knighthood excellence

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erano ormai passati due anni dal giorno della maledizione, jisung aveva ormai vent'anni e il matrimonio combinato era imminente, il re era alla ricerca di qualcuno che accettasse di sposare suo figlio, ma a causa di tutta la verità rivelata, nessuno accettava.

chi avrebbe mai accettato un ragazzo senza cuore? senza un animo puro?
esattamente: nessuno.

nonostante jisung abbia cercato di rimediare facendo azioni buone come beneficenza e altro, la maledizione non scompariva.

il re aveva persino richiesto gli scienziati migliori di tutto il reame, ma nessuno trovò una cura.

ma si sa, per spezzare l'incantesimo bisogna fare ciò che è stato detto di fare, pozioni o il semplice senso di colpa non sarebbero serviti a nulla e jisung lo sapeva bene.

ormai aveva perso le speranze, il vero amore non lo avrebbe mai trovato, nessuno voleva nemmeno parlargli per paura di essere un'altra vittima, anche se il ragazzo ormai non faceva più quelle cose, ma ovviamente nessuno voleva capirlo.

un'altra giornata iniziò, i raggi del sole colpirono gli occhi del ragazzo dormiente, che mugulò infastidito cercando di nascondersi da quella luce.

ma fu costretto ad alzarsi appena sentì le campane del castello suonare, il che significava che erano le 7 del mattino.

lasciò pigramente il letto e si perse a guardare il paesaggio fuori alla sua finestra. dopo ben 5 minuti, quando le campane smisero di suonare, entrò in bagno e senza nemmeno guardarsi allo specchio entrò nella doccia, lasciando che gocce tiepide d'acqua scivolassero sul suo corpo, bagnandogli anche i capelli grigiastri.

quel giorno doveva prepararsi, sarebbero arrivati diversi guerrieri novincelli e ormai il re aveva lasciato al figlio qualsiasi compito, in questo caso anche scegliere i nuovi cavalieri del regno.

jisung in quei due anni iniziò ad allenarsi con la spada, alla fine ogni principe deve saper maneggiare almeno una spada, ma quegli allenamenti divennero una sorta di sfogo e di distrazione da tutto ciò che gli era successo.
e a furia di allenarsi, superò persino i migliori cavalieri che avevano, quindi per nominare nuovi cavalieri, ognuno di loro doveva sfidare jisung ed egli avrebbe giudicato le loro capacità.

dopo una decina di minuti il ragazzo lasciò la doccia e coprì la propria vita con un asciugamano e a quel punto fu costretto a guardarsi allo specchio.

un sospirò uscì dalle sue labbra, a contatto con l'acqua le vene nere diventavano ancora più evidenti e neanche un po' di trucco riusciva a coprirle.

prese lo spazzolino lasciando un po' di dentifricio su di esso, per poi iniziare a lavarsi i denti, evitando di guardare lo specchio. nonostante fossero passati due anni, ancora gli faceva male vedersi.

lasciò il bagno dopo aver lavato i denti e notò sul letto la divisa pronta, si stupiva del fatto di avere ancora dei servi a servirlo.

iniziò a vestirsi indossando quella divisa nera che indossava sempre nei duelli.

nonostante la usasse per i duelli, era comunque molto elegante.
era composta da una giacca nera con dei bottoni d'oro e lo stemma della famiglia sulla spalla; successivamente c'erano dei pantaloni accompagnati da scarpe sempre neri ed infine delle mitene di pelle nero, così che la spada non gli recasse fastidio al palmo della mano.

sistemò i capelli così da non avere ciocche che gli coprivano gli occhi e quindi la visuale, lasciando la fronte scoperta.

una volta pronto prese un profondo respiro e lasciò la propria camera, dirigendosi nella sala da pranzo.
vide diversi servi pulire il castello da cima a fondo, focalizzandosi principalmente nella sala centrale dove avrebbero accolto gli ospiti di quella giornata.

c'era una voltaWhere stories live. Discover now