Capitolo 1

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Ho tutto. Non mi manca niente.

Ho due fantastici bambini, dagli stessi capelli ricci del padre. Una casa meravigliosa, e un marito che mi ama. Un lavoro sicuramente impegnativo si, ma che regala grandi soddisfazioni. Un grande giardino in cui trascorrere interminabili passeggiate, e un'amaca sulla quale leggere un libro. Viviamo in una zona di Los Angeles incredibilmente tranquilla, in cui possiamo vivere serenamente la nostra quotidianità nel rispetto della privacy e della riservatezza. Ricordo che fu una decisione che io e Harry prendemmo con cura: l'unico nostro desiderio era quello che i nostri bambini vivessero un'infanzia normale come tutti gli altri e sicuramente felice. Senza dover rifugiarsi da paparazzi o giornalisti. Appena vedemmo questa casa, ce ne innamorammo subito, e ricordo che capimmo che era quella giusta, quando Lucas scalciò con i suoi piedini, facendomi sobbalzare e Anna sgattaiolò dalla mano del padre, per rotolare sul prato verde.

Ho veramente tutto.

"Forza ragazzi, papà sarà qui a momenti!" Pulisco sbrigativamente le mani sporche di marmellata sul grembiule, controllando che la tavola, cui al centro si trova una torta al cioccolato appena sfornata, sia perfetta.

I piedini dei bambini risuonano tra le mura della sala, mescolati alle loro risatine.

"Avanti non correte." Cerco di camuffare un piccolo sorriso, mentre appoggio il grembiule sul bancone. Mi specchio contro il piccolo riflesso del forno, stirando con le mani il tessuto del tubino nero. Mi imbroncio davanti a una stupida ciocca di capelli che continua a non volersi incastrare all'interno del raccolto, e che mi premuro di sistemare, il più veloce possibile.

I bambini sono ai loro posti, fissi a guardare la porta. Anna sorride, nel suo abito azzurro, e i suoi dentini alternati da piccole finestrelle, con un disegno tra le minute mani, realizzato alla scuola elementare, il giorno precedente. Mentre Lucas in maniera goffa, che è completamente la fotocopia del padre, batte il piedino impaziente sul parquet, vestito da un completo composto da camicia a quadri, pantaloni in velluto e delle bretelle.

"Siete bellissimi." Mi piego sui tacchi, per accarezzare i ricci del maschietto e baciare sulla nuca la più grande. Lucas inizia a battere le manine, non appena riconosce il familiare rombo della macchina, acquietarsi all'interno del garage.

Sorrido guardandoli, col fiato in gola, e il cuore palpitante.

"Oh quanto ci mette!" Borbotta imbronciata Anna, arricciando le labbra rosa.

Stringo le mani sulle loro spalle, posta dietro di loro. La chiave nella serratura viene inserita, il chiavistello scatta, facendo trillare i bambini. Ridacchio di fronte alla loro reazione, aspettando di veder sbucare mio marito.

La porta si spalanca. Un perfetto trentenne, dai capelli sistemati in un ciuffo mosso e una camicia casual. I denti bianchi e un corpo che farebbe invidia a quello degli adolescenti. L'aspetto incredibilmente giovanile e fresco, imperturbato dall'età che al contrario lo rende ancora più ammaliante. Lo vedo sorridere immediatamente, mentre la porta si chiude alle sue spalle.

"Ciao famiglia!"

"Papà!" Esclama Anna, correndo tra le sue braccia. Harry si piega sulle ginocchia, con le braccia aperte, pronto ad accogliere l'amore dei suoi figli. Nello stesso esatto momento, il suo telefono inizia a squillare. Anna a pochi centimetri dal suo corpo indietreggia, non appena lo vede rispondere velocemente. Mi fa cenno che impiegherà solo un minuto.

Non ci credo. Sono due mesi che non vede i figli, e la prima cosa che fa ora è rispondere a uno stupido telefono.

"Avresti potuto anche rispondere dopo." Gesticolo, dicendoglielo a bassa voce, mentre lui mi guarda con uno sguardo di scuse, allontanandosi poi nello studio.

Sospiro, guardando i bambini. Anna osserva il suo disegno con lo sguardo triste, mentre Lucas troppo piccolo per capire, è concentrato a giocherellare con le bretelle con le piccole dita.

"Ehi venite qui. Papà sarà qui tra pochi secondi Voglio farvi vedere i biscotti che ho fatto stamattina!" Prendo le loro mani, portandoli in cucina, nel tentativo di stemperare la loro delusione.

"Oh mamma, i tuoi biscotti sono sempre così brutti!" Capisco di esserci riuscita nel momento in cui Anna ride, smuovendo le sue due treccine nere.

"Oh piccola, come ti permetti!" Ghigno smuovendo rapidamente le mani sul suo stomaco. Anna si dimena, ridendo, nascondendosi dietro al fratellino che ci guarda con un piccolo sorriso. Prendo in braccio il più piccolo, liberando il vassoio dalla campana di vetro.

"Sono dei piccoli dinosauri." Sorrido tenendo con una mano il bimbo e con l'altra tenendo il vassoio. Anna si solleva sulla punta dei piedi per vedere meglio. Arriccia il naso, mettendo una mano davanti alla bocca ridacchiando.

"Mamma sono proprio brutti!" Ride, scuotendo la testa.

Ad interrompere le nostre risate sono i passi veloci del padre, che giungono fino alla cucina.

"Oh finalmente eccomi." Fa un grande sorriso. Lascia un grande bacio sulla guancia di Lucas, piegandosi poi per abbracciare la figlia, che sembra svenire dalla felicità.

"Mi siete mancati tanto." Sussurra il suo tono roco, mentre ad occhi chiusi stringe Anna tra le sue forti braccia. Sorrido alla scena, cullando Lucas che poggia la testolina sulla mia spalla. Successivamente i due iniziano ad analizzare il foglio disegnato: Harry lo guarda entusiasta, mentre domanda alla figlia chi siano le figure stilizzate realizzate. La conversazione finisce con Anna che corre in camera per prendere la bambola che le ha regalato nonna Anne.

"Ora lascia che saluti la più bella

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"Ora lascia che saluti la più bella." Mio marito mi sorride, accarezzando prima con il dorso della mano la mia guancia, poi stampandomi un lungo bacio.

"Dio Yas, sei sempre più affascinante." Borbotta nel mio orecchio facendomi sorridere, mentre lo sento respirare a lungo il mio profumo.

Non ho bisogno di altro.

È tutto perfetto.

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