solas

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un bussare alla porta interruppe la lettura di jisung; stava leggendo per distrarsi da quell'umiliazione subita, non voleva pensarci.

nella testa continuava a ripetersi in loop l'immagine dello sgambetto, della spada sulla sua spalla, di quei due occhi che lo guardavano in un modo indescrivibile ed infine, quel bacio delicato sul dorso della mano.

il suo sguardo passò dalle scritte di quel libro, che ormai non stava più leggendo, al dorso della sua mano e si perse per qualche secondo a guardarlo, sentiva ancora la morbidezza di quelle labbra sulla sua pelle e sbuffò, chiudendo il libro un po' violentemente, per poi colpirsi la testa con esso.
cosa gli saltava in mente?

sentì nuovamente il bussare alla porta e si ricordò solo in quel momento che già avevano bussato prima. disse un "avanti" e la porta si aprì rivelando uno dei tanti servi.

"principe, sono arrivati i gemelli Lee."

giusto, si era già dimenticato che minho non sarebbe stato l'unico lee nel palazzo in quella giornata.

si alzò dalla comoda poltrona e posò il libro nello scaffale, per poi darsi una sistemata ai capelli ed uscire dalla stanza, dirigendosi così nella sala centrale.

lì incontrò così olivia lee e felix lee, i principi del regno Lee.
vide anche suo padre che con fare abbastanza annoiato entrò nella sala centrale, era raro vederlo fuori dal suo ufficio dopotutto.

appena jisung arrivò davanti a loro i due si inchinarono, e lo stesso fece han.

i due non erano venuti per nessuna cena o evento importante eppure erano vestiti come se dovessero presentarsi per qualche grandioso matrimonio.

olivia indossava un vestito lungo rosso, un trucco leggero occupava il suo viso e diversi accessori d'oro abbellivano quell'outfit.
felix invece indossava un abito azzurro, che si abbinava perfettamente ai suoi capelli biondi, sembrava proprio un principe azzurro.

i tre non parlarono minimamente visto che il re subito li accompagnò nel proprio ufficio, e così jisung si ritrovò da solo.

sospirò e decise di andare nel giardino, così da prendere un po' d'aria. avrebbe preferito farsi un giro in città come faceva tempo fa, ma come diceva suo padre, era meglio evitare.
si sedette davanti alla fontana del giardino e si perse tra i propri pensieri mentre guardava il paesaggio dinnanzi a lui.

nel regno si iniziò a parlare male del principe, ormai tutti avevano letto quei dannati giornali e la vera natura del principe venne a galla, ma cosa poteva farci? era la pura verità quella alla fine.

nonostante in quei due anni egli fosse cambiato parecchio, fosse del tutto maturato, nessuno poteva saperlo.

si sapeva che quegli atti di beneficenza erano solo un modo per distrarli da tutto ciò, e nessuno ci cascò.

ma jisung era davvero cambiato, non era più un ragazzino narcisista viziato, stava quasi iniziando ad odiare quella vita da principe, ma non poteva farci molto.

mentre tanti altri avrebbero desiderato quella vita, lui avrebbe fatto di tutto per abbandonarla finché era in tempo.
solo il pensiero di diventare re gli metteva parecchia ansia, avrebbe avuto a quel punto un intero regno nelle proprie mani e come avrebbe fatto a gestirlo se non riusciva nemmeno a gestire se stesso?

e poi tutta quella faccenda della maledizione rendeva le cose ancora più difficili, nessuno lo avrebbe amato non tanto per il suo aspetto fisico, ma perché tutti sapevano com'era.

certo com'era in passato, ma proprio quello bloccava le persone dal avvicinarsi a lui.

tutti quei pensieri iniziarono a far particolarmente male e le lacrime si crearono nei suoi occhi, ma cercò subito di scacciarle via.

c'era una voltaWhere stories live. Discover now