ACT VI

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Harry è svegliato dalla suoneria del suo cellulare: attacca, senza nemmeno guardare, e lo spegne, lanciandolo da qualche parte nella stanza ancora buia. Filtra la luce del sole alto dalle persiane, ma non è abbastanza per dargli fastidio. Mugolando, ancora addormentato, si gira nella presa di Louis e getta un braccio attorno alla sua figura, coperta solo da un lenzuolo. "Non possiamo saltare le lezioni anche questo pomeriggio", mormora. Louis lo bacia lentamente:

"Perché dovremmo?"

"Perché le abbiamo" un piccolo bacio "Le abbiamo" Harry sospira, sognante, tenendogli la testa per schiacciarsi contro le sue labbra "Saltate adesso."

"Adesso non è questo pomeriggio", Louis scende gentilmente sul suo collo, toccando i lividi con le labbra, la mano che scivola tra le gambe di Harry per accarezzare l'interno coscia. Parla con il fiato corto: "A volte penso che mi piaci così tanto che rischio di impazzire", ed Harry alza il mento al cielo, facendogli spazio tra le sue gambe, rilassato.

"Non avrei saputo dirlo megl— Mh, Louis", mormora, quando inizia a baciargli il fianco "Continua. Oddio."

"Ai tuoi ordini", ridacchia, prima di mordere la pelle, le mani ancora impegnate nella zona sensibile delle sue cosce. Harry sta per spingersi più in basso e guidare la mano di Louis a fare qualsiasi cosa, purché rimanga lì, quando è il telefono dello Specialista, a suonare. Louis sbuffa, Harry si preme al cuscino, almeno finché non lo vede prendere il telefono piuttosto che ignorarlo: "No, Lou, lasciali perdere, cosa cazzo—"

"Tay", Harry si arrende, stiracchiandosi, ancora esausto e con i muscoli del collo intorpiditi, la voce roca, e scivola tra le coperte per baciargli il petto, il mento e infine le labbra, silenziosamente, mentre Louis ascolta l'altro capo del telefono e preme gentilmente le labbra contro le sue, la voce della loro amica che si perde nell'aria calda della stanza. "Cosa?", e lo schiocco che Louis produce quando si scosta da lui è minimo, eppure parla con voce confusa, affaticata "Sì. Abbiamo... Abbiamo dormito troppo" Harry gli bacia il lobo dell'orecchio "Sì. Ci vediamo a pranzo, tra... Quaranta minuti."

''Quaranta minuti è adesso, Louis'', ricorda a bassa voce, quasi borbottando. ''Teneteci il posto'', chiede l'altro gentilmente, mormorando al telefono ''Scenderemo in tempo, massimo dieci minuti più tardi. Okay? A dopo'', e attacca, lasciando il telefono sul comodino. Harry gli dà le spalle, e può percepire Louis alzare gli occhi al cielo ''Non fare così, piccolo. Vieni qui.''

''Se vuoi stare con gli altri e non con me, non sono problemi miei'', borbotta, mentre Louis gli bacia la pelle tra le scapole, stringendolo con entrambe le braccia.

''Sai benissimo che non è così. E sono stato con te più che abbastanza'', ricorda nei suoi capelli, ridendo appena ''Possiamo parlare di cose più serie di queste, se non ti dispiace?'' Harry si volta a guardarlo, confuso, soltanto con un movimento del collo, e Louis non sta più sorridendo, anzi lo fissa intensamente, fronte quasi aggrottata: ''Ieri sera... E' stato—''

Harry lo allontana con una mano sul petto, guardandolo male: ''Eravamo io e te, Louis, cosa cazzo c'è da spiegare? Vai a parlarne con gli altri, di quanto è stato bello ieri'', provoca, prima di nascondersi sotto il cuscino. Louis aspetta qualche secondo, poi si avvicina a baciargli la spalla: ''E' divertente che tu sia una persona così convinta, lo sai? E mi piaci così tanto'', ricorda, più dolcemente ''L'hai detto anche tu. Ti ho sentito. L'hai finalmente ammesso.''

''Sì, e poi ti ho scaricato per i nostri amici. Ah, no, aspetta. Quello sei tu.''

Louis gli bacia il bicipite, alzando gli occhi al cielo e passandogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio, domandando: ''Tu stai bene, vero? Dopo... Dopo ieri, dico.''

Your Delicate Point Of View ||L.S.||Onde histórias criam vida. Descubra agora