Non che mi interessi più di tanto, comunque. Ciò che conta è che a Danny io piaccia adesso, in fondo.

«E tu hai una ragazza, Gerald?» azzardo, abbassando un po' il tono della voce.

«Io? No» risponde. «Io frequento solo cani».

«Come è possibile? Sei così bello» ora sto praticamente bisbigliando. «Alla festa di Suzy c'erano tantissime ragazze che ti guardavano».

«Beh... grazie» risponde, con un filo di voce. «Ma non credo sia vero...»

«Ma certo che è vero!» insisto. «Ci sarà qualcuna che ti piace, allora?»

«Non...» balbetta, e io mi accorgo con sgomento che sta... arrossendo? «Non sono uno che ci sa fare, con le ragazze».

No, no, fermiamoci un attimo. Sta scherzando, spero. Non è uno che ci sa fare con le ragazze? Uno strafigo alto come la porta, con i capelli lunghi e biondi, gli occhi azzurri e il completo di sartoria che non ci sa fare con le ragazze?

«Sono... impacciato» borbotta, e lo stato di disagio in cui si trova sta mettendo in imbarazzo anche me. «Io, non... non so mai cosa dire...»

«Ma ti ho visto chiacchierare con Aveline, quella sera» provo.

«Sì, ecco... con Aveline è diverso. Lei è... delicata».

Miseria, li sto shippando troppo.

Ma la mia attenzione viene catturata da altro. Abbiamo quasi raggiunto casa di Zoe, dove abbiamo appuntamento con lei. Un delizioso cottage in mattoni marroni circondato da un piccolo giardino dal quale si sta innalzando verso il cielo una minacciosa colonna di fumo nero.

«C'è un incendio?» domando, interrompendo il farfugliamento di Gerald.

«No, non ti preoccupare» mi risponde Danny, voltandosi verso di me. «Stanno solo approfittando del bel tempo per bruciare il mucchione».

«Il mucchione?»

«Sì» conferma. «Erbacce, potature...»

«...e plastica, a giudicare dall'odore e dal colore del fumo» aggiunge Gerald che, visto che non si sta più parlando di ragazze, sembra tornato normale.

Uhm. Questa è una delle adorabili usanze campagnole a cui, se dovessi decidere di tornare a vivere qui, mi riabituerei con fatica, credo. Poi però immagino Danny — senza maglietta e intento a dare fuoco al mucchione nel giardino di casa nostra — emergere dalla nube di fumo nero tutto sudato e sporco di fuliggine per fare sesso sfrenato con me sulla ghiaia del piazzale e allora sembra tutto molto più sopportabile.

Il tanfo, nelle immediate vicinanze dell'abitazione, è piuttosto tremendo. Zoe, per fortuna, ci sta aspettando al cancello. Fuoriesce dalla spessa coltre di fumo con la sua consueta catwalking da passerella.

«Ciao» dice, sventolandosi una mano davanti alla faccia. «Andiamo?»

 «Andiamo?»

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