𝟏.

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Era inverno, si, questo me lo ricordo bene perché pur essendo Dicembre non faceva così freddo.
Era quel clima ancora autunnale, dato dal riscaldamento globale.
Ma io ne ero felice.
Per un istante, un solo momento, ero felice di questa catastrofe ambientale.

Dovevo sbrigarmi, quel ballo, quello che sarebbe stato il nostro incontro, sarebbe inziato a breve e io dovevo ancora sistemarmi.

Mia madre, alle mie spalle, mi aiutava a chiudere la zip di quel vestito che presentava un corsetto così stretto da togliermi il fiato.
Avevo sussultato.

« devi essere perfetta questa notte, devi splendere, brillare »
La donna dai capelli ormai grigi aveva parlato.
Era più entusiasta di me, in un certo senso si rivedeva, in me.
Dopotutto era così che aveva conosciuto suo marito, mio padre.

Io non volevo andare a quella festa, non ero pronta.
Non esteticamente, per quello ci aveva pensato la mia progenitrice...
Non ero pronta a cercare marito, infondo come può una giovane donna all'età di vent'anni essere pronta ad una cosa simile?

Mi ero guardata allo specchio, ero stupenda, per la prima volta, forse, mi vedevo davvero bella.

Avevo fatto un sospiro, un atto che, per mia madre, era valso come un discorso.
Non avevo detto nulla, non avevo proferito una singola parola ma quella donna aveva capito tutto.

Le sue labbra si erano assottigliate, il suo viso provava sdegno.
Aveva sbattuto la porta.
Se n'era andata.

Il mio vestito blu era elegante, no, non era blu, era una sua sfumatura, più chiara.
I miei capelli erano sciolti, circondavano il mio viso.

Alla festa era pieno di donne splendide, così come gli uomini.
Tutti in cerca di un marito e di una moglie.

Avevo visto lui.

Lui aveva visto me.
Si era avvicinato.

Io gli avevo sorriso, ero tra le sue braccia.
Le braccia della morte.

𝑷𝒂𝒓𝒐𝒍𝒆 𝒂𝒍 𝒗𝒆𝒏𝒕𝒐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora