Chissà, magari sarebbe diventato un angelo.

In fondo, anche il diavolo era stato una creatura dei cieli prima che venisse cacciato dal paradiso.

Nessuno nasceva come un mostro, ma era la vita e il modo con la quale si affrontava che decretava il tuo essere.

«Quindi, per quale motivo ci hai chiamati?» domandai incrociando le braccia al petto.

«Voglio testare le tue abilità, Chicago. Voglio vedere se la tua mira è davvero così precisa...» affermò stringendo a sé la sua ragazza.

Era strano sentirmi chiamare in quel modo, dato che Chicago era molto lontana dal Texas. Ma Elizabeth, così come Anthony, erano originari di quella ventosa città.

«Cos'è? Non ti fidi di me?»

«Perché dovrei? Sei un extraño per me. Perché, ci sono problemi?»

«Dammi una pistola, allora» risposi mantenendo saldo lo sguardo con lui.

«¡Perfecto! Andiamo?» domandò per poi alzarsi subito dopo.

Uscimmo tutti e quattro e Alejandro ci condusse verso i sotterranei che aveva adibito a palestra.

Le luci erano soffuse e il clima era abbastanza tetro. Passammo vicino a parecchi attrezzi per la palestra fino ad arrivare a una porta.

Dopo che Alejandro la aprì, venni a scoprire che quella era la parte dedicata esclusivamente al tiro con arma da fuoco.

«Vediamo come te la cavi...» affermò porgendomi delle cuffie e degli occhiali in policarbonato. Successivamente lui, come anche Kathrine e Anthony, si allontanarono andando a sedersi in uno scompartimento a parte.

Cercai con lo sguardo i verdi occhi di Weston e, una volta incontrati, sorrisi leggermente.

Non sapevo del perché di quel gesto, ma mi venne molto naturale.

Mi legai i capelli in una chignon disordinato per poi mettermi gli occhiali e le cuffie. Mi posizionai davanti al bersaglio prendendo tra le mani la pistola che trovai situata sul tavolino.

Cercai di stabilizzare il mio respiro e, dopo aver posizionato i piedi in maniera corretta e aver abbassato il cane, ovvero ciò che permetteva l'innesco della cartuccia e di conseguenza faceva partire il colpo, premetti il grilletto.

Utilizzai sei colpi.

Quella era una delle cose che ci insegnavano all'accademia: bisognava sempre tenere a mente quanti proiettili si sparavano.

Posai la pistola sul tavolino e andai nella postazione accanto.

Una carabina.

Sorrisi leggermente per poi afferrarla e posare il calciolo contro la mia spalla destra. Mi abbassai sulle ginocchia e, una volta tolta la sicura, sparai altri sei colpi.

La sensazione che stavo provando era indescrivibile.

Da piccola ero terrorizzata dai colpi di pistola, soprattutto dopo ciò che lui aveva fatto.

All'accademia era ciò che temevo di più. Gli attacchi di panico che avevo ogni volta che sentivo uno sparo non mi erano di certo mancati. Ma, dopo averci lavorato attentamente, scoprii che sparare era un ottimo modo per non far accumulare lo stress e la rabbia in me.

Era da tanto che non schiacciavo un grilletto e, molto probabilmente, era ancora da più tempo che non tenevo una carabina in mano.

La posai sul tavolino e alzai lo sguardo verso i miei spettatori che velocemente mi raggiunsero.

«Hai un'ottima tecnica, Chicago, ma vediamo il tuo punteggio» affermò Alejandro per poi far avvicinare i miei bersagli.

Più si avvicinavano a noi, e più il mio sorriso cresceva sul mio viso.

Tutti e dodici i colpi erano al centro.

Ce l'avevo fatta.

«Ben fatto, questo significa almeno che sai sparare.»

«Te l'avevo detto, capo, lei è la migliore che io conosca» rispose Anthony a braccia incrociate.

«Me lo dimostrerà nella missione di domani. Fai un bel lavoro, oppure, be', sai già cosa ti potrebbe succedere...»

Sì, quello era ciò a cui andavamo incontro una volta preso il diploma all'accademia.

La prima volta che avevamo messo piede in quell'edificio ci avevano esplicitamente detto che saremmo potuti morire.

Non potevo negare che la mia voglia di continuare quel percorso non aveva fatto altro che crescere dopo quella frase.

Poi, però, mi sono innamorata del mio lavoro e vedendo le statistiche non avrei potuto essere più fiera.

Meno droga entrava nel paese e più era difficile procurarsela e, di conseguenza, meno gente moriva a causa di essa.

Meno armi entravano nel paese e minori erano le percentuali di morti causate da armi da fuoco.

E, seppur la percentuale di essere uccisi era molto elevata, non sarebbe stato di certo quello a fermarmi.

Volevo proteggere le persone e quello era il mio modo per farlo.

⋅•⋅⊰∙∘☽༓☾∘∙⊱⋅•⋅

Nota dell'autrice

Ciao a tutti bellissimi, come state?

Ecco a voi il sesto capitolo di Undercover.

In questo corto capitolo vediamo sia le magnifiche abilità di Claire nell'impugnare una pistola, sia l'introduzione di un nuovo personaggio: Kathrine.

So che molti potevano aver iniziato a fare il tifo per Alejandro e Claire, ma mi spiace comunicarvi che il messicano è già occupato.

Kathrine non sarà un personaggio principale, ma sarà fondamentale per la storia.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto <33

ig: hajarstories_

tik tok: hajarstories__

Traduzione

Bueno/Bien: Bene

!Dios mio!: Dio mio!

Extraño: Estranea

!Perfecto!: Perfetto!

UndercoverOù les histoires vivent. Découvrez maintenant