Il sapore aspro della manipolazione

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"Aspetta, hai una lima con te?" Di questo sono molto sorpreso.

"Non è che hai solamente rubato la lima per le unghie ad una delle psicologhe?" Lo prendo in giro.

"Ah ah, che simpaticone. Intanto chi è che ha l'arma tra i due, eh?" Mi deride, alzando e abbassando le sopracciglia scure.

"Ma come hai fatto a farla passare all'ispezione e alla visita med... oh no Ben, dimmi che non è vero." Ma davanti al suo ghigno furbo non posso negare ciò che mi è venuto in mente.

"Dove... Dove te la sei messa?" Domando portandomi un palmo a coprire gli occhi.

Voi ci scherzate, ma questo qua, quando vuole, sa essere un pazzo a livelli cosmici.

"Non credo tu voglia realmente saperlo." Dice facendo spallucce con aria colpevole.

Una volta l'ho visto sputare un coltellino durante una rissa. Si era tenuto un cazzo di coltellino in bocca perché in quel locale non ammettevano oggetti ritenuti pericolosi e quindi eventuali armi. Ed io, fino a quel momento, non capii perché quella sera si finse muto davanti al bodyguard dell'entrata.

"Ti dico solo che si piega, quindi tranquillo." Ma lo sgomento non diminuisce dalla mia faccia.

"Cristo, dove, Ben?" Insisto.

"Ehm... Allora ha fatto un male fottuto, ma sta nel.. come dire? Non quello eh! No dai, semplicemente sta sotto le mie palle." Scrolla ancora le spalle.

"Cioè tu ti sei legato una lima retrattile nelle sottopalle?" Non riesco a crederci, davvero.

"A quanto pare."

"Ma la tieni sempre lì?"

"No ogni tanto la levo, sennò mi ritrovo senza palle oh." A quell'affermazione scoppio a ridere.

"Sei incredibile, Ben. Eppure sei un cazzo di genio." Dico scuotendo la testa.

"Eh lo so, il cervello funzionante tra i due è sempre stato il mio." Mi punzecchia.

"Come se a me non fosse mai venuta un'idea per fare qualcosa!" Sbraito indignato.

"Certo certo, chi ha messo la nostra valanga di soldi in un conto in banca, secondo te?" Mi chiede allusivo.

Ma io spalanco le palpebre.

"Che mi stai dicendo? Abbiamo un conto a nome nostro?" Bisbiglio, stupito dell'intelligenza del mio amico.

"Eh sì, quando sei sparito nel nulla, abbandonando addirittura l'università, ho pensato ti fosse successo qualcosa. E sapevo centrasse con la tua famiglia, così ho tenuto tutti i soldi che abbiamo guadagnato nei nostri anni da adolescenti cretini e li ho messi in un conto. Sono nostri ora e lo sono sempre stati, Cas. Aspettavo solo di ritrovarti per spenderli nel nostro sogno." E qui mi rendo ancora conto di quanto mi voglia bene Benjamin, di quanta fiducia mi dà.

"Wow Ben, come non detto. A te ogni merito." Gli afferro una spalla e la stringo in una presa amichevole, lui sorride con gli occhi cioccolato che luccicano.

"Grazie grazie. Ma quindi? Come facciamo ad aprire la porta di ferro?" Torniamo al problema iniziale e un'idea mi balena in testa.

"So io come fare. Ci bastano delle semplici forcine che posso recuperare sin da domani." Sogghigno perfido e lui mi rifila uno sguardo interrogativo.

"La mia psicologa il martedì ne è piena, si lega i capelli con quegli aggeggi appuntiti." Spiego ovvio.

"Oh merda, adesso pure i giorni in cui tiene i capelli legati ti sei imparato." Si batte un palmo in fronte, esasperato.

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