi per tutto il corpo, grandi e profondi, il sangue li ricopre e cola sul pavimento creando una pozza maleodorante. Randal, Jack e Leo sono paralizzati, non riescono nemmeno a parlare o a cercarsi con gli sguardi. Sono lontani, distaccati dalla realtà. Neanche nei loro incubi più profondi avevano vissuto qualcosa di così terrificante. Ma, a volte, la realtà è la cosa più spaventosa che si possa immaginare e cercare di accettarla sembra una lotta impossibile. Secondo dopo secondo, un'idea balenava sempre di più nelle loro teste, mentre in cuor loro, pregavano affinché fosse solo una stupida suggestione.

I minuti passano così lentamente da sembrare un'eternità e, nessuno ha la forza di parlare finché, Randal, quasi in lacrime, con la voce strozzata, sussurra qualcosa.


Randal:<<Signora Elena... mi dispiace. Mi dispiace tanto.>>

Jack:<<Che cazzo dici Randal, ti sei fottuto il cervello?>>

Randal:<<Gli avevo promesso che Mike sarebbe tornato a casa con me... ho fallito. Non posso più fare niente. Eppure, ci ho provato, cazzo se ci ho provato.>>

Jack:<<Cosa cazzo potevamo fare? Smettila di darti tutte le colpe. Siamo nella tana del lupo e, se l'assassino ritorna e ci riduce così? Dobbiamo andarcene subito!>>

Leo:<<Ha ragione Jack, dobbiamo scappare. Per loro è finita. Purtroppo, siamo arrivati tardi.>>

Randal:<<Avevano la nostra età, potevamo esserci noi al loro posto. Chi mangerebbe due adolescenti? Un cannibale pervertito che, magari, ci si diverte pure? Voglio trovarlo e ucciderlo! Non posso starmene con le mani in mano e lasciarmi prendere dalla paura.>>

Jack:<<Randal, hai ragione bello, però, prima corriamo fuori di qui.  Ci dormiamo sopra e domani pensiamo a cosa fare.>>

Leo:<<E tu riusciresti a dormire? Avrò gli incubi per tutta la vita. Lo sapevo che non dovevo entrare, lo sapevo.>>

Jack:<<Sti cazzi Leo, sti gran cazzi. Non sei l'unico che è rimasto traumatizzato. L'abbiamo visto tutti e, ormai, non possiamo più tornare indietro, quindi, filiamocela.>>

Randal:<<Non così in fretta. Guardate quei morsi, fissateli bene, vi sembrano i morsi di un uomo? Per poco non gli strappava il braccio. Che razza di persona può fare una cosa simile?>>

Leo:<<Malati sotto effetto di droghe pesanti? E con pesanti, intendo sto mondo e quell'altro.>>

Randal:<<Vorrei crederci, ma tutto questo...può essere solo opera di un mostro!>>

Jack:<<Un mostro? Su amico, lo shock ti ha fatto diventare pazzo? I mostri non esistono. Sarà stato un serial killer, di quelli che si vedono nei film, tipo Hannibal Lecter.>>

Leo:<<Chi, o cosa sia stato, non importa, Jack ha ragione. Dobbiamo andarcene Randal. Adesso!>>

Jack:<<Amico, non è il momento di farsi mille domande. Devi superare lo shock.>>

Randal:<<Forse, avete ragione, ma ho bisogno di risposte. Sono così confuso.>>

Leo:<<Lo siamo tutti, e restare qui non ci aiuta.>>


Dopo le pressioni dei suoi amici, Randal si fa coraggio e, insieme, escono dalla cella, quando succede l'irreparabile. I ragazzi sentono chiaramente un rumore, come un tuono nella tempesta, che si abbatte fragoroso al suolo. Peccato che, stasera, non sia caduta nemmeno una goccia. Quindi, a cos'era dovuto quel suono nefasto?

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