Mia madre comincia a prepararsi, entusiasta per la mia felicità.

«Io voglio fare un giro.» le dico uscendo dalla casa.

La mia attenzione è stata colpita dalla piscina, perciò vado direttamente lì.

Vedo l'acqua muoversi, ma non capisco se ci sia qualcuno o se sia per il vento.

Decido comunque di abbassarmi e toccare l'acqua con la mano.

Ma subito dopo, qualcuno esce dal fondo della piscina, spaventandomi a morte.

«Porca merda!.» quasi urlo, il ragazzo che esce la testa dall'acqua e si appoggia al davanzale scoppia a ridere.

«Immaginavo ti saresti spaventata.» io alzo gli occhi al cielo.

«È ovvio.» lui è molto bello

Ha i capelli neri gocciolanti davanti agli occhi.

Ma la cosa che noto di più sono i suoi occhi, uguali a quelli di Eva...forse più scuri.

«Quindi, tu sei Kyla?.» io annuisco.

«In persona.» mi alzo e lui esce dalla piscina, fronteggiandomi mentre si asciuga i capelli con un asciugamano.

È proprio bello.

«Vivrai con noi?.» mi chiede mentre si siede sulla sdraio. Mi chiedo come non senta freddo.

«No, starò nella casa accanto.» la indico e lui annuisce, io faccio per andare via ma mi ferma.

«Kyla.» si alza ed è di nuovo di fronte a me.

«Spero che tu riesca a trovarti bene...sai siamo quattro fratelli in tutto e non siamo molto...amichevoli.» io annuisco e mi trovo a indietreggiare automaticamente.

«So tenere a bada caratteri difficili, grazie dell'informazione.» dico risoluta.

Lui annuisce sollevando un angolo della bocca e avanzando, facendomi indietreggiare fino ad arrivare a bordo piscina.

«A proposito, non mi hai detto il tuo nome.» gli ricordo, lui annuisce.

«Hai ragione, che maleducato. Sono James.» avanza ancora e stavolta sto per cadere.

Quando lui mi afferra, dal panico perdo l'equilibrio e cadiamo entrambi in acqua.

Che figura di merda!

Quando usciamo la testa dall'acqua mi rendo conto di essere fradicia. Non posso uscire così.

James scoppia a ridere

«Cosa ci trovi di tanto divertente! non posso uscire da qui» lui mi guarda perplesso.

«È un vestito abbastanza...sottile» cerco di essere il più esplicita possibile senza dire le cose totalmente.

Lui annuisce divertito.
Io lo colpisco.

«La smetti di ridere! dammi una mano, è colpa tua se siamo in questa situazione.»

«Mia?! io ti stavo aiutando, sei tu che ti volevi staccare e sei caduta, facendo cadere anche me per la cronaca.» divento rossa.

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