capitolo 2- Sirenetta

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Visto che mi sento un po' fuori dal discorso, decido che è il momento di trovare l'aula da sola, dato che questi due si sono imbambolati in mezzo al corridoio a guardare questo Thomas Walker che non so neanche chi diavolo sia.

Mi allontano lentamente, fin quando la mano di Carmen s'incastra nel mio braccio, facendomi sussultare appena.

«Dove vai?» mi chiede.

«A lezione.»

«Aspetta un attimo, voglio andare a salutarlo», mi dice, rivolgendosi anche al ragazzo.

«Ma che dici?» chiede lui con un po' di paura impresso nel tono di voce.

«Voglio salutarlo», ripete lei avvicinandosi lentamente a lui.

Mi tiene ancora per il braccio, quindi la seguo in religioso silenzio e ne approfitto per ammirare un po' questo ragazzo di cui tutti parlano.

Se ne sta appoggiato con la schiena al muro. Indossa una maglietta bianca, quasi trasparente, che fa vedere tutti i tatuaggi sulle braccia enormi, e anche un po' nell'addome, in trasparenza. Sono tutti neri.

Se ne sta lì, con aria spavalda, come se non gli importasse di nulla di quello che lo circonda.

Sembra un adone, è letteralmente altissimo, per non parlare di quanto sia possente il suo corpo. Le sue spalle larghe, strette nella maglietta attillata, l'addome contratto, che si restringe poi nel bacino, un po' più stretto, sigillato nei jeans.

Ha i capelli quasi neri, tutti della stessa lunghezza, che gli coprono le orecchie. Ma gli occhi...sono di un colore allucinante, sembrano bui, neri come una notte d'estate. Più li guardo e più mi sembrano pieni di ombre.

Si porta una sigaretta alle labbra piene e alla vista morbide, e mi chiedo se si possa fumare qui dentro o se è solo una cosa riservata a pochi.

Passo lo sguardo sulla mascella tirata, che da l'impressione che tutto intorno a lui lo irriti, e poi ha quell'accenno di barba, quello che si ha dopo qualche giorno che è stata tagliata, che gli conferisce un'aria estremamente sexy.

Non accende la sigaretta, ma continua a tenerla tra le labbra, mordicchiandone un po' il filtro con i denti bianchi e io mi chiedo perché vedere questa scena mi stia facendo venire caldo. Sento letteralmente il sudore che mi imperla la fronte, perciò mi asciugo leggermente con la mano.

Ha gli occhi neri puntati su di noi, in questo momento, e mi squadra da capo a piedi corrucciando la fronte. Si starà chiedendo chi sono.

Ad ogni passo sotto il suo sguardo le mie gambe tremano un po' di più, ma decido di ignorare questa strana sensazione irragionevole.

«Thomas», le dice Carmen quando siamo ormai di fronte a lui.

Non capisco cosa passi per la testa di questa ragazza. Prima dice che «farà il culo a tutti», sue testuali parole, e poi gli va incontro e si atteggia da cagnolino bastonato?

«Carmen.» La sua voce è roca, intensa e decisa, ma così fredda che sembra non provare nessuna emozione mentre parla. Ma io sento una scia di brividi percorrermi il corpo quando la sento, che si irradia dalla nuca fino alla punta dei piedi.

I suoi occhi tenebrosi, però, sono ancora puntati su di me.

«E tu saresti?» Si rivolge a me e riesco a sentire dalla sua voce un tono di superiorità, di spavalderia, come se fosse il migliore al mondo e lo sapesse. Eppure, i brividi non fanno altro che intensificarsi quando mi rivolge la parola.

Non so perché, ma questo ragazzo mi incute timore. Sentire i suoi occhi addosso mi fa provare paura, una sensazione del tutto ingiustificata.

Saranno i muscoli, Ariel.

RevengeWhere stories live. Discover now