Prima ora

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20:00

IN RITARDO

Remus sbatté le palpebre, rileggendo il cartello delle partenze per ogni evenienza.

21:00 -PARIGI- IN RITARDO

Sospirò e si diresse verso la banchina più vicina, ci si lasciò cadere con esasperazione. Non era sicuro del perché aveva deciso che prendere un volo a tarda notte fosse una buona idea, ovviamente c'era ogni probabilità che venisse ritardato e che lui avrebbe perso la nottata di sonno.Con il volo della durata di meno di due ore e un hotel economico vicino all'aeroporto Charles de Gaulle già prenotato per una notte, aveva pensato che sarebbe andato tutto per il meglio. Poteva arrivare, dormire, poi partire la mattina dopo per ovunque fosse questa stupida crociera a cui doveva partecipare. Era sicuro che Lily e Mary avevano pensato che fosse una splendida idea quando gli avevano suggerivano di andare. "Hai bisogno di una vacanza, Remus" e "hai bisogno di un po' di divertimento nella tua vita, Remus". Remus aveva deciso all'inizio del processo di prenotazione che le vacanze non erano divertenti.

Dovevi fare così tante cose per concederti una vacanza, e dovevi tenere sott'occhio un numero abominevole di documenti. Aveva dovuto cambiare i suoi soldi all'ufficio postale e doveva assicurarsi che in nessun caso avesse perso la sua carta d'imbarco, gli era stata scattata una foto del passaporto che sembrava una di quelle foto che ti fanno alla stazione di polizia prima di sbatterti dentro. Inoltre non parlava una parola di francese. Aveva ottenuto un 8 nel suo corso di Francese, ma era abbastanza sicuro che la capacità di dire che era andato al cinema con i suoi amici non lo avrebbe aiutato in nessun modo nella sua attuale gita in Francia.

Avrebbe davvero voluto che si fosse ricordato di portare con sé altri soldi inglesi ora che il volo era in ritardo. La maggior parte di ciò che era nel suo portafoglio erano euro di cui ora si è completamente pentito, considerando che sarebbero stati poco utili per comprargli un tè o qualcosa del genere a Heathrow. La sua carta di credito era stata riposta in modo sicuro nella sua valigia che era già stata portata ovunque il nastro trasportatore porti i bagagli prima che vada su un dannato aereo.

"Oh, ma che cazzo!"

Remus alzò la testa, un uomo fissava la tavola delle partenze piegando drammaticamente le braccia. Remus si fermò, poi decise di avvicinarsi per ispezionare il tabellone da solo, nel caso in cui il suo volo fosse stato aggiornato.

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"Beh, merda" sospirò.

Qualche momento più tardi il tabellone cambiò di nuovo.

PREVISTO 1:00

L'uomo accanto a lui si lascò andare ad una risata amara "Cavolo, a questo punto è solo crudele"

Remus si girò verso di lui leggermente "Anche tu Parigi?"

L'uomo annuì "Si, ma sto incominciando a riconsiderare le mie scelte di vita"

Remus ridacchio in risposta "Beh, a questo punto anche io credo"

"In ritardo di quattro ore? Avrei dovuto prendere l'Eurotunnel"

"Merda, perché diavolo non c'ho pensato, odio volare"

L'uomo alzò la testa: "Perché?"

Remus sbatté le palpebre affermando l'ovvietà "Beh, è terrificante. Gli esseri umani non sono stati costruiti per tali altitudini nell'aria, è un istinto naturale avere paura"

L'uomo si passò una mano tra i capelli. Gli caddero sulle spalle, erano di un nero setoso. Remus odiava le persone i cui capelli sembravano sempre perfetti, e qualcosa in lui sapeva che questo ragazzo era una di quelle persone.

"Io penso che volare possa essere bello. Puoi vedere le nuvole e tutto il resto. Tutto sul terreno sembra così piccolo e insignificante."

"Non quando ci vai a sbattere contro" Remus sussurrò tra sé e sé.

"Sai, statisticamente, se sei arrivato sano e salvo in macchina all'aeroporto sei già sopravvissuto alla parte più pericolosa del viaggio".

"Oh, perfetto, beh, ora ho paura di guidare."

L'uomo gli sorrise: "Beh, ci vediamo in giro, immagino?"

"Sì, probabilmente. Non vado da nessuna parte a questo ritmo."

Remus gli fece un cenno di saluto prima di tornare a dove aveva abbandonato il suo bagaglio a mano. Rovistò cercando il suo libro e decise di provare a immergersi in esso, nonostante fosse troppo rumoroso per concentrarsi davvero. Non era sicuro di quanto fosse passato, non molto tempo però, aveva letto solo un capitolo, quando fu interrotto.

"Vengo a portare doni"

Remus alzò lo sguardo per vedere il ragazzo del tabellone delle partenze che teneva un KitKat.

"Ne ho preso uno dal distributore automatico, ma ne sono caduti due, non mi va molto un'altro e sembri aver bisogno di essere tirato un po' su di morale"

Remus ridacchiò e accettò la barretta di cioccolato: "Grazie. Sei qui da solo?"

"Sì"  E si sedette accanto a Remus senza invito, ma d'altra parte aveva appena dato il cioccolato a Remus, quindi lui decise di permetterglielo. "La mia cara maman mi ha contattato e mi ha detto di venire a trovare la mia deliziosa famiglia durante l'estate"

"Immagino che tutti quegli aggettivi fossero sarcastici?"

"Ci hai azzeccato" rispose lui. "Ora un po' desidero di non aver ceduto. Ho preso l'ultimo volo possibile per passare meno tempo lì che potevo. Inizio a pentirmene però, arrivare a Parigi alle tre del mattino non sembra l'ideale."

Remus canticchiò. Aveva ragione, sembrava orribile. "A proposito, come ti chiami?"

"Sirius. E tu?"

"Sono Remus."

Sirius rise: "Quindi sembra che entrambi i nostri genitori avessero un debole per nomi insoliti, eh?"

"Beh, Sirius viene dalla stella, giusto?"

Sirius sorrise: "Sì, sì, esatto. Amico, non immagini la quantità di persone che pensano che sia per l'aggettivo serio".

"Seriamente?"

Sirius affinò lo sguardo "Fanculo".

Note:
Niente, mi piaceva questa fic e quindi ho deciso di tradurla. Disegno di @kovacseemma su Instagram

Twelve (and a bit) HoursWhere stories live. Discover now