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Siamo dei corpi che ardono dal desiderio di essere sfiorati da un paio di mani

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Siamo dei corpi che ardono dal desiderio di essere sfiorati da un paio di mani. Siamo delle menti che sognano di essere comprese. Siamo dei cuori che bramano di essere amati. E per quanto il mondo possa girare differentemente, nulla potrà mai sovrastare queste esigenze.

Allungai un braccio verso il comò per spegnere la sveglia che suonava ininterrottamente da una decina di minuti. Nascosi la testa sotto il cuscino, sentendo il freddo del lenzuolo colpirmi duramente la gota mentre cominciavo a prendere conoscenza. Mi servirono un paio di minuti per riuscire a riordinare i dati presenti nella mia mente, e dopo di che fui costretta ad abbandonare il letto.

Sbuffai rumorosamente mentre strisciavo lungo il corridoio, raggiungendo la porta del bagno sul fondo del piano. Aprì l'acqua, regolando la temperatura aspettando che si alzasse, facendomi inghiottire dal tepore della doccia. Piccole gocce cristalline caddero ripetutamente contro la superficie del mio corpo, dando un leggero sollievo ai nervi tesi.

Chiusi gli occhi mentre muovevo lentamente la mani sul cuoio capelluto, insaponando attentamente ogni angolo, prima di lasciare che l'acqua portasse via i residui dello shampoo che avevo utilizzato.

Finì di lavarmi in una ventina di minuti, lasciando che il morbido tessuto dell''accappatoio mi circondasse il corpo in maniera confortante. Rilasciai un sospiro di sollievo, canticchiando allegramente mentre mi dirigevo verso lo specchio, sistemando sulla mensola i vari oggetti che mi sarebbero serviti quella mattina.

Dopo aver asciugato attentamente i capelli usai il ferro per creare dei boccoli, prestando successivamente attenzione al trucco, che si basò su un semplice strato di mascara accompagnato dal solito rossetto rosso.

Tornai in camera, aprendo le ante dell'armadio per decidere cosa avrei dovuto indossare, optando per una minigonna di pelle nera, accompagnata da una camicetta bordeaux aderente, completando il tutto con dei semplici stivaletti neri.

Dieci minuti più tardi ero già in strada, mentre sfrecciavo verso l'ufficio, cercando di prepararmi psicologicamente alla giornata che avrei dovuto affrontare. In quel periodo ero completamente sommersa dal lavoro, infatti non avevo neanche la possibilità di potermi concentrare su di me per qualche minuto.

Parcheggiai al solito posto, dando una veloce occhiata all'orologio accorgendomi per mia grande sorpresa di essere in largo anticipo. Sorrisi. Scesi dall'auto, dirigendomi verso il solito bar in cui mi ritiravo durante la pausa pranzo, iniziando a credere che quella giornata avrebbe potuto prendere una piega diversa.

Non appena entrai nel locale i miei occhi si posarono inevitabilmente su di lei. Aveva i capelli raccolti in una coda alta, lasciando due ciocche laterali libere per incorniciarle il viso. Indossava un paio di jeans ed una semplice camicia bianca che aveva gli ultimi due bottoni aperti, dando così una buona visuale sul suo petto.

Mi incantai per qualche istante ad osservarla, non riuscendo a distogliere lo sguardo dalla sua figura minuta...era bellissima.

Presi un respiro profondo mentre mi avvicinavo al bancone, prendendo posto su uno degli sgabelli, aspettando che si accorgesse della mia presenza. La guardai servire un paio di clienti, e riordinare successivamente i vari oggetti prima che il suo occhi si posassero su di me. Il cuore iniziò a battermi fortemente nel petto quando mi regalò un caloroso sorriso, dirigendosi nella mia direzione.

Choni one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora