Eclipse

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Un colpo secco, uno schianto, e i miei occhi si chiusero.

Vedevo tutto nero, la vista annebbiata e oscura. Qualche lampo di luce di tanto in tanto che sfrecciava davanti a me, o meglio, davanti alla ragazza che pensavo di essere, ma che in quel momento sentivo completamente staccata dal corpo, come non fosse più sul pianeta Terra.
"Oh no, è successo di nuovo" pensai.

Lo scricchiolio della maniglia metallica della porta della mia stanza fece capolino nelle mie orecchie.
"Lilian, cosa diavolo ci fai sdraiata sul pavimento, e perché la finestra è spalancata?!"
La voce di mia madre.

"M-mamma."
"Non sto bene, è successo di nuovo. Mi sono derealizzata ancora e ho fatto un altra cazzata. Mi dispiace. Ti prego aiutami non ne posso più."

Non mi dilungherò nei dettagli. Era una scena vista e rivista in questi due anni. Due anni di sofferenza, apatia e tristezza.
Mia madre mi portó al pronto soccorso. Ricordo solo che dissi timidamente alla dottoressa "ho provato a buttarmi dalla finestra, non è la prima volta che mi capita"
Lei non era preoccupata o sorpresa, questo mi fece solo sentire peggio. Allora, dopo la svogliata proposta di un ricovero, accettai, nella speranza di stare almeno un pochino meglio. Quel giorno non saprei dire cosa feci, se dissi sì o no alla vita. Lo stavo facendo per me? O per togliere il disturbo per qualche giorno? Chissà, non lo so nemmeno io.

Il giorno seguente...

"MONICAAAA!!! SMETTILA DI FARTI LA PIPÌ ADDOSSO!" Urlai alla pazza della camera a fianco.
"Cristo mi sembra di stare in un manicomio, beh pensandoci bene..."

Mi scrisse la mia unica amica, Nikko, mi chiede come stessi e di tranquillizzarmi riguardo scuola e faccende varie.
Tirai un sospiro di sollievo, mi sentivo finalmente coi piedi a terra.
Mi dispiacque tantissimo aver lasciato Nikko da sola, in quella classe che definirei una gabbia di matti più di questo posto.
Mh vediamo... c'era Rico-ora-te-lo-dico il secchione della classe, sempre il primo a "dire" a rispondere alle domande deLLE professrESSE, il preferito di tutte in sostanza. E anche l'unico essere dotato di cazzo nella nostra classe/manicomio.
Alya che si dava più arie di un phon, autodefinitasi il "pagliaccio della quinta C" per fare la simpatica e piaciona.
Bebe e Teena, le due dell'ultimo banco vicino ad Alya. Freeda, la vicina di banco della povera Nikko, che non la sopportava piu a causa della sua arroganza e sfacciataggine.
Georgia, cagnolino del gruppetto,
Soarah, che sbavava per Rico, in prima fila con me.
E le altre della classe pressoché normali, con sì qualche problema. Ad esempio Gretel e Xulia, le pick me girl della classe, ogni problema per loro doveva diventare vittimismo. E LE DAVANO TUTTI CORDA, QUESTO È IL PROBLEMA!
Beck, arrogante e tosta, e le due timide Livia e Bea.

Benvenuti nella quinta C-hiamateci la classe dell' eclisse. Ovvero, c'è chi brilla oscurando gli altri, e chi è succube di essi.

The philosopher Where stories live. Discover now