𝐕𝐈𝐁𝐑𝐀𝐓𝐈𝐎𝐍𝐒 - 𝟎𝟏

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Vivere a Seoul era sempre stato il sogno di Maya, non ci era andata spesso nonostante suo padre lavorasse proprio in città ma le poche volte in cui l'aveva visitata erano bastate per farla diventare la città dei suoi sogni

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Vivere a Seoul era sempre stato il sogno di Maya, non ci era andata spesso nonostante suo padre lavorasse proprio in città ma le poche volte in cui l'aveva visitata erano bastate per farla diventare la città dei suoi sogni. Aveva visitato molti posti grazie al lavoro di suo padre ma, per qualche motivo, Seoul era sempre nei suoi pensieri e nel suo cuore.

Aveva iniziato a pregare di trasferirsi a Seoul a soli nove anni ma la sua famiglia diceva sempre di no, vogliamo che tu cresca umile. E Maya era una persona umile ma non credeva fosse perché al contrario di tutti gli altri bambini ricchi era cresciuta in campagna. La sua casa d'infanzia poteva essere considerata una reggia, aveva avuto tate e persone che pulivano casa ogni secondo della giornata, per i suoi genitori comunque crescere in campagna l'aveva resa umile.

Vivere a Seoul è diverso per un bambino. Maya non aveva mai capito nemmeno quello ma forse non capiva perché lei effettivamente a Seoul non ci aveva mai vissuto. Ad ogni modo la sua insistenza alla fine era servita a qualcosa ed i suoi genitori le avevano detto che se fosse sempre andata bene a scuola, e con quello intendevano la migliore di tutte le classi del suo anno, quando sarebbe abbastanza grande l'avrebbero fatta trasferire a Seoul. E quello era diventato l'unico scopo di Maya.

Aveva messo tutto da parte, non usciva con gli amici concedendosi solo di andare ai loro compleanni, gli appuntamenti con i suoi ragazzi erano sempre appuntamenti di studio dove loro annoiati l'ascoltavano mentre studiava... delle volte le sessioni di studio finivano in sessioni di baci ma capitava così raramente che Maya non aveva mai avuto un ragazzo per più di tre mesi. Non usciva nemmeno con la sua famiglia e durante le cene in cui tutti si riunivano e le facevano domande lei restava persa a guardare nel vuoto mentre nella sua mente ripeteva tutto ciò che aveva studiato.

Era stato stancante, delle volte piangeva perché si diceva che stava sprecando la sua vita ma quando riusciva a riprendersi da quei momenti stringeva i denti e continuava ad andare avanti.

Alla fine tutti i suoi sforzi erano stati ripagati e quando finalmente le era stato concesso di trasferirsi a Seoul i suoi genitori avevano messo un altro punto nel contratto.

Non credere che, solo perché siamo ricchi, ti permetteremo di vivere in un appartamento di lusso a nostre spese. Il tuo appartamento dovrai pagartelo da sola svolgendo un lavoro umile.

E Maya lo aveva fatto, aveva vissuto per quasi tutti gli anni universitari in una stanza dove letto e cucina erano solo a pochi passi di distanza e pagava il tutto lavorando in un ristorante dove facevano pollo fritto.

Era stato stancante ma almeno lì era riuscita a farsi dei veri amici e quello era riuscito a rendere i suoi genitori tanto fieri che per l'ultimo anno d'università avevano deciso di farle un regalo che Maya non aveva chiesto per paura di ricevere un no come risposta.

Erano così fieri di lei che per ripagarla di tutti quei faticosi anni le avevano comprato l'appartamento dei suoi sogni nel palazzo dei suoi sogni. Doveva continuare a lavorare però altrimenti come glielo avevano dato glielo avrebbero tolto. Non che a Maya interessasse, non le dispiaceva lavorare al ristorante di pollo fritto e poi continuando a lavorare senza dover pagare l'affitto poteva mettere da parte più soldi.

𝐕𝐈𝐁𝐑𝐀𝐓𝐈𝐎𝐍𝐒 | 𝐣𝐣𝐤 𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐡𝐨𝐭Where stories live. Discover now