Il demone dell'oblio

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Vera e Daniel.
Tutto è iniziato da loro.
Da lui.
Da un ti amo e una promessa, quella di non lasciarsi mai.
Il loro rapporto era fatto di confidenza, fiducia, mani strette, baci dappertutto, abbracci che toglievano il respiro e occhi lucidi, di ti amo sussurrati e corse sotto la pioggia.
Una relazione che durava ormai da un anno e dieci mesi e, anche se non sembrava, sia Vera che Daniel tenevano il conto mentalmente, nei loro diari, scritti sul cuore, e sorridevano al pensiero di ciò che avevano.

Poi tutto cambiò.
In peggio.

Erano sdraiati sul letto di Vera ormai da più di due ore.
Lei seduta con la schiena contro la spalliera, lui con la testa appoggiata alle sue gambe.
Vera gli accarezzava i capelli corvini e ribelli.
Non le dispiaceva stare così, nonostante fosse passato tanto tempi e le sue gambe si erano ormai addormentate.
Era in pensiero per lui. Sembrava morto se non fosse che respirava, piano, ma lo faceva. Gli occhi fermi a fissare un punto sul muro spoglio.
Non una parola da quando era lì.
La prima ora era stata terribile. Daniel aveva pianto tutti i liquidi che aveva in corpo e ad ogni suo singhiozzo Vera perdeva un pezzetto di felicità.
Lo aveva coccolato e cercato di consolarlo, ma non era facile.
La seconda ora era stata anche peggio.
Daniel si era chiuso in sé stesso e si era fissato con quel muro. Era peggio perché Vera sapeva quanto facesse male tenersi tutto dentro.
-Daniel... amore...-
Nessuna risposta. Niente.
-Ti prego parlamene, sfogati, reagisci... ti prego-
Ma lui si era alzato e se ne era andato. Lasciandola lì.
Non lo aveva seguito, sapeva che non sarebbe servito a nulla.

Il giorno dopo a scuola tutto era sembrato normale. Daniel era sorridente e premuroso con Vera. Alla fine delle lezioni le aveva detto che la amava, l'aveva baciata ed era tornato a casa.
Vera pensò alla calma prima della tempesta. E aveva ragione.

Il sabato e la domenica non si erano visti. Non si erano nemmeno sentiti.
La ragazza trovò il tutto strano, ma pensò che avesse bisogno di un momento per sé in modo da metabolizzare la cosa.
Anche lei era distrutta da quello che era successo, ma non la riguardava direttamente.
Le mancava il suo Daniel, sapeva che non sarebbe più stato come prima. Ma non immaginava quanto, o non lo voleva immaginare.

Passò un mese.
Daniel si era allontanato sempre di più dalla ragazza. Vera si era ritrovata a piangere quasi tutte le sere, ma la mattina lui non si accorgeva di nulla nonostante gli occhi gonfi.
Poi un giorno la sorprese andando a casa sua in pieno pomeriggio. Saltandole al collo le aveva detto che sua madre era incinta.
Lei si era dapprima irrigidita di colpo poi aveva sorriso e lo aveva abbracciato.
Finalmente sarebbe tornato tutto come prima.
Avevano fatto l'amore e tutto le era sembrato così perfetto. Insomma non era la prima volta, avevano 17 anni e si frequentavano da un sacco di tempo, ma quella volta era diverso, sentiva che sarebbe tornato quello di prima.

-Signora Harold congratulazioni!-
Le diede dei biscotti preparati da sua madre madre e l'abbracciò.
-Santo cielo chiamami Kate, tesoro!-
Kate, o la signora Harold, era la madre di Daniel e Vera ci era andata sempre d'accordissimo, era sempre così dolce con lei.
-Daniel è di sopra- le fece l'occhiolino e se ne andò in cucina. La ragazza invece salì al piano di sopra e aprì piano la porta della camera del ragazzo.
-Ehi-
Nessuna risposta. Solo un respiro leggero e regolare rompeva il silenzio. Vera capì che il suo ragazzo stava dormendo così richiuse la porta e si andò a sdraiare accanto a lui.
Gli stampò un bacio sulle labbra e sorrise.
In quel momento gli occhi del ragazzo si aprirono di scatto rivelando due iridi rosso rubino.
-Che ci fai qui?-
-S-sono venuta a vedere come stava tua madre e... te... accidenti Daniel che hai fatto agli occhi?-
Il ragazzo per tutta risposta rimase a guardarla impassibile.
-Daniel?-
-Ho sonno, vattene-
-Ma...-
-Hai capito cosa ti ho detto?-
Vera rimase stupita dal comportamento del suo Daniel. Perché l'aveva trattata così?
Tornò a casa e si buttò sul letto, si sentiva inquieta e spaventata, non riusciva davvero a capire cosa stava succedendo.

One ShotWhere stories live. Discover now