Capitolo 2

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«Che figata! Sono vere?» Chiese la castana toccando con le punta delle dita le orecchie di Tighnari curiosa. Quest'ultimo le ritrae, ridacchiando agitato. «Si lo sono, ma per favore non toccarle, sono, come dire, molto sensibile là al tocco.» Disse imbarazzato il ragazzo mandando lo sguardo altrove, arrossito. La ragazza sussulta dispiaciuta, dopo aver realizzato ed aver messo non a suo agio il corvino. «Mi dispiace! Non lo sapevo, ma sono così morbide, soprattutto la coda che è difficile resistere al toccarle.» Si scusò la ragazza congiungendo le mani davanti al volto a mo' di preghiera. Tighnari la rassicura, dopotutto non era un gesto maligno, solo di pura curiosità. «Direi di iniziare il tour!» Disse la forte voce della castana, che mise un braccio sopra le spalle del corvino. Tighnari arrossisce imbarazzato in quanto il suo volto è stato spinto troppo vicino al seno della ragazza impanicandosi, ella se ne accorge, e ride forte per la reazione del volpino prendendolo in giro durante il tragitto. Si stacca, ancora rosso, affiancando la ragazza che camminava svagata per i corridoi ormai vuoti per la fine delle lezioni.

«Le lezioni iniziano alle otto, e finiscono a mezzogiorno, ogni studente durante quell'orario dovrà trovarsi nelle rispettive classi del darshana. Il pranzo si tiene subito dopo la fine delle lezioni, tutti gli studenti dell'Akademiya, di qualunque darshana dovranno recarsi lí per consumare il proprio pasto, una volta finito, durante il pomeriggio gli studenti potranno spendere il loro tempo libero come vogliono. Se sei interessato ci sono dei corsi di ripetizioni o di approfondimento degli argomenti, oppure dei club, come quello di teatro, pallavvolo, basket...» Spiegava la ragazza mentre Tighnari annuiva a ogni informazione data. Saranno state le sette di sera, quando finirono di fare il tour trovandosi davanti all'uscita dell'Akademiya. «Uff! Finalmente abbiamo finito!» Esclama sorridente la castana stiracchiandosi, sotto lo sguardo divertito del ragazzo. Aveva scoperto un paio di cose sul conto di Dehya, era una ragazza davvero estroversa, in grado di parlare anche con i muri a momenti, una ragazza che non si imbarazzava nelle sue gesta e che non si preoccupava delle opinioni altrui sul suo conto. «È davvero immensa, non mi aspettavo che avesse così tante stanze!» Disse stanco Tighnari poggiandosi alla sua spalla. Ella sospira divertita, tirandosi sú. Il ragazzo fece lo stesso voltandosi verso di lei: «Grazie per tutto.» Le disse sincero sorridendole. La ragazza gli fece il pollice all'insú, mettendo una mano sul suo fianco: «Di nulla! Sei una persona simpatica, magari ci incontreremo durante il pranzo, in quanto io non sono dell'amurata, quindi sarà più difficile vedersi! Ora scappo, la mia amica Candace mi sta aspettando in dormitorio, buonanotte Volpino!» Urla la castana mentre già correva ridendo fuori dalla struttura. «Aspetta cosa! Come mi hai chiamato?!» Le urla il ragazzo arrossito d'imbarazzo, abbassando le orecchie e cercando di fermare la coda che aveva preso a scodinzolare da destra a sinistra freneticamente. 'Che nomignolo imbarazzante!' Pensò coprendosi il volto con le mani per poi cercare di calmare la sua coda. Gli avevano rassicurato che le sue valige le avrebbero portate nel suo dormitorio, e che quindi il volpino avrebbe dovuto solo ritirare le chiavi in segreteria per poi entrare nel suo dormitorio. Il ragazzo sospira stanco. Per poi spalancare gli occhi una volta realizzato che lui non aveva idea di dove si trovava la segreteria in quanto Dehya non gli aveva accennato nulla a riguardo. 'E ora?' Si chiese mentalmente il ragazzo guardandosi intorno esasperato. Per pura fortuna una studentessa dell'Akademiya stava passando da quelle parti, il verde le si avvicina richiamando la sua attenzione picchiettandole la spalla con un dito. La ragazza si volta, era una bellissima ragazza dai lunghi capelli rossi raccolte in due cose basse, la fronte coperta da una frangia ben ordinata, le sue movenze erano eleganti e leggere, Tighnari ne rimase alquanto sorpreso per poi riprendersi velocemente dalla sua breve trance. «Scusa, sapresti dirmi dove si trova la segreteria?» Chiese in un timido sussurro Tighnari ammaliato dalla sua bellezza ed eleganza come se parlando avrebbe potuto farle qualcosa. La ragazza lo fissa, per poi sorridergli gentile. «Certo, possiamo andarci insieme anch'io sono diretta lí.» Disse la rossa. Il corvino le sorrise grato, affiancandola per il tragitto. «Sei nuovo qua?» Chiese curiosa la rossa. «Si, sono arrivato oggi.» Disse il ragazzo. «Mi sembrava, non ti avevo mai visto qua. A quale darshana appartieni?» Chiese la rossa sporgendosi in avanti guardandolo divertita. «All'Amurata, e tu?» Le rispose Tighnari. «Alla/o rtawahist.» Rispose lei, ponendo il suo sguardo davanti a sé. Entrarono nuovamente dentro l'Akademiya, parlando del più e del meno riguardo all'accademia. Davanti a loro un grande banco si trovava davanti a una parete piena di chiavi, le quali appartenevano a ogni stanza di dormitorio secondo la deduzione di Tighnari. Un uomo si trovava seduto al banco, intento a scrivere qualche cosa sul suo portatile in maniera frettolosa. «Salve vorremmo ritirare le nostra chiavi.» Parlò con voce calda la rossa, attirando l'attenzione del signore. L'uomo alza lo sguardo verso i due, per poi alzarsi agitato. «C-certo! Un a-attimo! Ecco le sue chiavi Signorina Nilou!» Esclama il signore inchinandosi di poco, sotto lo sguardo sorpreso del corvino, provandolo a pensare che la ragazza fosse una figura importante all'Akademiya. «E l-lui?» Chiese l'uomo balbettando, mentre stava guardando Tighnari. «Devo ritirare delle chiavi per il mio dormitorio, il mio nome è Tighnari.» Disse pacato il verde. L'uomo gli pone le chiavi, per poi scusarsi e rimettersi a lavoro. Nilou prende per una mano il verde, portandolo in una parte più isolata fuori dal campo visivo del signore. «Scusalo, è sempre inondato di lavoro, e quindi è perennemente agitato e stressato.» Disse la rossa dispiaciuta, portandosi una mano sulla guancia, preoccupata per il signore. Il verde scuote il capo: «Non è un problema, però da come ti ha chiamata sembra che tu sia importante qua.» Dedusse il ragazzo guardandola curiosa. La ragazza sospira affranta: «Lo hai notato quindi? Sono molto conosciuta qui, ecco perché mi aggiro a quest'ora per l'Akademiya, per non incontrare altri studenti.» Spiegò la rossa ridacchiando imbarazzata. «Dev'essere stancante, stare sempre sotto la bocca di tutti, e sempre essere osservata da sguardi indiscreti e non.» Pensó ad alta voce il volpino guardando un punto non preciso del corridoio. La rossa lo guarda ammirata dalle sue riflessioni facendo formare un breve sorriso sulle sue labbra. «Io sono Nilou, piacere di conoscerti, spero che potremo essere buoni amici.» Le disse la ragazza porgendogli la mano. «Io sono Tighnari, il piacere è il mio.» Rispose felice stringendole la mano.
«In che stanza sei?» Gli chiese la rossa. «La 56, e tu?» Chiese di rimando il volpino mostrandole la chiave. «Siamo nello stesso piano! Io sono nella 51.» Le rispose contenta. «Ti accompagno in stanza allora.» Disse Tighnari felice. Camminarono fino ai dormitori, non vi era anima viva, tutti erano nelle loro stanze e i corridoi erano vuoti. Il loro piano era il quarto, così presero l'ascensore per non fare le scale, arrivati alla porta della stanza di Nilou il verde fece per salutarla quando fu interrotto da lei. «Se vuoi passare a farmi compagnia vieni pure quando vuoi.» Le disse sulla soglia della porta. Tighnari annuisce sorridendo pacato, per poi farle un saluto con un cenno della mano, mentre si dirigeva verso la sua stanza con la coda che scodinzolava felice, era riuscito a fare amicizia con qualcuno, era un grande traguardo. Nilou ridacchia intenerita dal gesto involontario del corpo del corvino, per poi chiudere la porta e dirigersi a letto.

Tighnari ora si trovava davanti la porta della stanza numero 56, l'ansia lo stava assalendo. Che persona sarebbe stata il suo coinquilino? E se fosse stato uno stronzo fastidioso? Oppure se lui non gli andasse a genio? Il corvino si tartassava di tali domande nella sua testa, indeciso se bussare a quella maledetta porta o no, non voleva aprire la porta con le sue chiavi, perché se il suo coinquilino lo avrebbe visto entrare tutt'uno tratto lo avrebbe scambiato per uno sconosciuto, non facendo una buona prima impressione. Alla fine, preso da un atto di coraggio e di autoconvinzione, busso sulla superfice dura di legno, attendendo risposta. La serratura scattó la porta si aprí, rivelando a sè la figura di una ragazzo della sua stessa stazza, dai capelli biondi disordinati che gli ricadevano sulle spalle, vestito in pijama e mezzo assonnato. Il ragazzo dai capelli biondi sgrana gli occhi, sorpreso, per poi indicare la figura del corvino e urlare sconvolto: «MA TU SEI UNA VOLPE! COME FANNO LE VOLPI A PARLARE, NON SARAI TIPO UN TANUKI!?» Tighnari lo zittisce, voltandosi con i palmi delle mani sulle povere orecchie sensibili. «Risponderò a tutto, ma ti prego, non urlare!» Esclama esasperato il corvino con una faccia sofferente. Il biondo si mise una mano davanti alla bocca, con sguardo colpevole, per poi scostarsi e far entrare il suo nuovo coinquilino. Il verde sospira, lasciando la presa dalle sue orecchie, rilassandole. «Scusa se ti ho zittito, ma sono molto sensibili, quindi al minimo tocco o rumore calcato fanno malissimo.» Spiegó Tighnari indicando le sue orecchie. «Scusami tu, sei appena arrivato e non ti avrò fatto una bella impressione urlandoti contro...» Disse il biondo ridacchiando imbarazzato. Il volpino gli sorrise, per poi sedersi su un divanetto là vicino seguendo il biondo. «Io sono Tighnari.» Si presentò il corvino. «E io sono Kaveh.» Disse il biondino. Tighnari si zittì un momento, pensando. Poi fu come se una lampadina si accese al momento della realizzazione. «Cosa?! Sei colui che ha construito l'Alcazar Saray?!» Chiese stupito il volpino sporgendosi in avanti. Il biondino annuisce fiero, alzando la testa con atteggiamento altezzoso. «Proprio così!» Esclama felice, rincuorato dall'essere riconosciuto. «La struttura é pazzesca, ho avuto occasione di visitarla, le piante scelte sono in armonia con qualunque parte architettonica é tutto davvero fantastico!» Parlà ammaliato Tighnari, con gli occhi che gli brillano. Kaveh ridacchia, felice di sentire l'entusiasmo con cui parla della sua opera il suo coinquilino. «Grazie sei davvero gentile, sai, forse non sei così male!» Disse sorridendo il biondo. Tighnari sorride a sua volta, contento di essere apprezzato, sentendo tutte le preoccupazioni riguardo al suo coinquilino scivolare via. «Per caso hanno portato delle valige?» Chiede curioso il corvino. Kaveh annuisce, facendo segno di seguirlo. Lo porta davanti una porta bianca, la apre, rivelando una stanza da letto. Molto carina, le aperti verde pastello, abbinate a mobili di legno di rovere. Il letto a due piazze con coperte bianche posizionato all'angolo, con poi dall'altro lato una vasta scrivania con sopra varie mensole. Nella sua stanza poteva notare delle piccole piante come decorazioni probabilme, sorride felice. É perfetta per lui: «Wow, é fantastica!» Esclama amaliato guardandosi attorno. Kaveh ridacchia poggiandosi sull'uscio della porta. «Be' mi sono fatto spifferare da Nahida un po' i tuoi gusti, e ho voluto rendere la tua stanza accogliente..» Disse timidamente, sotto sotto, Kaveh voleva da molto un coinquilino. Solo che nessuno era disponibile, e quindi era rimasto solo. Sperava che con il suo nuovo coinquilino le cose andassero d'accordo. «Oh Kaveh, grazie..» Sussurra intenerito il volpino, avvicinandosi al biondo, abbracciandolo. Kaveh lo abbraccia a sua volta, felice, notando la folta coda del coinquino prendere a scodinzolare. Sorride intenerito, per poi sciogliere l'abbraccio. «Ora ti lascio riposare, domani mattina possiamo parlare più tranquillamente il pomeriggio o direttamente quando torniamo al dormitorio che ne dici?» Chiede Kaveh. «Certo, tanto dovrò a prescindere sistemare la stanza, magari puoi farmi compagnia!» Propone il corvino. «Ma certo, buonanotte 'Nari!» Esclama uscendo dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. 'Nari?' Pensò il corvino sbuffando divertito, che soprannome buffo, ci avrebbe fatto l'abitudine. Pensò prima di dirigersi verso il soffice letto che lo attendeva, sentendo come le forze prosciugarsi alla sola vista del soffice materasso.

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Angolo autrice;
1960 parole

Nuovo capitolo, spero sia di vostro gradimento, e coinvolgente nella lettura! Alla prossima.

[Are you mine?]•CyNari AUWhere stories live. Discover now