𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐈𝐈𝐈 - 𝐔𝐧𝐚 𝐯𝐨𝐜𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐧𝐞𝐥 𝐛𝐮𝐢𝐨

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«Devo andare»

«Dove?» alzò un sopracciglio ma la donna non c'era già più, era svanita.

☾︎

Niko era in piedi davanti alla finestra in camera sua, era già notte fonda, tutto era innaturalmente silenzioso.

Femi, immobile accanto a lui cercò di accarezzargli la guancia ma il ragazzo si spostò bruscamente, andandosi a sedere sulla panca della pianola.

Femi siabbandonò sul letto soffice, guardandolo incantata mentre faceva scivolare con estrema abilità le dita sui tasti bianchi.

Niko rimase a guardarla, i capelli rossi, le labbra sottili tinte di un rosso acceso e la lieve spolverata di lentiggini sul viso.

Le mise in braccio attorno alla vita e le posò una mano sulla guancia, Femi girò il viso dentro a quella carezza e baciò il palmo di lui «Non è colpa tua» disse quasi sussurrando.

Chiuse gli occhi, la stanchezza prese il sopravvento su Niko, e si addormentò quasi all'istante.

"Niko"

Fu un grido raccapricciante a svegliarlo.

"Niko"

Si mise a sedere, si passò una mano sul viso madido di sudore.

«Stai bene?» chiese la ragazza senza nemmeno aprire gli occhi.

«Si, credo sia stato solo un sogno... » rispose confuso sdraiandosi e cercando di riaddormentarsi.

☽︎

"Le tue più grandi paure ti aspettano, dovrai affrontare quattro livelli, in ognuno dei quali dovrai superare delle prove fisiche e psicologiche"

Una voce acuta, pungente gli risuonò nella testa.

«Chi sei?» nessuno rispose alla sua domanda.

Si guardò intorno, vedeva il salotto di
Datlet, tutta la folla era attorno a qualcosa, alcuni avevano il viso colmo di terrore.

Riconobbe i suoi fratelli «Sebastian!» corse verso di lui oltrepassando la gente.

Si fermò al fianco del ragazzo che stava discutendo con Alexia «Sebastian che succede?» ripetè, ma come se non lo avesse sentito continuò a parlare, «Sebastian?»

Finalmente si girò, i suoi occhi, uno verde e uno marrone, erano fissi su di lui ma non lo stavano guardando, non lui, guardavano oltre, alle sue spalle

«Cosa stai...» guardò anche lui nella stessa direzione e l'unico suono che riuscì ad emettere fu un urlo di puro terrore, ai suoi piedi c'era Will stesso, gli occhi chiusi, gli occhiali rotti, una pozza di sangue lo circondava sporcando i vestiti e le mani di chiunque lo toccasse,
Jade gli stava tenendo la mano.

«Jade! Sono qui!»

Anche lei non riusciva a sentirlo.

Corse via da quella visione raccapricciante, andò in bagno per lavarsi la faccia, «Sicuramente
sto solo sognando, quando mi risveglierò sarò a casa nel mio letto» disse ad alta voce sperando di autoconvincersi.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐞𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐨 𝐯𝐨𝐥. 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨 [𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒆𝒕𝒂 in revisione] Where stories live. Discover now