"I dieci minuti sono terminati! Tutti in cella, forza!". La voce alta e squillante della guardia sovrastò la conversazione, costringendo Kurtis a salutare la persona dall'altro capo per tornare in cella.

Adesso capivo perché Daneen mi aveva contatta telefonicamente sconvolta e mi aveva detto che avrei dovuto necessariamente ascoltare quella conversazione. Airton e Rem erano in pericolo, ma per qualche motivo sospettavo che lo sapessero già.

Passai ai filmati, scoprendone uno dove Kurtis era nascosto in un angolo del corridoio poco illuminato mentre sembrava aspettare qualcuno. Vidi l'agente Cairo avvicinarsi a passo lento, era buio attorno a loro perciò era probabilmente notte visto che le grandi finestre poste nella parte alta dei muri del corridoio vietavano ai detenuti di dormire troppo a causa della luce che filtrava già dalle prime ore del mattino.

Kurtis diede una mazzetta di soldi stretti da un elastico a Cairo, che li prese soddisfatto e ne controllò la qualità di alcune per accertarsi che non fossero false. Ci fu un brevissimo scambio di frasi che non potei sentire in alcun modo tanto era basso il loro tono di voce e poi ognuno di loro tornò al proprio posto. Cairo chiuse la cella di Kurtis e fu come se non fosse mai uscito di lì.

Seguii Cairo attraverso i filmati delle diverse telecamere, ma durò poco perché all'esterno del corridoio trovò Marvyn. Il 70% della somma appena ricevuta la tenne lui, il restante 30% lo divise e lo porse a Marvyn, che se lo infilò immediatamente nelle tasche della divisa.

Come sospettavo, Kurtis pagava Marvyn e Cairo per avere delle "agevolazioni" all'interno della prigione.
Adesso ne avevo le prove, avevo modo di incastrarli.

Con l'ombra di un sorriso soddisfatto sulle labbra cliccai un altro filmato, proveniente da una telecamera che inquadrava piuttosto chiaramente la cella di Rem, situata in mezzo fra quella di Airton a sinistra e quella di Kurtis a destra. La cella di Isaiah, invece, si trovava di fronte.

Per fortuna erano tutte al pian terreno, dove erano state poste più telecamere e mi era facile controllarli anche nei momenti in cui non ero presente, ad esempio di notte. Zoomai verso la cella di Airton e non vidi il suo corpo steso sul lettino. Diedi un'occhiata all'orario, essendo piena notte in quel momento probabilmente si trovava con me in caffetteria.

Puntai gli occhi sulla schiena della guardia che si avvicinò alla cella di Kurtis e la aprì, sotto il mio sguardo sorpreso, permettendogli di uscire in piena notte. Aveva qualcosa fra le mani, era impossibile che la guardia, così vicina a lui, non l'avesse notata. Zoomai un altro po' e anche se l'immagine era sgranata, riuscii a vedere con chiarezza la forma di un coltellino.

Si avvicinò alla cella di Rem, che venne aperta dalla stessa guardia che un minuto dopo fece dietrofront e se ne andò come se niente fosse. Cambiai telecamera di sicurezza, osservando il filmato da una posta di fronte a lui e, quando zoomai, il viso di Cairo riempì lo schermo del mio MacBook.

Viscido bastardo. 

Tornai alla telecamera principale e osservai attentamente quello che stava accadendo mordendomi le unghie con fare nervoso. Rem era in pieno sonno, doveva non avere un sonno leggero per non sentire il frastuono metallico che faceva una cella quando veniva aperta, con il viso rivolto al muro e il corpo rannicchiato su sé stesso. Probabilmente sentiva freddo, l'unica coperta che avevano a disposizione i detenuti era un semplice lenzuolo che non aveva nulla di caldo.

Kurtis si avvicinò a passo felpato con il coltellino in mano, dalla telecamera non era possibile vederlo in faccia poiché le dava le spalle e la luce del chiaro di luna illuminava poco e niente. Era abbastanza per vedere qualcosa di minaccioso nelle sue intenzioni, nei suoi movimenti felpati e nel coltellino che puntava alla schiena di un suo compagno di prigione.

The Not HeardWhere stories live. Discover now