Una volta una di loro si è presentata fuori l'ingresso, gridandomi contro che fosse colpa mia e che una lurida poco di buono come me non dovrebbe nemmeno sfiorarlo il ragazzo di un'altra. Quello che lei non sapeva è che io non l'ho mai sfiorato e l'orecchino che ha trovato in macchina era di Juliet numero 3. Non mio.

"Si chiamava Olivia..."
Sembra rimproverarmi Louis, per la dimenticanza dell'identità della ragazza di ieri sera.

"Olivia numero 3 o 4?"
Utilizzo lo stesso sarcasmo e noncurante volto la pagina successiva.

"Sai cosa? Io mi sto solo divertendo, non ho colpe."
Si difende alzando le mani, come se d'improvviso nulla lo toccasse più.
"Anzi, dovresti farlo anche tu."
Mi punta poi il dito contro.
"Stai sempre con la testa su quei libri e diventi stressata e scorbutica."
Sta cercando di far passare me dalla parte del torto.

"Come scusa? Mi stai dando della scorbutica?"
Solo adesso stacco gli occhi dal libro e mi volto verso di lui, chiudendolo fra le mie mani con un gesto netto, quasi pronta a lanciarglielo contro.

"Stai forse per lanciarmi il libro addosso?"
Chiede con aria strafottente, quasi mi avesse letto nel pensiero e mi coglie alla sprovvista.
Non gliela do vinta e sposto lentamente via il libro dalla sua traiettoria.
"Come pensavo."
Commenta soddisfatto ed incrociando le braccia al petto.

Irritante.

"Non vedo l'ora che tu esca da qui e mi lasci studiare."
Borbotto fra me e me, passandomi una mano sul viso esasperata.

"Oppure potresti venire con noi...ti facciamo conoscere qualcuno!"
Afferma con entusiasmo, quasi avesse avuto la miglior idea del secolo, mentre io mi ritrovo a scoppiare in una sonora risata.
Un'assurdità. Non uscirei mai con lui e le strane ragazze che frequenta, a meno che non volessi tornare a casa con un reflusso gastrico.

"Seriamente, prima o poi impazzirai ed inizierai ad avere delle allucinazioni"
Continua a rimproverarmi da sopra le mie risate.

"Quello sei tu quando rientri a casa la notte, Louis"
Lo correggo, riprendendo fiato.

"Ma se hai persino avuto già i primi sintomi!
L'altro giorno in stazione ti sei imbambolata a fissare la metro, ci mancava poco che la perdessimo"
Protesta determinato a vincere la discussione, ma è proprio adesso che smetto di ridere e mi paralizzo.

"Smettila Louis"
Mi limito a dire, mentre un brivido mi sale per la schiena.

Quel giorno in stazione ho visto qualcuno.
Qualcuno legato fortemente ad Hunter Point, ma non sono nemmeno sicura che sia vero.
Si è dissolto nel nulla.
Forse sono solo pazza.

"Cosa avevi visto? Un pesce con le ali?"
Continua ad istigarmi lui, non capendo la gravità della situazione, ma infondo non può farlo.
Non gliene ho mai parlato, ho preferito dimenticarmene come non fosse mai successo.
Non ho intenzione di tornare a vivere come 6 mesi fa.

L'uomo con la benda l'ho solo immaginato.

"Louis..."
Lo richiamo di nuovo, cercando di fargli chiudere la bocca. Non voglio ascoltare nient'altro su quel giorno.

"Aspetta ce l'ho."
Continua a dire divertito, ignorandomi.
Si avvicina e mi toglie il libro dalle mani, per poi cercare di leggere il nome dell'autore.
"Hai visto...Edgar Morin...che si tagliava la gola in-"
Inizia ad ironizzare sullo scrittore, ma ha scelto le parole sbagliate perché mi rimandano a quando la gola è stata tagliata a me, proprio dallo stesso uomo con la benda.

Non riesco più a starlo a sentire.
Mi alzo, gli strappo il libro dalle mani e mi dirigo verso camera mia.

Il silenzio invade l'aria e pesa più del cemento.

Blood Curse- Hunter Point Where stories live. Discover now