Daria

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"Spinga signora,spinga"
"Aaaaaahhhhhh"
"Vedo la testa,un altro piccolo sforzo"
Quel giorno il sole era stranamente caldo per un pomeriggio di inizio gennaio, Cora non si aspettava che la piccola nascesse proprio quel giorno, in fondo mancavano due settimane e pensava di avere ancora un po' di tempo. Non aveva nemmeno scelto il nome, ma quando la vide non ebbe dubbi: "Daria...il tuo nome è Daria".
La bambina affrontava la vita come aveva affrontato la nascita,anticipando ogni cosa: a 8 mesi iniziò a camminare, a 12 mesi a parlare e a 2 anni persino a leggere e scrivere.
Negli anni dell'asilo si capì subito la sua personalità: mentre gli altri bambini passavano il loro tempo a giocare insieme, disegnare e farsi gli scherzi, Daria costruiva, leggeva, fissava l'orizzonte, per la gran parte del tempo da sola. Aveva fatto entrare solo una persona nel suo "spazio vitale": Savio, un bambino tranquillo, amorevole e soprattutto molto protettivo nei suoi confronti. La difendeva sempre,da tutto e da tutti, persino dalle maestre quando la riprendevano perché persa nei suoi pensieri non stava al passo con le attività della classe:
"Daria è speciale,come i suoi pensieri, non si può sgridarla per questo"
Alle elementari,le insegnanti notarono sin dai primi tempi che  Daria aveva una mente eccezionale e ritennero necessario che la bambina facesse un balzo di qualche anno in avanti,così dalla 1° passò alla 5°. Per lei fu un misto di gioia e dolore,poteva finalmente imparare cose nuove,ma doveva lasciare Savio,almeno nelle ore di scuola.
Non fu accolta molto bene nella nuova classe. Cosa ci faceva una ranocchietta con i capelli rossi, i denti un po' sporgenti e quell'aria "strana" là in mezzo? La lasciavano sempre in disparte, molte volte la deridevano pensando di non essere sentiti. Nonostante non amasse socializzare,quei comportamenti la ferivano.
Savio le consigliò di parlarne con sua madre, lei avrebbe sicuramente trovato una soluzione. Così Daria una sera a tavola disse tutto a Cora che con la sua solita pacatezza le disse:
"Tranquilla tesoro della mamma, risolveremo tutto"
Il giorno successivo Cora si presentò nell'ufficio del preside esigendo il suo intervento:
"Signor preside, Daria è molto contenta di essere in quinta,ma la differenza di età con i suoi compagni fa scattare dei meccanismi non piacevoli per mia figlia"
"Signora Tardivo,io capisco la condizione di sua figlia e me ne dispiaccio,ma oltre a quello che abbiamo già fatto non abbiamo altre soluzioni. Il personale scolastico è carente e non ho insegnanti di sostegno da poterle assegnare. Potrebbe provare a farla studiare a casa, un insegnante privato potrebbe creare un piano di studi apposito per lei."
Cora rimase interdetta da quella risposta:
"Quindi io dovrei tenere a casa mia figlia perché al mondo non c'è più umanità? Perché non prova prima a parlare con le famiglie di questi bambini? Ecco si, lo faremo insieme,io e lei, parleremo con i genitori della classe e chiederemo di spiegare ai loro figli che Daria non ha nulla di diverso da loro."
Questa storia si ripetè poi alle medie e alle superiori: questa piccola creatura si aggirava tra i corridoi con uno zaino più grosso di lei,sempre con le sue trecce lunghe,gli occhiali più grossi del viso e un'aria un pochino stralunata. Ma lei non era "strana",viveva solo nel suo mondo,in quel mondo dove parlare con gli altri non la metteva così tanto a disagio, dove aveva un padre, quello mai conosciuto nella realtà, quello di cui Cora non parlava mai perché quell'uomo non meritava nessuna parola. L'aveva abbandonata al sesto mese di gravidanza con un biglietto che spiegava di quanto non si sentisse pronto per una responsabilità come quella,che gli dispiaceva non averlo capito prima e che adesso l'unica soluzione che gli era rimasta era andarsene. Cora, che era una persona intraprendente, caparbia e ben voluta da tutti, trovò un lavoro non appena nata Daria presso il medico del paese come segretaria. Portava con sé la bambina in studio ,perché non poteva permettersi una persona che la accudisse mentre lei non c'era,ed il dottor Bialetti non aveva mai fatto opposizione a questo fatto: adorava quella ragazza con i capelli rossi e le lentiggini e la sua bambina. Non fu facile per Cora fare da madre e da padre contemporaneamente,ma non si diede per vinta e dopo un paio d'anni come segretaria del medico riuscì ad entrare in un'azienda, che la pagava molto di più, come segretaria.
Daria, aveva il suo mondo, fatto di abiti floreali,monocromatici, di ogni forma e ogni colore, nei pomeriggi al parco con Savio abbozzava i vestiti dei passanti, modificandone alcuni dettagli per renderli unici. Era sempre stata la sua passione,fin da piccola.
Savio aveva tanti amici, a lui non creava problemi parlare con gli altri, anzi. I pomeriggi passavano così, con lui che giocava a calcio con il suo gruppetto e lei riparata all'ombra del solito albero. Avevano provato tante volte a coinvolgerla nei loro giochi,ma lei li guardava da dietro i suoi occhialoni e declinava arrossendo e abbozzando un timido "No,grazie"

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⏰ Ostatnio Aktualizowane: Jul 20, 2023 ⏰

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