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Yovanna rientrò in classe, Harry quel giorno si era seduto al suo fianco per il semplice fatto che Gwen non c'era ed il banco, al suo fianco, era completamente libero. I due rimasero in silenzio, a lungo prima che Harry disse "Suggeriscimi se mi interroga" alla ragazza. La bruna deglutì e sospirò, non sopportava più il fatto che il ragazzo la chiamasse solo nel momento del bisogno, quando si ricordava che esisteva.

Odiava questo cosa, odiava profondamente ciò che stava accadendo fra lei e il ragazzo che amava. "Non lo farò." rispose, infatti, acidamente Yovanna scuotendo la testa e premendo le proprie labbra fra loro con insistenza, con rabbia.
"Ma che hai?" Harry si arrabbiò a sua volta, "Che ti prende?" le chiese e Yovanna rise mentre le lacrime erano già presenti nei suoi occhi, a velare quelle iridi scure che contenevano rabbia e voglia di sotterrarsi.

"Professoressa, posso uscire?" chiese la ragazza dai capelli scuri, la donna annuì e lei uscì dalla classe e correndo verso le scale ma sentì dei passi dietro di lei. Passi che appartenevano al ragazzo.

"Mi vuoi dire che ho fatto? Mi hai sempre aiutato!" urlò lui ma non tanto forte da farlo sentire attraverso le altre porte.
Yovanna stava piangendo così tanto che le bruciavano gli occhi e quando il ragazzo la voltò, le lacrime stavano attraversando il suo viso in modo insistente.
"Perché piangi?" e la voce del ragazzo era diventata così fievole, così debole che quasi sembrava ad un sussurro.

"Perché io ti amo e tu nemmeno lo sai!" Yovanna mise le sue mani sul petto di lui, lo spinse e singhiozzò con forza, coprendosi velocemente poi la bocca a causa delle parole appena dette.
"Tu mi ami?" la ragazza scosse la testa, si voltò e scappò via.
Si era resa ridicola da sola e questo non poteva cambiarlo.

Shiver.Where stories live. Discover now