«Dico sul serio Cher, come stai?» Mormorò ancora, insinuando una mano sotto il tessuto della mia felpa, trovando spazio al di sotto della grande maglietta larga, raggiungendo la mia pelle delicata, che cominciò ad accarezzare attentamente.
«Ora bene.» Replicai, canticchiando contenta mente mi accoccolavo maggiormente nella sua presa, sorridendo istintivamente non appena un dolce bacio mi venne premuto contro la tempia. Amavo ricevere tutte quelle attenzioni da parte sua. Era l'unica persona da cui riuscivo ad accettare tutto l'affetto possibile, senza sembrare spaventata o sentirmi a disagio. Avrei volto passare la totalità del mio tempo tra le sue braccia.
«Tu come stai?» Domandai, alzando leggermente lo sguardo, tentando di incontrare il suo, baciandole teneramente il collo.
«Bene.» Affermò, stringendomi ancor di più contro di sé. Non mi sarei mai stancata di lei.

«Comunque nana mi ha scritto per comunicarmi che non avevi fatto colazione, e penso che mi avrebbe fucilata se avesse saputo che ti avrei lasciato a digiuno. Quiiindi ti ho preso il cornetto alla nutella, so che è il tuo preferito, golosona.» Aggiunse con una leggera risatina, cercando di generare la medesima reazione in me, eppure non fu così. Non appena sentii pronunciare quelle parole mi irrigidii, sentendo gli occhi cominciare a scurirsi di lacrime. Io non potevi mangiarlo. Io non volevo mangiarlo, per nessuna ragione al mondo. Come avrei fatto a dirglielo senza che insistesse? Come avrei fatto a farle comprendere l'estremo disagio che stavo provando. Non potevo più continuare a tenerle nascosto quel esorbitante problema, perché più lo facevo, più la mia agitazione aumentava.
«Non ho veramente fame TT, però grazie lo stesso.» Cercai di ricompormi un minimo, sollevando leggermente il busto per beccarle dolcemente le labbra, prima di tornare ad accoccolarmi contro di sé.

«Piccola puoi dirmi cosa c'è che non va? Ti conosco, so riconoscere quando qualcosa ti fa stare soprappensiero. Non escludermi dal tuo mondo, non chiudermi fuori. Per favore.» Trattenni un sospiro davanti alle sue parole, non volevo che si sentisse così, ma non sapevo davvero cosa fare per migliorare la situazione.
«Non é nulla TT, sono solo molto stanca e inoltre mi mancavi tanto. A causa dei vari impegni non abbiamo modo di vederci costantemente. Voglio solo essere coccolata.» Sussurrai, serrando le palpebre mentre mi bravo delle sue azioni.

«Ti amo.» Mormorò, lasciandomi un bacio sulla cute. «Ti amo» proseguì, beccandomi la punta del naso. «Ti amo, Ti amo, Ti amo.» Continuò mentre lasciava diversi baci per tutto il mio volto, facendomi sorridere come non mai, mente il mio cuore esplodeva di gioia. Lei era tutto quello che mi stava tenendo in vita. Lei era tutto quello per cui stavo lottando.
«Ti amo anche io, da morire.» Contestai, portando una mano sul retro del suo collo, spingendole il volto contro il mio. Premetti le nostre labbra insieme, prima di separarle, lasciando insinuare la mia lingua nella sua bocca, dando spazio ad un bacio ricco di amore.

«Wow ragazze, scambiatevi effusioni in privato.» Alzai gli occhi al cielo non appena Sweet Pea fece irruzione nella stanza, interrompendo per l'ennesima volta uno dei nostri momenti.
«Se solo non l'avessi notato eravamo sole prima che arrivassi.» Commentai,  sentendo l'agitazione iniziarsi a diramarsi nel mio organismo, attivando uno dei campanelli d'allarme che erano prefissati per dare vita al comportamento bulimico.
«Sei insopportabile, non capisco come Toni riesca a stare con te.» Affermò Reggie, sbucando dal nulla. Per quanto non avesse la minima considerazione nei suoi confronti, quelle parole mi ferirono al quanto. Alla fine aveva ragione. Che motivazioni aveva Toni per voler stare con me? Soprattutto adesso che il mio corpo stava peggiorando di giorno in giorno, per quale ragione doveva continuare a voler rimanere al mio fianco.

Mi alzai velocemente dalle sue gambe, prendendo il telefono che avevo precedentemente appoggiato sul tavolino, prima di fuggire da quella stanza.

«Coglioni ma cosa fate? Si può sapere che diavolo gira nelle vostre teste?» Sentii la sua voce irritata provenire dalla stanza dalla quale ero appena uscita, prima che dei passi pesanti venissero premuti sul pavimento dietro a me. Sospirai non appena la sua mano si avvolse attorno al mio polso, inducendomi a girarmi nella sua direzione. Non ebbi il coraggio di guardarla, in preda alle emozioni che stavamo assalendo furiosamente il mio corpo. Ero veramente in crisi. Non avevo la minima idea di cosa avrei dovuto fare.

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