𝟐𝟖 | 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐞𝐬𝐬 𝐝𝐨𝐞𝐬𝐧'𝐭 𝐜𝐫𝐲

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Nessie non risponde, sfregiata, umiliata e sconfitta dopo che Niragi ha decretato la propria totale supremazia, cercando di sottometterla.
Ma loro sanno, lo sanno benissimo che lei si piega solo per dare salva la vita delle altre, non per altro, e lui ne è perfettamente cosciente.
Lui lo sa, che lei non lo vuole più, non come un tempo e che non sarà mai, mai, davvero più sua.
Non come una volta.

Ness si sente come se tutto questo sia solo colpa sua, ricorda ancora il giorno in cui ha deciso di unirsi con questo ragazzo dagli occhi neri come gli abissi, un manto di tenebre pronto ad inghiottirla.
Ricorda quando si è lasciata andare, sprofondando in lui, se potesse tornare indietro, direbbe alla piccola lei di fuggire via, lontano da questo individuo.
Ora si trova così, non si muove nemmeno.
È scivolata sul pavimento come una bambola di pezza, la bocca che non parla ma gli occhi che reprimono un grido muto.
Può considerarla la sua definitiva sconfitta quando sente le sue mani che la trattengono con violenza, quei tocchi indesiderati che scivolano lungo il suo corpo coperto solo dal suo bikini.
Viola il suo corpo e la punge con l'ennesimo graffio, il suo veleno.
Questa consapevolezza le arriva al cuore e ne frantuma gli ultimi brandelli rimasti.

«Portatela in stanza!» - Ringhia lui, leccandole il collo e lei rabbrividisce subito dopo, notando però che nessuno dei lottatori si stia avvicinando a loro.
Niragi rotea gli occhi indispettito, voltandosi per cercare di capire il motivo di tale ribellione da parte dei suo sottoposti: «Siete diventati sordi!? Vi ho detto d-»

Qualcuno gli sferra un potente calco a tradimento, sentendolo  liberare un verso strozzato, le mani che corrono istintivamente al petto colpito.
Intravede la figura di un ragazzo biondo, a pochi passi da loro mentre alza il viso per guardarlo, gli occhi che si spalancano per lo stupore.
Un rivolo di sangue gli cola dal labbro e lui lo ripulisce con il dorso della mano e, se possibile, diventa ancor più pallido del normale: «...M-manjiro!?»

«Non osare mai più toccare mia sorella o giuro che non camminerai mai più.»

Scosso nel vederlo qui e nel loro stesso hotel, la sua mente inizia ad articolare  pensieri fin troppo elaborati, arrivando però ad un'unica soluzione.
Perfettamente consapevole del fatto che la sorella minore avrà spifferato ogni infimo dettaglio sul suo essere a Borderland, cerca di rialzarsi e di fare un passo indietro, intimorito: «Io e lei stavamo insieme! Lei lo vuole!»

«Io non voglio proprio un bel niente da te...» - Soffia lei inviperita, ancora sconvolta ma molto felice di vedere suo fratello qui, mentre si rialza faticosamente da terra: «...e non sono mai stata la tua ragazza.»

Nashira lancia un'occhiata a quella figura ed eccolo lì.
Le sua figura minuta, i capelli lunghi e biondi, rigorosamente scarmigliati, che le fanno intuire che abbia anche lui giocato a qualche figura.
Gli occhi scuri che la fissano e Ness è convinta che gli stia guardando dentro all'anima.
Se dovessero chiederle con precisione matematica il minuto preciso in cui  lei ha letteralmente perso la testa, lei sceglierebbe questo, senza la  minima esitazione.
Niragi avverte solo l'impulso comprensibile di scappare quando gli occhi scuri del biondo lo scrutano con un sorriso che ti rassicurante ha ben poco: «Niragi... eppure lo sai che non è così che ci si comporta.»

Lo ammonisce con voce ruvida, profonda come la fossa delle Marianne.
Il moro gira i tacchi e scappa via, comprendendo che ora, Evaine nn sia più sola nel suo compito di proteggere da spiaggia.
Nessie non perde altro tempo e si getta barcollante fra le braccia di suo fratello maggiore, singhiozzando.
Chiude gli occhi e poggia la testa sul suo petto, ascoltando i  battiti veloci del suo cuore senza riuscire a calmarsi a sua volta, ascoltando il suono del suo cuore.
Sente Manjiro accennare semplicemente un ‟𝒔𝒕𝒂𝒊 𝒃𝒆𝒏𝒆? 𝑵𝒊𝒓𝒂𝒈𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒕𝒊 𝒇𝒂𝒓à 𝒎𝒂𝒊 𝒑𝒊ù 𝒅𝒆𝒍 𝒎𝒂𝒍𝒆" soffocato  dai suoi capelli, senza avere la minima intenzione di sciogliere  quell'abbraccio possessivo con il quale sembra averla catturata.

«Come... come sei arrivato qui?» - Chiede lei, debole e sottile, quando quell'abbraccio si conclude ma lui non sembra intento a voler lasciarla andare, come per paura che lei pssa barcollare e cadere di nuovo: «E come hai trovato questo hotel?»

«Mi ha portato qui un certo "Aguni", ho giocato ad un game di picche insieme a lui, mi aveva incuriosito e quindi... mi ha anche dato questo.» - Alza il braccio sinistro, scoprendo da sotto la maglietta bianca che indossa un bracciale azzurro con su inciso un bel "𝒁𝒆𝒓𝒐-𝒁𝒆𝒓𝒐-𝑻𝒓𝒆" in nero.
Ha superato persino Niragi dopo un solo game giocato con il nuovo leader, deve averlo colpito decisamente molto durante quel game: «Speravo tanto di rivederti... mi chiedevo se anche tu fossi qui.»

«Ho tante cose da raccontarti...» - La voce di lei non è che uno sfarfallio agitato, limpido, ripieno di una grinta che ha visto in pochissime persone.
Manjiro osserva  quel volto di una ragazza troppo giovane su cui sono incastonati gli occhi di un'adulta, fiera, spigolosa, candida, qualsiasi cosa le sia successa qui durante la sua assenza, è molto più profondo e pesante di ciò che si sta immaginando.
Nessie ha occhi luminosi ma allo stesso tempo, taglienti di chi il mondo l'ha visto in tutta la sua atroce  nudità e n'è stato trafitto, più di una volta.

«Recuperiamo, allora.» - Continua lui, avvolgendola con un braccio per aiutarla a sostenere il suo peso, sorridendole con il suo calore che la tranquillizza in un secondo, di Niragi ed i suoi sottoposti, non c'è più nemmeno la sagoma di polvere: «Sono decisamente molto curioso di sapere di più su questo distopico paese... e su Niragi, non sembra nemmeno lui, me lo ricordavo diverso.»

Il silenzio che regna dopo quell'affermazione investe la giovane senza preavviso, stordendola.
Per  sue fortuna però, si è talmente abituata a suo fratello da aver imparato a riconoscere il significato delle sue espressioni, dei suoi gesti  strutturati, delle sue parole non dette.

«La mia stanza è questa.» - Le sfugge questa breve ma circoncisa frase dalle labbra appena bagnate  con la lingua, la sua voce che si fa flebile e più impastata: «Non so se ti abbiano già assegnato una dimora ma, io condivido la stanza con un'amica, si chiama Kuina, sono sicura che l'adorerai...»

Il biondo le dona un sorriso accomodante non appena viene investito dalla luce artificiale della stanza e da una ragazza che, preoccupata, si avvicina a loro: «Se è come la mia Principessa, sicuramente l'adorerò, allora.»

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𝐋𝐲𝐜𝐨𝐫𝐢𝐬 » 𝑁𝑖𝑟𝑎𝑔𝑖Where stories live. Discover now