21 • MASCHIO DA EXPO

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«Scusami» dice, e intanto ci accomodiamo sullo scalino dell'ingresso. «Non è un posto molto adatto a una ragazza, forse».

«No, non ti preoccupare. Non c'è neanche la donna nuda».

«Quale donna nuda?» mi domanda, perplesso.

Tracanno un generoso sorso di birra, tiro di nuovo fuori la foto dalla tasca e gliela porgo.

«Suzy, ha combinato un casino» dico, e intanto lui la osserva attentamente. «Deve essere arrivata al punto di non sapere più come uscirne».

«Ehi, Peppa» sussurra, quando si accorge che sto per mettermi a piangere. «Lo so che le vuoi bene, nonostante tutto. Ne verremo a capo».

Alzo uno sguardo piagnucoloso su di lui, lui mi guarda intensamente e io spero di non avere il mascara colato né il naso arrossato.

Miseria, è un maschio da expo. È ancora meglio di un maschio da expo. Perché non è solo violentemente sexy. È calmo e riservato, a volte addirittura ombroso. Ma è anche dolce e premuroso e... bellissimo. Sì, è bellissimo. Ed è anche molto... molto vicino.

Mi ritraggo e volto la testa dall'altra parte. È bellissimo ma non è il ragazzo per me.

«Sei stato molto gentile» dico, dopo qualche attimo di silenzio, guardando la Volvo. L'ha parcheggiata in modo che, per uscire, io non debba neanche fare manovra. «Sei sempre molto gentile. Magari, prima o poi, farò io qualcosa per te, per... ehm... sdebitarmi...»

Cazzo, perché qualunque frase esca dalla mia bocca in sua presenza deve finire per somigliare a un neanche troppo velato invito a saltarmi addosso qui e adesso? Sarà mica perché voglio che mi salti addosso qui e adesso?

«Non ne hai alcun bisogno» sorride e, proprio in quel momento, i nostri telefoni suonano contemporaneamente. Il che, purtroppo, può significare una cosa sola: la chat Partita calcio a 8.

«Che cosa dicono?» domando, perché non ho il coraggio di aprire Whatsapp.

«Fox chiede di andare a casa sua, domani. Per parlare di nuovo del caso».

Sto per rispondere che Fox, per quanto mi riguarda, può prendersi i suoi inviti perentori, incartarli insieme alle sue minacce e...

«È meglio se andiamo» mi precede Danny. «Se la polizia ha delle novità è meglio saperle il prima possibile».

«Va bene» sbuffo, poco convinta, e la mia suoneria a sirena comincia a squillare furiosamente.

Miseriaccia, è Peter.

Danny è seduto al mio fianco con la birra in mano e guarda di fronte a sé, come se il mio telefono non stesse suonando affatto.

Ok, non ha senso tirare avanti questa cosa ancora per molto. Così bevo un'altra abbondante sorsata di birra e rispondo.

«Sì, Peter» esordisco, permeata da nuovo coraggio.

«Posy. Pensavo mi avresti richiamato».

«Sì, scusami» dico, e intano lancio un'occhiata laterale a Danny, impassibile come una statua. «Sono stata molto impegnata».

«Va bene, non importa» taglia corto. «Esci con me stasera? A cena o dopocena, come stai più comoda con tua nonna e con i tuoi impegni».

«Senti, Peter... no» mi ritrovo a rispondere.

«Domani?»

«No, neanche domani» dico e finisco di scolarmi la birra.

«C'è qualcosa che non va?» mi chiede. «È una mia impressione o mi stai evitando? È per qualcosa che ho fatto o...»

MUDDY PUDDLE Where stories live. Discover now